Duro attacco al Movimento di Lotta per la casa di Firenze

Le cronache degli ultimi mesi ci hanno ormai abituati, purtroppo, ad un uso criminale della legge. Il "problema giustizia" di cui si riempie la bocca l’attuale maggioranza, compatta nel tentativo di salvare il proprio duce dalla possibilità di esser giudicato come ogni comune mortale, ha poco a che vedere con ciò di cui stiamo parlando. Dopo l’arresto nelle scorse settimane di cinque persone che si battevano per il diritto alla casa a Roma, è del 15 ottobre la notizia della condanna in cassazione a un anno e quattro mesi di carcere per Lorenzo Bargellini, militante del Movimento di lotta per la casa di Firenze da sempre impegnato per la tutela del diritto all’abitare.
Bargellini è stato giudicato colpevole perchè nel 1995 insieme ad altre 200 persone, ha fatto irruzione all’interno della sala del consiglio comunale di Firenze per chiedere l’avviamento di una trattativa con il Sindaco di Firenze per ottenere la riapertura dell’Assessorato alla Casa, allora cancellato e sostituito con l’assessorato alla sicurezza sociale.
A Firenze come a Roma si utilizza si risponde con pesanti condanne a chi chiede diritti, rifiutando a priori un confronto politico giudicato evidentemente troppo complesso, per scegliere la più semplice via legale. Così problemi politici fondamentali, come la rivendicazione del diritto alla casa, vengono trasformati, con noncuranza, in problemi di ordine pubblico.
Riportiamo di seguito il comunicato del Movimento di Lotta per la casa di Firenze e uno dei primi documeti di solidarietà firmato Agenzia Sociale per la Casa.
 
J. Bonnot
 
Condanne per l’occupazione del consiglio comunale del 1995
Si è svolta, nella giornata di ieri, presso la Corte di Cassazione di Roma l’udienza per discutere il ricorso in Cassazione presentato dai legali di Lorenzo Bargellini. L’udienza è terminata in tarda serata e il ricorso è stato dichiarato inamissibile. E’, quindi, confermata la condanna a Lorenzo Bargellini ad un’anno e quattro mesi per il reato di Violenza a Corpo amministrativo e politico dello stato..Ed è proprio sulla natura del reato che è stato presentato il ricorso in cassazione.
I FATTI: Il sette novembre 1995 circa 200 donne, uomini e bambini fanno irruzione nel Consiglio Comunale. Anticipano l’arrivo di consiglieri e assessori. Lo scopo dichiarato era l’avvio di una trattativa con il Sindaco di Firenze per ottenere la riapertura dell’Assessorato alla Casa, allora cancellato e sostituito con l’assessorato alla sicurezza sociale. Dopo due ore di proteste, gli occupanti lasciarono spontaneamente il Consiglio. Non ci furono incidenti ma solo alcuni momenti di tensione. Nei giorni successivi tutti i partiti CONDANNARONO l’irruzione in Consiglio e fù avviata una pesante inchiesta giudiziaria. L’inchiesta arrivò ad ipotizzare, con l’aiuto di qualche "pentito", anche l’ipotesi di reato di "associazione per delinquere".
L’ITER GIUDIZIARIO: Quasi tutti i Consiglieri Comunali rilasciarano dichiarazioni spontanee particolarmente pesanti ai magistrati. Diciharazioni che furono puntualmente ritrattate nel processo di primo grado. Nonostante il dibattimento ricostruì la dinamica dei fatti come PROTESTA e non come atto di violenza le condanne non mancarono. Da due anni a otto mesi a seconda delle reponsabilità attribuite ai militanti del movimento. Il processo di appello ha diminuito leggermente le condanne (da un’anno e quattro mesi sino a sei mesi e alcune assoluzioni…). Da qui la decisione di ricorrere in Cassazione. Decisione maturata, non solo in funzione della pena, ma sopratutto in funzione del reato attribuito. Ricordiamo che VIOLENZA A CORPO POLITICO E AMMINISTRATIVO DELLO STATO è un vecchio reato attribuibile al codice Rocco e prevede sanzioni penali che vanno dai sei ai quindici anni, e diventa un pericoloso precedente per chiunque, oggi, esprime il proprio DIRITTO DI CRITICA NEI CONFRONTI DELL’OPERATO ISTITUZIONALE. Nonostante l’accalorato impegno dei legali la materia del reato non sarà ridiscussa in Corte Costituzionale e la sentenza è stata confermata…
LIBERTA’ DI MOVIMENTO Risparmiamo la "retorica" inerente alle lotte sociali e quant’altro…Ma ci preme ribadire che un insieme di reati che vanno dal blocco stradale alla rsistenza a pubblico ufficiale, alle occupazioni di stabili, all’interruzione di pubblico servizio rappresentano, nella società attuale una vera e propria "abiura" del diritto costituzionale. Un metodo e una forma per organizzare il controllo sociale e disciplinare dei movimenti. Queste aberrazioni del Diritto, insieme all’applicazione dei vari "pacchetti sicurezza" che distruggono la vita di milioni di migranti sono l’humus quotidiano sulla quale sopravvive una società precaria…la ricerca costante di sicurezza nella precarietà significa stroncare sul nascere ogni possibile momento di insorgenza sociale e anche qualsiasi elemento di costruzione di un altro mondo possibile…
Le troppe condanne accumalate dal Movimento di Lotta per la Casa, come dai movimenti contro la guerra, contro la precarietà e contro la privatizzazione dei "saperi" sono il segnale chiaro di istituzioni che fanno paura e che hanno paura…
Libertà, oggi, significa costruire le BASi concrete e quotidiane di percorsi credibili nella società e di rapporti sociali aperti, tesi a organizzare un futuro diverso per tutte e tutti.
Non ci spaventano le condanne, ma il loro delirio securitario e la loro concezione di un pianeta che vive solo in funzione di guerre, profitti, merci e violenza contro le tante DIVERSITA’.
Per queste ragioni siamo vicini alle compagne e ai compagni che, ancora oggi, cercano nel piccolo come nel grande, di mettere in discussione il DOMINIO GLOBALE su milioni di donne e uomini.
 
 
Esprimiamo tutta la nostra solidarietà a Lorenzo Bargellini e al Movimento di lotta per la casa di Firenze, dopo l’ennesima vergogna della magistratura, stavolta in cassazione, che con una condanna penale di un anno e quattro mesi contro chi si è sempre battuto per i diritti degli altri prima che dei suoi, riconferma che in Italia il problema giustizia esiste e non è precisamente quello posto da Berlusconi. Come Agenzia Sociale per la Casa di Marghera, Venezia e Padova, siamo da anni sotto continui attacchi dei giudici e dei tribunali, in particolare quelli di "sinistra", per ogni atto civile di disobbedienza alle leggi che vorrebbero trasformare l’abitare in un diritto piatto, selettivo, e soprattutto concesso dal sovrano, sia esso l’amministratore della proprietà pubblica o lo speculatore della proprietà privata. Noi, come Lorenzo e il Movimento di lotta per la casa, siamo sempre stati convinti che tutto possono chiederci ma non di chiudere gli occhi difronte ad un sistema ingiusto, inefficace e obsoleto come quello che regola, si fa per dire, l’accesso al diritto alla casa. La creatività, l’invenzione, l’intuizione e il pragmatico esercizio del fare da sè, rimboccandosi le maniche mentre i fannulloni che hanno il potere non risolvono problemi che aumentano giorno dopo giorno nelle nostre città, è in realtà la nostra colpa, quella per cui ogni occasione è buona per condannarci. La magistratura poi è convinta dalla sinistra contemporanea, che il giustizialismo applicato ai più deboli renda loro immuni dalle critiche di persecuzione nei confronti del premier. In realtà, essendo i potenti dotati di ben altre e articolate "immunità", questa cattiva cultura della legalità come maestra di vita, si risolve nel disegno e nell’attuazione di una società autoritaria e medioevale, incapace di cogliere la straordinaria potenza che si sprigiona, a volte, in lotte che partono dai bisogni ma indicano forme di vita diverse, meno problematiche e contrastate, e tracciano di fatto le città e le metropoli del futuro. Quanti problemi ha risolto Lorenzo insieme ai suoi compagni, all’amministrazione comunale di Firenze? Quante risposte ha saputo dare lui, a gratis, a migliaia di persone mentre chi è pagato profumatamente per farlo non sa che balbettare o delegare a qualche altro potere la risoluzione, tipo polizia e magistratura? Vergogna per loro, arroganti incapaci, e un abbraccio a Lorenzo e a tutti. Le lotte contro lo stato e per l’autonomia vanno avanti!
 
ASC Agenzia sociale per la Casa ( 17 novembre Tribunale di Venezia, inizio del processone con 59 imputati dell’ASC per fatti che comprendono vari anni di lotta )
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