Il fondo per i rimpatri è gestito essenzialmente dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) che è la principale organizzazione intergovernativa in ambito migratorio.
Un sistema che dovrebbe interessare sono alcune categorie come i richiedenti asilo, gli stranieri accolti per motivi umanitari, le persone recuperate dallo sfruttamento per fini sessuali, a Pisa è stato esteso ai rom e ai senegalesi.
La Ciccone, assessore alle politiche sociali e presidente della Società della Salute, ha precisato che “non c’è niente di imposto”, sarà tutto vero? Oppure si sta parlando di soggiorno obbligato di mussoliniana memoria?
I rom che hanno deciso di partire lo hanno fatto solo perchè non ricevevano nessun aiuto e non è stata offerta loro nessuna alternativa se non quella di firmare un patto in base alla quale si sarebbero impegnati a non tornare, per circa un anno, sul territorio pisano.
Volevo ricordare ai nostri amministratori che gli esseri umani non sono merce da spostare a nostro piacimento, da respingere in mare, da rinchiudere nei Cie. Non si può affrontare il tema delle migrazioni sempre in maniera emergenziale senza avere una visone più ampia e con obiettivi a lungo termine, altrimenti la vera conseguenza è solo lo sperpero dei soldi pubblici.
Pisa, comunque, non è l’unica città governata dal centrosinistra dove si incentivano le partenze degli immigrati. A Vicenza i "rimpatri mutuati" sono stati inventati cinque anni fa, con la collaborazione della Caritas locale: ogni anno la giunta comunale stanzia 50 milioni di euro e per il 2009 il budget è già esaurito. A Treviso il progetto sui rimpatri esiste da quattro anni e coinvolge Comune, Caritas, sindacati e aziende. Anche a Rovigo succede qualcosa di simile: la giunta di centrosinistra ha stanziato mille euro per ogni famiglia rom che se ne andrà con l’impegno di non tornare mai più.
magdur