Luminara dal basso

Anche quest’anno la Luminara, probabilmente l’evento pubblico del calendario pisano più famoso del mondo, si è conclusa. La festa, suggestiva come sempre, questa volta si è portata con sé una coda di polemiche e discussioni continuate fino al momento dell’accensione dei lumini, e forse destinate a far parlare di sé anche nei prossimi giorni.
 
Tutto è iniziato con una serie di problemi organizzativi da parte del Comune, indeciso se gestire direttamente l’illuminazione dei lungarni o se appaltare il lavoro. Questa indecisione ha portato a notevoli ritardi nell’allestimento dei tradizionali lumini, ritardo che, se sommato ai numerosi palazzi rimasti bui durante la Luminara dell’anno scorso, hanno fatto temere il peggio al Comune che, ancora una volta, probabilmente in preda al panico, è ricorso alla bacchetta magica consegnata da Maroni a tutti i sindaci d’Italia: ecco allora spuntare due nuove ordinanze. La prima prevede salatissime multe ai residenti del Lungarno che non si impegneranno ad illuminare la facciata del proprio palazzo e a spegnere qualsiasi tipo di luce elettrica.
 
La seconda invece è volta a contrastare la vendita abusiva di alcol.
Basta proprio poco per rendersi conto di come il Comune abbia tentato di mascherare le proprie mancanze attraverso l’affrettata imposizione di provvedimenti quantomeno discutibili, che puniscono economicamente chiunque decida di non prender parte alla retorica imbastita per l’evento.
Forse tuttavia un provvedimento impopolare e di fatto inutile (tantissimi infatti i ricorsi promessi dai residenti, a fronte di eventuali multe) nasconde una buona intenzione, quella di stimolare e favorire la partecipazione dal basso ad una festa che dovrebbe essere sentita e dunque partecipata, attivamente, da tutti i pisani. Ammettendo questa ipotesi però diventa veramente difficile comprendere ciò che è successo di fronte al palazzo ex-Enel nel pomeriggio di ieri.
 
Come ogni anno dal 2005 ad oggi, una serie di collettivi politici facenti parte dell’area antagonista pisana – Precari Autorganizzati, Progetto Prendocasa e Newroz – ha avviato i preparativi per organizzare una festa di fronte all’enorme palazzo ex-Enel, sul Lungarno Pacinotti. Scopo dell’iniziativa è sempre stato quello di denunciare lo stato di abbandono di uno stabile al centro di uno scandalo immobiliare che ha coinvolto i cosiddetti “furbetti del quartierino”, arrestati qualche mese dopo che a Pisa erano stati smascherati alcuni dei loro traffici. L’appuntamento, come ogni anno, prevedeva l’illuminazione della facciata del palazzo (che altrimenti rimarrebbe ovviamente buia) e una festa musicale sul Lungarno di fronte.
 
I ragazzi dei collettivi hanno iniziato ad allestire la facciata, grazie a lumini e biancherie fornite dal Comune, già dal pomeriggio di domenica, ma i primi problemi si sono verificati solo verso le 16 di ieri, quando una delegazione del Comune, accompagnata da un nutrito gruppo di forze dell’ordine, ha intimato ai ragazzi di abbandonare il lungarno antistante il palazzo. L’ordinanza parla chiaro: niente musica, niente bevande, niente panini, insomma: niente. Gli organizzatori hanno allora tentato di far notare che esiste anche un’altra ordinanza che punisce chi lascia in stato di abbandono le facciate dei palazzi. Il loro lavoro, completamente gratutito (ricordiamo per inciso che il costo per il collocamento, l’accensione e la rimozione dei lumini da un palazzo di quelle dimensioni è di circa 800 euro) è servito ad aggiungere alla coreografia organizzata dal Comune un palazzo in più.
 
Inoltre, se c’era l’intenzione di impedire la festa, come mai, chiedono i ragazzi, nessuno ha pensato di palesare tale intenzione prima che la facciata del palazzo venisse allestita? Anziché fornire risposte, tuttavia, i rappresentanti del Comune e alcuni vigili urbani presenti continuano ad accampare problemi alquanto discutibili; si parla di rischi per l’ordine pubblico, di abusivismo, del rischio di rovinare l’atmosfera della festa. Gli organizzatori rispondono che durante le altre quattro edizioni non c’è mai stato alcun problema di ordine pubblico, né proteste per quanto riguarda la musica (d’altronde durante la Luminara sono decine i bar e i locali che improvvisano punti di diffusione musicale che continuano fino a tarda notte), e che parlare di abusivismo per quanto riguarda un’iniziativa completamente autorganizzata, autofinanziata e senza scopo di lucro a fronte dell’abusivismo edilizio di cui l’ex-Enel rappresenta un grandioso monumento è quantomeno discutibile.
 
La discussione continua per ore, ma di fatto non c’è alcun dialogo: la scelta del Comune, quest’anno, è chiara: nessuno spazio per chi parla fuori dal coro; nessuna possibilità per chi non si conforma pedissequamente alle norme dettate dall’estro estemporaneo del Sindaco e della sua giunta. Continua insomma il tentativo di imporre una visione della città ben precisa. Prima di tutto si tenta di incrementare una divisione, artificiosamente creata, tra due città: quella di chi lavora, di chi la mattina alle 8 si sveglia, torna a casa dal lavoro alle 18 e alle 22 va a dormire e quella di chi invece vivrebbe una vita fatta di soli divertimenti, musica e feste fino all’alba, inciviltà e rifiuto della civile convivenza. Da questa contrapposizione fittizia si deduce poi l’esigenza di conformare la città alle esigenze del primo gruppo, e quindi l’esigenza di ordinanze e divieti.
 
Ecco allora che non c’è posto per Rebeldia, non c’è spazio per Argini e Margini, e ovviamente non c’è posto per chi la sera della Luminara oltre ad osservare il bellissimo spettacolo dei Lungarni, vuole ballare, divertirsi, pensare.
L’epilogo della vicenda? Comune e vigili hanno minacciato multe, sequestri e persino denunce, ma la festa sotto all’ex-Enel c’è stata lo stesso. Una festa partecipata da tantissime persone, che non sembravano per niente infastidite né dalla musica (che peraltro è terminata molto prima che in numerosi altri luoghi “ufficiali” della città), né dai lumini collocati sulla facciata del palazzo, né dal piccolo spettacolo pirotecnico che gli antagonisti hanno realizzato subito dopo quello offerto del Comune.
 
J. Bonnot
 
Pubblichiamo di seguito il volantino diffuso dagli organizzatori della festa all’ex-Enel:
 
L’altra Luminara

Le tensioni, le contraddizioni, i malumori che quest’anno hanno attraversato la nostra città hanno avuto un’intensità tale da raggiungere e colpire anche la Luminara, l’appuntamento più caldo del cosiddetto Giugno Pisano. Dopo un goffo e fallimentare tentativo di esternalizzare l’organizzazione dell’evento, l’amministrazione cittadina è corsa ai ripari, mostrando tutta l’arroganza che fin dal suo insediamento l’ha contraddistinta: guai a non partecipare all’allestimento dell’evento, mettendo a nudo la distanza sempre maggiore tra il Comune e un’ampia parte di città, pena multe saltissime. Per la sera della Luminara non è concesso nessuno spazio alla polemica, al dissenso, a chi, pur volendo partecipare ad una festa indubbiamente suggestiva, non è disposto a scordare i problemi che affliggono questa città, primo tra tutti quello della speculazione edilizia. Per questo uno spazio del genere è necessario conquistarlo.
Come ogni anno, abbiamo deciso di illuminare la facciata del palazzo ex-Enel per portare luce su quello che è un vero e proprio buco nero della nostra città (a chi recapiterebbe il Comune la multa per non aver illuminato la facciata?!). L’enorme palazzo costituisce infatti un gigantesco monumento alla speculazione edilizia, alla volontà di lasciare mano libera ai poteri forti, affrontando il problema casa attraverso altisonanti proclami piuttosto che attraverso interventi efficaci. La storia dell’ex-Enel è ormai nota: il palazzo è stato coinvolto nello scandalo che ha portato alla luce le losche trame dei cosiddetti “furbetti del quartierino” Fiorani, Coppola e Ricucci. Da anni, se si escludono le numerose occasioni in cui il palazzo è stato temporaneamente occupato, lo stabile è chiuso e consegnato al degrado. Ma sembra che questa situazione stia per terminare, perché pare che il gruppo di costruzioni Panchetti, quello che lavora al Porto di Marina per intendersi, abbia acquistato lo stabile per trasformarlo in un complesso residenziale. Insomma, dopo anni di abbandono funzionali al profitto di grandi immobiliaristi senza scrupoli, si passa ad un progetto di utilizzo funzionale al profitto di altri immobiliaristi senza scrupoli. D’altronde non c’è da meravigliarsi più di tanto: è di pochi giorni fa la notizia che grazie alla famosa “variante urbanistica” approvata dal Comune la Mattonaia, altro scandalo di vecchia data, potrà essere utilizzata per costruire un albergo.
Contro tutto questo, la ricetta che proponiamo è semplice ed efficace: si chiama occupazione.


Precari Autorganizzati – Progetto Prendocasa – S. A. Newroz

 

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