Censure: Importante sentenza (negativa) su blog e forum online

Tutto ha inizio al di là dell’Atlantico, quando un giudice ha accolto le denunce per molestie sessuali di un sacerdote cattolico nei confronti di un minore. Il processo e la condanna sono stata la classica apertura del vaso di Pandora. Decine di altri provvedimenti sono stati aperti negli ultimi anni e il clero cattolico statunitense è stato sempre condannato, se non con la prigione con risarcimenti che hanno messo in crisi "l’impresa" della religione cattolica. Casi giudiziari che non sono cessati neanche quando il Vaticano ha formalmente chieste scusa ai ragazzi e alle ragazze molestati. Echi di quella poco edificante vicenda ci sono stati, ovviamente, anche in Italia. E quando alcuni siti hanno ospitato forum per discutere di ciò è subito intervenuto don Fortunato Noto, sacerdote operante in quel di Catania – famoso per le sue contestate battaglie contro la pedofilia in rete – che ha denunciato alcuni di questi forum per aver "offeso" il comune sentimento religioso.
E se la pedofilia va combattuta con una ferrea censura della Rete, deve aver pensato il sacerdote, anche le critiche alla pedofilia di alcuni prelati, sebbene acclarata dalla magistratura dovevano essere comunque ridotte al silenzio. E così, dopo il sequestro dei siti, un’associazione dei consumatori ha chiesto l’intervento della Cassazione invitandola a esprimersi intorno alla possibilità di applicare ai blog, news letter e forum, la legislazione che regola la libertà di stampa.
La sentenza di ieri farà però molto discutere. Da una parte la Cassazione ha fatto sue molte delle posizioni espresse da gruppi di mediattivisti, i quali sostengono che per mettere in piedi un sito informativo, un blog o un forum non è necessario equipararli a una testata giornalistica, con tanto di direttore responsabile. Allo stesso tempo ha ritenuto  legittimo il sequestro dei siti proprio perché avevano offeso il "comune sentimento religioso". Il riconoscimento della particolarità della comunicazione on-line – con tanto di correlata libertà di espressione – è stato così piegato ad altri leggi, come appunto quella che attesta l’esistenza di un comune sentimento religioso. Un libertà dimezzata per ridurre sempre più ai minimi termini la laicità dello stato.
tratto da www.ilmanifesto.it
11 marzo 2009
SenzaSoste.it
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