L’Ateneo di Pisa vuole aumentare le tasse agli studenti. Bonus per i più veloci

Alla fine sembra essersi avverato quello che tutti temevano da quando la legge 133 è stata approvata e sono emersi i buchi finanziari dell’Ateneo pisano: l’ Università di Pisa vuole aumentare le tasse agli studenti.

La proposta è stata portata in "commissione didattica" dal Prorettore per i rapporti con gli studenti e con l’azienda per il Diritto allo Studio, Angelo Baggiani (vedi foto). Questo senza che venisse inoltrata nessuna istruttoria, con una commissione didattica convocata solo ieri pomeriggio alle 15.30 per la giornata di oggi, ovvero con meno di 24 ore di preavviso.

Di seguito, in sintesi, la proposta.

1) verranno aumentate le tasse per i fuori corso nelle seguenti percentuali: aumento nullo per chi è f.c.(fuori corso) di un solo anno; aumento del 15% per chi è f.c. di 2 anni; aumento del 20% per chi è f.c. di 3 anni; aumento del 25% per chi è f.c. più di 3 anni.

2) il tentativo di rottura dell’unità studentesca, è espresso però dalla seconda parte del provvedimento, in cui sono previsti premi in denaro per chi si laurea nei tempi dovuti:

– 500€ di bonus per chi si laurea in corso nella laurea triennale ( o di primo livello per la 270), o quinquiennale a ciclo unico; – 300€ di bonus per chi si laurea in tempo alla laurea specialistica (o magistrale per la 270)

Questo secondo provvedimento viene giustificato dal prorettore Baggiani come premio di merito, ma nella proposta manca qualsiasi riferimento alla valutazione della carriera dello studente e l’unico requisito per il bonus è il tempo di laurea.

Insomma chi si laurea con 60, ma in tempo, riceve il bonus, mentre chi si laurea con 110 e lode al terzo anno f.c. paga più tasse!

Per capire l’impatto del provvedimento è sufficiente sapere che i totali f.c. nell’ Ateneo pisano sono 23.000 (su circa 55.000 iscritti), di cui 15.000 sono iscritti al 3+2 (i restanti sono vecchissimi f.c del vecchio ordinamento).

Solo 6.000 studenti sono fuoricorso di un solo anno, quindi il provvedimento di aumento delle tasse ricadrebbe su 17.000 studenti!

Oggi il provvedimento è stato respinto in "commissione didattica", ma a Baggiani interessava soltanto un passaggio formale in questo luogo, giusto per rispettare l’iter burocratico, d’altronde la commissione può dare solo parere consultivo.

Tutti gli studenti si sono opposti, anche se la lista di "Ateneo Studenti" avrebbe preferito la votazione separata dei due punti in modo da votare favorevole ai "bonus tempo". Il tentativo di creare fratture tra gli studenti, facendo passare un idea di merito perversa che non tiene conto dei saperi ma solo di quanto uno studente è veloce, è qualcosa che non ha solo risvolti economici e finanziari. Questo è un provvedimento che mira a creare precari effettivi e ricattabili, ad escludere chi ha tempi di studio diversi da quelli imposti per legge. La normalizzazione avviene sempre più tramite l’istituzione di blocchi negli accessi ed esclusioni "differenziali" in base al reddito e ai tempi di studio soggettivi.

Sembra paradossale, ma a fronte di una riduzione del 15% dei corsi di laurea per il prossimo anno, a fronte dei continui tagli al settore delle biblioteche ed ad altri servizi essenziali ad uso degli studenti, in un meccanismo inaccettabile e indirettamente proporzionale, L’Ateneo continua ad aumentare le tasse. Questo ignorando perfino il fatto che già nell’ultimo bilancio è risultato evidente come la tassazione studentesca sforasse il 20%, in rapporto al fondo di finanziamento ordinario, previsto per legge.

Questa proposta colpisce soprattutto chi sempre più negli ultimi anni è stato costretto ad iniziare a lavorare per mantenersi a fronte dei costi sempre più alti dell’università pubblica, rallentando gli studi. L’incredibile risposta che viene data è quella di un’ulteriore aumento.

Martedì 26 Maggio il consiglio d’amministrazione discuterà al 4° punto, sotto "attività didattiche e studentesche" , proprio della "contribuzione per il 2009-10", vedremo quel che succederà.

Vinz

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