Il comune concede lo spazio per Canapisa. Domani presenti anche gli Antipsichiatrici

Dopo le notizie di ieri pomeriggio, sembra adesso che i problemi siano stati risolti. Il presidio degli antiproibizionisti, svoltosi ieri davanti al comune,  sembra avere avuto successo. L’amministrazione ha deciso di concedere agli organizzatori di Canapisa 2009, lo spazio accanto ai capannoni che ospitano l’expo ad Ospedaletto, come concordato precedentemente. Tutto insomma sembra risolto. Di seguito riportiamo il volantino del "collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud" che domani sfilerà nella street-parade e la sera sarà presente alla festa con un banchetto informativo sugli abusi della psichiatria.

Vinz

GIU’ LE MANI DAI NOSTRI CORPI E DALLE NOSTRE MENTI!
Come collettivo antipsichiatrico contrastiamo la logica proibizionistache alimenta la medicalizzazione di massa e favorisce l’espandersidella psichiatria, motivo per cui anche quest’anno partecipiamo allastreet parade antiproibizionista Canapisa, dedicataall’autodeterminazione e al controllo sociale.
L’istituzione psichiatrica è uno dei principali strumenti che il sistemausa per ostacolare l’autodeterminazione degli individui, per arginarequalsiasi critica sociale e normalizzare quei comportamenti ritenuti“pericolosi” poiché non conformi al mantenimento dello status quo,intervenendo nel complesso ambito del disagio.
Assistiamo oggi ad una sistematica diffusione del disagio, le cui causevanno ricercate nella società in cui viviamo e nello stile di vita checi viene imposto e non a disturbi biochimici della mente. La logicapsichiatrica sminuisce invece le nostre sofferenze, riducendo lereazioni dell’individuo al carico di stress cui si trova sottoposto asintomi di malattia e medicalizzando gli eventi naturali della vita.Poiché la risposta psichiatrica è sempre la stessa per tutte lesituazioni – diagnosi-etichetta e cura farmacologia – crediamo cherivendicare il diritto all’autodeterminazione in ambito psichiatricosignifichi “riappropriarsi” del disagio e della molteplicità di maniereper affrontarlo elaborandolo in maniera autonoma.
Il principio di manicomialità, su cui ancora oggi – nonostante la tantodecantata chiusura dei manicomi – si basa l’istituzione psichiatrica,comporta la negazione della libertà individuale: nel momento in cuiarbitrariamente si etichetta una persona come “malato mentale”, la siannulla e si stabilisce che non è più in grado di decidere per sé. Unavolta che la persona viene presa in carico, la psichiatria esercita sudi essa tutti i suoi dispositivi e le sue pratiche repressive emortificanti, quali l’obbligo delle cure, i ricoveri coatti (TSOtrattamenti sanitari obbligatori e ASO accertamenti sanitariobbligatori), la contenzione fisica e farmacologica, la mancanza diinformazione sugli effetti collaterali dei farmaci e sulla fine deltrattamento terapeutico, i ricatti, la gestione e il controllo dellavita, etc. L’obbligo di cura oggi non si limita più alla reclusione inuna struttura, ma si trasforma nell’impossibilità effettiva dimodificare o sospendere il trattamento psichiatrico per la costanteminaccia di ricorso al ricovero coatto.
Oggi l’istituzione psichiatrica continua ad essere uno strumento diesclusione e correzione, ed ha enormemente ampliato il suo bacinod’utenza aumentando di anno in anno il numero delle “malattie mentali”da curare, ossia dei comportamenti “devianti” da uniformare. Tra questirientra il consumo di sostanze psicoattive, che, se in passato eraconsiderato un vizio, un piacere, oggi diviene sintomo di un disagio datrattare con cure psichiatriche, trasformando un problema sociale in unaquestione sanitaria. Grazie al decreto Fini Giovanardi ed alle nuoveproposte di legge in materia psichiatrica, si è rafforzato il legameproibizionismo-psichiatria ed i consumatori di sostanze illegali sonodiventati merce per le multinazionali farmaceutiche e per l’industriadel recupero e della riabilitazione sulla base di una doppia diagnosiche li vede “malati mentali” in quanto drogati e “drogati” a causa dellaloro malattia mentale. Nonostante si dimostri proibizionista neiconfronti di chi consuma volontariamente sostanze, la psichiatriadiffonde sul mercato molecole psicoattive e somministra trattamentifarmacologici che, oltre ad essere spacciati ipocritamente come“terapeutici”, sono spesso introdotti coercitivamente nel corpo! Glipsicofarmaci alterano il metabolismo e le percezioni, rallentano ipercorsi cognitivi e ideativi contrastando con la possibilità di farescelte autonome, generano fenomeni di dipendenza ed assuefazione deltutto pari a quelli delle sostanze illegali classificate come droghepesanti, dalle quali si distinguono non per le loro proprietà chimiche oeffetti ma per il fatto di essere prescritti da un medico ecommercializzate in farmacia.
Siamo qui per contestare ancora una volta il perpetuarsi di tutte lepratiche psichiatriche e per smascherare l’interesse economico che sicela dietro l’invenzione di nuove malattie per promuovere la vendita dinuovi farmaci. Non lasciamo in pace chi porta avanti da più di un secolouna guerra quotidiana contro la libertà individuale!
Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud
antipsichiatriapisa@inventati.org – www.artaudpisa.noblogs.org
 
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