Telecamera nascosta a Rebeldía: Pisamo e Cpt dicano la verità e si assumano le loro responsabilità!

Riportiamo il comunicato stampa di Rebeldia in risposta alle dichiarazioni di Paolicchi (amministratore unico della Pisamo) uscite ieri sul Tirreno.

Il comunicato del Presidente della Pisamo Alberto Paolicchi contiene ammissioni estremamente gravi e dichiarazioni false.

Primo – Non esiste alcuna segnalazione pubblica nello spazio di via Battisti del fatto che si tratti di un’area videosorvegliata, come previsto dalla legge. I cittadini che entrano nel piazzale non sanno di essere ripresi.
Ciò è ancora più grave visto che lo spazio è frequentato da dipendenti di Pisamo e di altre ditte che lavorano per il Comune, che in questi anni sono stati spiati senza esserne a conoscenza. Inoltre nel piazzale accedono quotidianamente privati cittadini, anche minorenni, che vengono a frequentare le attività del Progetto Rebeldia, così come altri che usufruiscono del servizio della ricicletta o della punzonatura svolto da Pisamo. Ci pare incredibile che Paolicchi sostenga con leggerezza che tutte queste persone siano state spiate illegalmente per mesi, eppure è esattamente quanto ammesso sulle pagine del Tirreno di domenica. 
Secondo – Paolicchi sostiene che questa telecamera è stata installata da Pisamo prima che Rebeldìa entrasse in quello spazio.
Questa affermazione è falsa. Quella telecamera è stata installata dopo il nostro arrivo. Infatti la documentazione fotografica che alleghiamo alla denuncia dimostra che la telecamera è stata installata tra giugno e novembre 2008, mentre Rebeldia ha cominciato a utilizzare i locali dal marzo 2006, con un regolare contratto di comodato stipulato con CPT.Ad ogni modo, se anche fosse stato vero che i locali erano videosorvegliati al nostro arrivo (fatto, ribadiamo, falso), chi ha messo le telecamere avrebbe avuto l’obbligo di segnalarle agli avventori, come da normativa vigente.
Terzo – Paolicchi sostiene che le telecamere avessero una funzione di prevenzione dei reati di furto.
Questo è impossibile. Come abbiamo mostrato alla stampa, non si tratta di una normale telecamera di videosorveglianza, come se ne trovano nel parcheggio della Pisamo, ma al contrario di un piccolo dispositivo di 5 centimetri che è stato nascosto in un tubo di ferro in modo da non poter essere visto. Questo vìola il principio fondamentale della videosorveglianza, ovvero di mettere bene in mostra le telecamere in funzione di deterrente, come espresso dalla normativa sulla Privacy. 
Alla luce dei fatti, vi sono delle domande per cui esigiamo una risposta. Il piazzale non è di proprietà della Pisamo, bensì di CPT, che concede i locali a Pisamo per il servizio della Ricicletta. CPT era al corrente del fatto che Pisamo aveva installato delle telecamere in maniera illegale per spiare le attività del piazzale? Dato che la responsabilità dei fatti ricade su delle aziende municipalizzate, chiediamo al Comune se fosse al corrente di quanto stava avvenendo e comunque di prendere provvedimenti per tutelare i diritti di cittadini, lavoratori e migranti.
Le dichiarazioni di Paolicchi sono quindi estremamente pesanti e ne dovrà rispondere alla città, visto che questi atti della Pisamo vìolano chiaramente le garanzie sancite dalla legge e costituiscono gravi reati penali.
Anche questa volta vorremmo sapere dove sta la legalità e dove l’illegalità. È illegale chi da anni fa iniziative sociali in città alla luce del sole ed in pubblico, o chi, da presidente di una azienda municipalizzata, è convinto di poter spiare cittadini, peraltro diramando dichiarazioni false sui media.
Quanto dichiarato da Paolicchi ci dà ulteriori certezze sulla strada intrapresa, ovvero la denuncia ai carabinieri, che speriamo porti luce su questo episodio inquietante. 
26/07/09
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