Nelle città italiane ci sono ancora 23 milioni di tonnellate d’amianto.
Cosa facciamo in Toscana e nella provincia di Pisa??
Un lungo elenco dei risarcimenti per gli effetti sulla salute dovuti all’esposizione da amianto, non ultimi figurano i militari.
Da anni le famiglie di altre 300 vittime (sempre tra militari della marina) hano accusato i vertici militari e intentato una causa per il risarcimento dopole morti e le gravimalattie che hanno colpitoi loro familiari.
L’amianto era presente in molte navi della marina militare a rivestimento di diverse parti: dalle tubature ai macchinari alle cabine e sino ad ora i casi di morti per mesotelioma pleurico, il tumore messo in diretta relazione con l’esposizione alla fibre d’asbesto, ha causato la morte di oltre 300 militari imbarcati. Questi si aggiungono alla lunga lista dei casi già conosciuti nel nostro paese per esposizione lavorativa, cui vanno aggiunti quelli che insorgono per effetto di esposizioni familiari, domestiche o ambientali, per cui è presente una sorveglianza epidemiologica che copre 19 delle 21 regioni italiane.
La frazione identificata come dovuta ad esposizioni lavorative è vicina all’80% negli uomini, inferiore delle donne, mentre una cifra vicina al 10% dei mesoteliomi risulta associata ad esposizioni non lavorative, ma ambientali e domestiche e colpisce soprattutto le donne. Questa frazione è particolarmente elevata in situazioni locali, per l’effetto determinato da aziende del cemento-amianto, come esemplificano le situazioni di Casale Monferrato (Alessandria), Bari, Broni (Pavia) e i numerosi poli di insediamento della cantieristica navale e della decoimbentazione delle carrozze ferroviarie.
Ancora la cifra dei mesoteliomi che si riscontra per cause non lavorative e come tali non ha diritto al risarcimento appare in crescita..
Le bonifiche di quanto resta sul territorio languono anche a fronte dei censimenti, ancora non definitivi, che sono stati fatti dalle varie agenzie territoriali.
A 17 anni dalla messa al bando dell’amianto, la stima (appunto ancora di stima si parla dal momento che ancora quattro regioni non hanno consegnato alcun dato al riguardo) delle quantità ancora presenti nei vari ambienti urbani parla di 23 milioni di tonnellate. E da qui al 2015 anno in cui l’aminato dovrebbere essere totalmente smaltito. Che cosa stiamo facendo nella regione Toscana??
Confederazione Cobas