Aumentano i ricorsi alla Corte Costituzionale: il reato di clandestinità è illegittimo e incostituzionale.

Dopo i tribunali di Pesaro e Torino, aumentano i giudici che sollevano la questione di legittimità alla Corte Costituzionale sul reato di clandestinità, introdotto dalla legge n.94 del 15 Luglio scorso.
 
I giudici contestano la violazione di ben quattro articoli della Carta Costituzionale.
L’articolo 10 bis della legge 94, nella parte in cui prevede il soggiorno illegale nel territorio nazionale contrasterebbe con i seguenti principi della Costituzione: l’articolo 3 (principio di uguaglianza); l’articolo 2 (violazione dei diritti fondamentali dell’essere umano) e l’articolo 25 (principio di legalita’ sotto il profilo della punibilita’ di condotte materiali ascrivibili alla volonta’ di un soggetto).
 
In relazione all’articolo 25, i Pm torinesi sottolineano che "la norma incriminatrice sanziona, nella sostanza, una mera condizione perosnale dello straniero clandestino e, cioe’, il mancato possesso di un titolo abilitativo all’ingresso o alla permanenza nel territorio dello Stato, una condizione che – prosegue sempre la nota – la Corte Costituzionale ha gia’ ritenuto una condizione soggettiva che di per se’ non e’ univocamente sintomatica di una particolare pericolosita’ sociale".
 
Inoltre dalla configurazione come reato dello status di clandestino derivano una serie di conseguenze sul piano del riconoscimento dei diritti inviolabili dell’uomo, garantiti anche da convenzioni internazionali, quali il diritto del minore straniero all’identificazione e alla cittadinanza al momento della nascita e il diritto all’istruzione superiore.
 
Intanto la società civile si sta muovendo: il 25 settembre, in sessanta città italiane, si terra il "Clandestino Day" (promosso dal settimanale Carta). Centinaia di associazioni, sindacati, reti antirazziste e coordinamenti di migranti organizzeranno, nello stesso giorno, ogni genere di attivita’: tornei di calcio e proiezioni di film, dibattiti e sit in, lettere di autodenuncia come disobbedienti alla legge che discrimina gli irregolari.
 
Si scenderà in piazza per dire NO al pacchetto sicurezza, i cui obblighi non sono oggetto di tutela penale, ma sono l’espressione di una condizione individuale, la condizione di migrante, e la relativa criminalizzazione assume solo un connotato discriminatorio.
 

Magdur

Questa voce è stata pubblicata in Migranti, Mobilitazioni. Contrassegna il permalink.