Comunicati stampa dal mondo politico e sindacale contro l’aumento delle tasse universitarie

Di seguito riportiamo i vari comunicati stampa di Rifondazione Comunista, dei Cobas e della Sinistra Pisa, in merito alla proposta di aumento delle tasse che verrà discussa domani nel Consiglio D’Amministrazione dell’Ateneo pisano.

Rifondazione Comunista:
Martedì 26 maggio il Consiglio d’amministrazione dell’Università di Pisa discute la proposta del prorettore Angelo Baggiani di aumentare del 15 e del 20% le tasse d’iscrizione per gli studenti fuori corso da due o tre anni, fino a un massimo del 25% dopo il terzo anno, di introdurre bonus di 500 e 300 euro per chi si laurea in tempo, di escludere gli specializzandi in medicina dalle riduzioni delle tasse per reddito. Rifondazione Comunista è impegnata a fare dell’università pubblica un fattore di emancipazione sociale e culturale, un luogo di creazione cooperativa di sapere cui tutti devono poter accedere, soprattutto chi è senza altre risorse: questa è l’università della Costituzione antifascista. Consideriamo perciò assolutamente inaccettabile la proposta in discussione. Essa è illegittima, perché prevede un ulteriore aumento delle tasse, quando già oggi i contributi degli studenti superano il tetto del 20% dei trasferimenti statali fissato per legge, per di più mentre l’università taglia i servizi a partire dalle biblioteche. È ingiusta, perché guarda esclusivamente alla velocità degli studi e dunque premia chi corre di più nella "caccia al credito", indipendentemente dal percorso e dal rendimento, a scapito di chi, per scelta o necessità di lavoro, ha ritmi più lenti e comunque buoni risultati. Ma soprattutto è classista, perché chi proviene da famiglie con maggiore reddito e capitale culturale otterrà alla fine una formazione migliore, con migliori prospettive di lavoro e di mobilità sociale. Se questa proposta dovesse passare sarà almeno chiara a tutti la posizione politica dell’Università di Pisa, che invece di contrastare attivamente i tagli imposti dal governo Berlusconi con la legge 133, li anticipa e li fa pagare agli studenti oggi, e ai lavoratori precari domani. Magari dopo avere negoziato col Ministero una spesa per il personale di pochissimo inferiore al tetto del 90% del fondo di finanziamento, in modo da restare tra gli atenei "virtuosi" e fare alla fine qualche assunzione. Noi non ci stiamo: siamo al fianco dei circa 17000 studenti colpiti dall’eventuale aumento delle tasse, e partecipiamo al presidio di domani al Rettorato per ottenere il ritiro della proposta.

Pisa, 25 maggio 2009

Federico Oliveri
Responsabile provinciale università e ricerca
Rifondazione Comunista Pisa

Cobas:
Domani il CdA discuterà se approvare l’aumento del 15- 20% delle tasse d’iscrizione per gli studenti fuori corso , aumenti che passerebbero al 25% per chi si iscriverà al terzo anno fuori corso, mentre invece si prevedono bonus per gli studenti che si laureranno negli anni di corso Non sono certo i due anni di ritardo a determinare una peggiore qualità dei laureati, anzi capita che molti studenti si laureino fuori corso per avere affrontato un corso di laurea più selettivo, avere frequentato corsi di approfondimento dentro una concezione europea per la quale l’università non sia solo un esamificio ma un percorso di studi ampio e variegato.

Anche nel nostro Ateneo la considerazione per gli studenti è ai minimi storici, non importa se già oggi hanno superato il tetto del 20% dei trasferimenti statali fissato per legge, non si guarda ai tagli dei corsi di laurea, agli orari sempre più ridotti di apertura delle biblioteche per non parlare poi dell’aumento vertiginoso dei posti letto Per questo esprimiamo la nostra solidarietà ai circa 17 mila studenti che si troverebbero nella condizione di pagare cifre astronomiche e in molti casi tali da abbandonare gli studi, solidarietà al presidio organizzato dagli studenti in concomitanza con il cda.

Confederazione Cobas PISA

Sinistra Pisa:

Il rapporto pubblicato da Eurostat, l’equivalente europeo dell’ISTAT, fotografa un’Italia agli ultimi posti nella classifica dei giovani laureati: solo il 19% dei connazionali di età compresa tra 25 e i 34 sono in possesso del diploma di laurea. Il nostro paese riesce a fare meglio solo di Slovacchia, Romania e Repubblica Ceca ma risulta ben al di sotto della media europea che è superiore al 30%. Per non parlare dei paesi più virtuosi (Francia, Gran Bretagna, Spagna) che si collocano oltre il 40%: più del doppio dell’Italia.
L’Italia è, dunque, ai margini dell’Europa in termini di formazione e ricerca. Ma quello che colpisce ancor di più è il dato sulla classe sociale di appartenenza. Meno del 10% dei laureati proviene da famiglie con basso livello di istruzione, mentre quasi 7 volte di più sono i laureati provenienti da famiglie con laurea. In Italia il sapere è ancora un privilegio. Eppure c’è una chiara indicazione: l’istruzione gioca un ruolo determinante per trovare un impiego e sempre di più, in futuro, sarà richiesto un apprendimento continuo. Cercare di realizzare "la società della conoscenza" diventa, perciò, in Italia una battaglia sociale e politica.
E stupisce che a poche settimane dalla pubblicazione di questi dati l’Università di Pisa decide di rivedere al rialzo la voce di bilancio "Contribuzione Studentesca 2009/2010" senza nessun criterio di reddito, ma ponendo tutti gli studenti sullo stesso livello economico.
Da quello che si è potuto apprendere, infatti, l’aumento della tassazione studentesca a partire dal prossimo anno accademico toccherà due aspetti principali: aumento delle tasse per i fuori corso da più di 1 anno (fino al 25%) e premio per chi si laurea in regola. Almeno questa è l’ultima proposta licenziata dalla recente Commissione Didattica di Ateneo con parere negativo e prossima all’approvazione in CdA.
La Sinistra Pisa ritiene questa proposta assolutamente miope e dannosa per le fasce più basse di reddito, poichè le motivazioni che portano uno studente a prolungare la propria permanenza universitaria possono essere molteplici e sicuramente differenti per condizione economica. Crediamo, infatti, che lo studente-lavoratore (a nero) non possa essere colpevolizzato se deve trovare escamotage per mantenere gli studi universitari.
Ma se la prima parte della proposta non differenzia per reddito, la seconda parte riesce a fare ancora peggio. Vengono assegnati dei premi agli studenti che completano in regola i percorsi di studi senza nessun parametro di merito, ma solo sulla base della tempistica. Quindi si predilige lo studio nozionistico a quello approfondito e appassionato.
Alla luce dell’ultimo bilancio e dello sforamento dei limiti di tassazione imposti per legge, invitiamo gli amministratori dell’ateneo pisano a tenere in considerazione tutte le istanze che vengono mosse dal mondo studentesco, coeso e compatto.
Il nuovo incremento proposto dall’amministrazione dell’Università di Pisa va nella stessa direzione delle politiche dell’attuale governo volte a smantellare il sistema formativo pubblico per permettere solo ai più abbienti di poter completare il percorso di studi. Riteniamo assolutamente sbagliato e dannoso, per un paese che ha un disperato bisogno di giovani ricercatori e laureati, l’ennesimo tentativo di attingere denaro dalle tasche degli studenti per l’incapacità politica di richiedere con forza al Ministero tutto il necessario perchè un’università eccellente possa operare al meglio per il futuro dei suoi studenti e del suo paese.

La Sinistra Pisa

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