Stamani abbiamo appreso dalle agenzie stampa che nella notte è morto all’ospedale San Paolo di Milano il compagno Ivan Della Mea. Chi è stato impegnato nel movimento dell’Onda universitaria a Pisa, si ricorderà la sua partecipazione all’iniziativa dell’8 novembre a palazzo Matteucci (occupato). In tale iniziativa, una delle più riuscite e partecipate, intitolata "Antifascismo ieri e oggi", insieme a due partigiani e grazie alla collaborazione degli Archivi della Resistenza "circolo Edoardo Bassignani" si riempì un’intera sala di giovani interessati ai racconti e all’attualità delle gesta antifasciste. Quel giorno, carico di emozioni, successe qualcosa di straordinario, due partigiani ultrottantenni e un giovane nato nel 1940 (Ivan), riuscirono a stregare un’aula intera di giovanissimi studenti, con racconti partigiani e parlando di un antifascismo quanto mai attuale, alla luce di quelli che erano stati i recenti fatti di Piazza Navona.
Ivan ce lo ricorderemo così, una splendida persona che oltre ad aver regalato molto con le sue canzoni militanti, riusci alla tenera età di 68 anni, a infondere nei cuori e nelle menti degli studenti i valori attuali dell’antifascismo. Persone così ci mancheranno molto.
Un saluto dalla redazione di Aut-Aut.
MILANO – Era uno dei militanti della canzone italiana. Ivan Della Mea è morto la notte scorsa all’ospedale San Paolo di Milano. Aveva 69 anni. Cantautore, poeta e scrittore nato a Lucca il 16 ottobre 1940, si era presto trasferito a Milano dove, insieme a Gianni Bosio, fu tra i fondatori del Nuovo Canzoniere Italiano, il cenacolo di artisti e intellettuali che ha segnato lo sviluppo della canzone di protesta italiana.
Nella lunga carriera di Ivan Della Mea musica e militanza nelle forze della sinistra sono unite sin dall’inizio. Le sue prime incisioni compaiono in Canti e inni socialisti, compilation prodotta nel 1962 per il 70° anniversario del Partito Socialista Italiano. La tradizione politica del folk italiano è stata sempre la sua costante ispirazione, sin dai primi lavori. Come Ballate della piccola e della grande violenza, lp uscito per l’etichetta discografica Dischi del Sole, la stessa di Giovanna Marini e Paolo Pietrangeli.
Negli anni ’60 le canzoni di Della Mea e degli altri esponenti del Nuovo Canzoniere fanno da colonna sonora alle proteste degli studenti e degli operai. Del 1972 una delle sue canzoni più famose, Ballata per Ciriaco Saldutto, è dedicata a uno studente torinese morto suicida dopo essere stato bocciato.
La ricerca musicologica lo porta a confrontarsi anche con la composizione in dialetto. Sua la celebre El me Gatt, considerata una delle più importanti canzoni di protesta italiane.
La passione per la ricerca musicale lo porta negli anni ’90 a dirigere l’Istituto De Martino, una delle istituzioni più prestigiose dell’antropologia musicale italiana. Artista a tutto tondo, Ivan Della Mea ha avuto anche esperienza cinematografiche e letterarie. Nel 1969 partecipa alla scrittura della sceneggiatura di Tepepa, cult movie dello spaghetti western interpretato da Tomas Milian e Orson Welles. Con Roberto Benigni partecipa nel 1979 a I Giorni Cantati di Paolo Pietrangeli. Tra le sue opere letterarie Il sasso dentro del 1990 e Sveglia nel buio del 1997. Per Jaca Book era uscita quest’anno la sua autobiografia Se la vita ti da uno schiaffo. Giornalista pubblicista ha curato rubriche per L’Unità e per Liberazione e ha collaborato a lungo con il Manifesto.
Iscritto per la prima volta al Pci nel 1956, Della Mea aveva sempre seguito con attenzione il dibattito interno alla sinistra italiana. Nel 2007, in una dura requisitoria contro l’allora presidente della Camera Fausto Bertinotti, aveva scritto: "Noi siamo stati l’etica della sinistra, quella che è stata distrutta nel nome della ragione di partito. E’ questo l’errore più grave che non abbiamo saputo o voluto vedere". In una delle ultime interviste, rilasciata aLiberazione il 15 maggio scorso, Della Mea aveva svolto una riflessione sugli obiettivi comuni della sinistra italiana: "Credo sia molto importante combattere a fondo contro il berlusconismo, perché è trasversale, tocca tutti, sia a destra che a sinistra. C’è bisogno di politica vera, fatta per strada, che venga fuori dalle proprie stanze".