12 posti di lavoro a Pisa, 58 in Toscana: sono questi i nuovi tagli proposti dalla Pam.
La recente approvazione del Patto per il lavoro nel Commercio (con la firma anche della Cgil) ha rafforzato le grandi catene di distribuzione a discapito dei lavoratori, del loro potere di acquisto e di contrattazione.
Il patto siglato a Giugno 2009 e il contratto nazionale del commercio 2008 permettono al padronato di obbligarci al lavoro domenicale, di farci lavorare 13 ore consecutive senza riposo settimanale; mentre agli apprendisti neo assunti è toccato il prolungamento dell’orario settimanale (così, sono più numerosi quelli che non trovano lavoro!). Per non parlare della deregolamentazione dell’orario di lavoro calcolato su più periodi e dello straordinario che passa da 200 a 250 ore all’anno, senza alcun vincolo (altri disoccupati che restano disoccupati!).
Il fatturato del gruppo Pam arriva a quota 2.700.000 (in migliaia di euro) con una forza lavoro di circa 10 mila addetti; solo i supermercati Pam in Italia sono 99 e in questi anni il bilancio è stato quasi sempre in attivo.
Ma allora perché licenziare?
Non è la prima volta che la Pam annuncia tagli agli organici e anzi ogni anno il Gruppo torna alla carica con pacchetti di licenziamenti
Ridurre gli organici, aumentare i carichi di lavoro e gli straordinari, chiudere i supermercati dove maggiore è la concorrenza per aprirne di nuovi (anche nel corso di quest’anno) in altre province.
Il tutto avviene sulla pelle di lavoratori e lavoratrici messi alla porta solo perché l’azienda vuole accrescere i propri profitti giudicando poco redditizi alcuni supermercati, disinvestendo in alcune province per investire in altro dove magari può contare sui compiacenti aiuti di qualche Provincia eo gruppo bancario.
Questa scelta è inaccettabile.
Per queste ragioni espriamo sostegno ai lavoratori e alle lavoratrici della Pam.
Basta con i supermercati usa e getta.
Maggiori investimenti e meno sfruttamento.
Salvaguardiamo i posti di lavoro.
Confederazione Cobas