Pensiamo che il nostro Paese abbia bisogno di continuità culturale al pensiero nonviolento dei filosofi e maestri che tutto il mondo studia e ci riconosce: Aldo Capitini, Danilo Dolci, Lanza dal Vasto, Lorenzo Milani, Tonino Bello, Ernesto Balducci. Questa continuità culturale deve rimanere negli ambienti accademici universitari italiani. La didattica e la formazione sono necessari affinché i processi culturali di filosofia e pratica della nonviolenza non tramontino oggi. Essi contraddistinguono il nostro percorso universitario e sono gli unici strumenti di un autentico cambiamento sociale. Se Scienze per la Pace scomparisse verrebbe meno quell’idea di pace che ormai da sola cerca di farsi strada in mezzo ad altre: parliamo di una lotta a difesa delle istituzioni democratiche nel nostro paese e nel mondo esclusivamente senz’armi. Questo tipo di studi non può non essere compreso e non avere pari dignità all’interno del sistema universitario italiano. L’Università italiana ha bisogno di un percorso completo che crei una nuova grammatica ed etica della politica e dell’agire sociale.
Inseriti in un contesto italiano ed europeo sempre più sordo alle esigenze dei popoli al di là del Mediterraneo, in cui la recente crisi finanziaria ed economica non può avere risposta se non con un alternativo modello di sviluppo, assistiamo da tempo ad una precarizzazione della cultura, che è e sempre sarà critica sociale; ad un attacco a qualsiasi voce fuori dal coro, un mondo in cui la parola “Pace” viene depauperata del proprio significato. Ma qualcuno a Pisa è riuscito, negli anni, a creare un centro di studi “fuori dal coro”, in cui gli studenti possano cimentarsi nella ricerca di un’alternativa. Oggi questo corso rischia di essere dimezzato, vanificandone sostanzialmente il progetto. I motivi sono molteplici, dai tagli economici degli ultimi governi alla mancanza di sostegno politico affinché un corso del genere esista.
I laureati in passato e coloro che si laureeranno prossimamente, saranno condannati a un’esistenza puramente testimoniale di questo percorso formativo. L’Ateneo di Pisa, così come il Comune di Pisa proclamatosi “Comune per la Pace”, si sono vantati in passato della presenza di questo fiore all’occhiello e del prestigio che Scienze per la Pace ne dava. Ora, noi studenti siamo i promotori di una difesa di questo patrimonio culturale che rischia di estinguersi. Per questo vogliamo dare concretezza a ciò che studiamo, lottando senza violenza, affinché il corso non sia chiuso né resti a metà. La completezza degli studi, data soltanto dal percorso quinquennale, è garanzia di un approccio serio e scientifico alla nostra
ricerca.
Il potere ha sempre temuto le critiche. Ma se uniamo le nostre voci, se facciamo sentire che siamo in tanti e che questo corso è necessario, siamo sicuri che riusciremo ad evitare qualsiasi pericolo.
Per sostenerci firmate la petizione on line: http://www.petitiononline.com/savesplp/petition.html, oppure mandate una mail a scienzeperlapace@gmail.com
L’Assemblea degli studenti di Scienze per la Pace.
Pisa. 25 settembre 2009
Petition to save the only Peace Studies university course in Italy: Pisa University’s "Scienze per la Pace"
The university course in Pisa, the only one of its kind in Italy, was set up out of a need for an international culture of peace which came about after the second world war, when several institutions were created in northern Europe and the USA, and which are still operating today. Our studies, which are needed more and more, offer us the opportunity to find alternative, non-violent solutions to conflict resolution. Our interdisciplinary approach is fundamental for the analysis of what is happening in the world. In our opinion peace doesn’t mean the mere absence of conflicts, it does mean active construction of a better reality. Therefore, the quest for peace is led by a scientific approach and a strategic study of various proposals and specific methods.
We think that our country needs the continuity of the non-violent culture of our philosophers and masters that are studied all over the world, such as Aldo Capitini, Danilo Dolci, Lanza dal Vasto, Lorenzo Milani, Tonino Bello, Ernesto Balducci. This cultural continuity must remain in the academic world of the Italian university. Teaching and training are necessary to avoid the decline of non-violent philosophy, culture and experiences. Our course is based on them and we think they are the only tools for a real change in our society. If Scienze per la Pace ceased to exist, the will to defend democratic institutions both in Italy and in the rest of the world without using arms would be even weaker than now. Peace studies cannot fail to be included and not have equal dignity within the Italian university system. The Italian University needs a thorough course of peace studies to create new cognitive and ethical foundations for politics and social action.
In an Italian and European context which is daily more and more more impervious to the needs of those on the other side of Mediterranean Sea, in a geographic zone where the reply to the recent economic and financial crisis can only be an alternative model of development for some time now a fierce attack on culture in our country has been in act, an attack on any different voice and dissonant idea. The meaning of the word "peace" is being impoverished. But there were some in Pisa who were able to start up this different school. Today this course is in danger of being halved, frustrating its purposes, its project. There are several reasons: from the government’s cuts to the lack of any real support inside the university for the existence of this course, which does not fit into the normal scheme of things.
Students who have got their Bachelor’s or Master’s Degree over the years, and those who are going to graduate soon, will be condemned to being simple witnesses of this university course. The University and Municipality of Pisa (which likes to describe itself as a "peace municipality"), have praised themselves in the past for the prestige that our course gave them, but now they are abandoning us. We, the students, are standing as the only defence of this cultural heritage. We want to give concreteness to what we study by struggling without violence so that this course will not close nor be halved. Completeness of studies is the guarantee of a serious and scientific approach to our research.
Power will always be afraid of criticism. But if our voices join together, if there are large numbers of us and if we can convince those who take the decisions that this course is necessary, we are sure we will be able to hold off the threat.
To sign the petition go to http://www.petitiononline.com/savesplp/petition.html, or send a mail to salvascienzeperlapace@gmail.com
Signed by the Students Assembly of Scienze per la Pace
Pisa, 25th September 2009