È una sorta di indulto mascherato il Piano per l’emergenza carceri che, su proposta del guardasigilli Angelino Alfano, verrà approvato oggi in consiglio dei ministri. Oltre alla costruzione di 24 case circondariali tra nuovi edifici e ampliamenti di quelli già esistenti, per la cifra di 1,3 miliardi in tre anni (tutti peraltro ancora da individuare), il programma per decongestionare i penitenziari italiani messo a punto dal capo del Dap Franco Ionta prevede infatti la modifica dell’articolo 385 del codice penale.
Un ritocco che consentirà a tutti i condannati a pene fino a 12 mesi di uscire di prigione e di scontarle "nella propria abitazione o in altro luogo pubblico o privato di cura, assistenza, e accoglienza".
Evidente il beneficio, dal momento che "secondo stime dell’amministrazione", nel settembre 2009 circa il 32% dei reclusi doveva espiare "pene residue non superiori a un anno". E poiché "a oggi sono presenti nei 206 istituti penitenziari 64.859 detenuti con un inarrestabile trend di crescita" calcolato in circa 800 nuovi "ospiti" al mese, significa che – una volta varato il provvedimento – torneranno a casa quasi 21mila carcerati.
Più o meno gli stessi posti che il Piano di edilizia penitenziaria si prefigge nel contempo di aumentare: 2.372 in più entro quest’anno; 8.804 per il 2010 (grazie alla costruzione di 9 nuove carceri e 8 istituti flessibili; più 5 nuovi padiglioni); 5.596 nel 2011 (5 padiglioni, compreso quello maxi di Rebibbia); 7.029 per il 2012.
E a poco servirà l’altra modifica introdotta a corredo, ossia l’inasprimento delle pene in caso di evasione (raddoppiata nel minimo e triplicata nel massimo) nonché l’esclusione dei reati di mafia, ovvero il 41 bis.
L’altra novità riguarda le procedure da seguire per l’attuazione del Piano: il modello evocato nel Piano è la ricostruzione dell’Aquila. Delegato a gestire l’urgenza sarà con ogni probabilità Franco Ionta, già nominato prima dell’estate commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria. Il quale, come già Guido Bertolaso per il terremoto in Abruzzo, avrà le mani libere: potrà "agire in deroga ad ogni disposizione vigente", nominare consulenti esterni e soprattutto godere di quel regime speciale che – trattandosi di materie attinenti alla sicurezza nazionale come le carceri – "legittima la secretazione delle procedure di affidamento dei contratti pubblici".
In sostanza potrà fare tutti gli appalti che vuole, come vuole: tanto l’intera documentazione verrà classificata come "riservatissimo". E già qualche idea di costruire carceri tramite project financing emerge, come si legge in questo articolo de Il Sole 24Ore.
Intanto, aspettando il piano carceri, i detenuti italiani hanno raggiunto il record di presenze dal dopoguerra (64mila: 20mila più dei posti regolamentari), anche se i reati, da due anni, sono in calo. Aspettando il «piano carceri», gli ospiti delle patrie galere aumentano al ritmo di 800-1000 al mese.
Aspettando il piano carceri, muore un detenuto ogni due giorni e nei primi sette mesi del 2009 il numero dei suicidi (45) è raddoppiato rispetto all’anno precedente. Aspettando il piano carceri, lo spazio vitale per ciascun galeotto si riduce progressivamente a poco più di un paio di metri quadrati e gli spazi comuni, teoricamente destinati alle attività riabilitative (lavoro, sport, studio), spariscono.
Aspettando il piano carceri, forse sarebbe stato opportuno avviare una riflessione sulle misure alternative, meno costose e più vantaggiose per la sicurezza collettiva. Lo ha ammesso – a luglio – lo stesso guardasigilli. Ma dovrà convincere gli alleati della Lega.
Aspettando il piano carceri, i detenuti trascorrono le giornate nell’ozio, chiusi in cella da 16 a 18 ore, mentre le misure alternative colano a picco, tanto da aver toccato il minimo storico (10mila), a tutto vantaggio della recidiva (il carcere "chiuso" produce il triplo della recidiva rispetto a quello "aperto").
Aspettando il piano carceri, l’Italia ha subìto la prima condanna della Corte di Strasburgo per «trattamenti inumani e degradanti» e altre se ne profilano, con tanto di risarcimento danni per milioni di euro ai detenuti. Aspettando il piano carceri, l’amministrazione penitenziaria continua a navigare nei debiti (il sistema costa 3 miliardi di euro l’anno, ma il bilancio è sempre in rosso), con ripercussioni sulla vivibilità delle galere, sulla sicurezza, sulla riabilitazione.
A differenza del "signor Godot", il piano carceri oggi approda al CdM ma l’attesa di una risposta reale sarà ancora molto lunga.
Fonti: La Repubblica, Il Sole 24 Ore
A cura di Zeliha P.
Articoli correlati:
64.000 in carcere… e le misure alternative con il contagocce.
02 Settembre, 2009
Delle vostre galere un giorno un buon uso sapremo far. Riflessioni sulle carceri italiane.
29 Agosto 2009
Detenuti e misure alternative, statistiche aggiornate.
02 Giugno, 2009
Superati i 62.000 detenuti e presentato il "piano carceri"
05 Maggio, 2009
Carcere: sovraffollamento e condizioni disumane. In Toscana Pisa e Firenze sono tra le peggiori
29 Aprile, 2009
Carcere Don Bosco: Un migrante si toglie la vita. Penitenziario sotto i riflettori
14 Aprile, 2009