Fascisti e cattolici integralisti insieme per un’iniziativa a Pisa.

Presso la chiesa di Santa Maria del Carmine venerdì 23 ottobre alle ore 21.15 ci sarà una iniziativa dal titolo: "A vent’anni dalla caduta del MURO DI BERLINO. Bilanci e prospettive".
Fin qui niente male, titolo neutro ed interessante. Colti dalla curiosità e avvicinandosi al manifesto si scorge però uno strano simbolo: un’aquila imperiale con dentro un cuore rosso da cui spunta una croce.

Colti dal brivido si va avanti: l’iniziativa è organizzata da "Alleanza Cattolica" (di seguito, e con buona pace dell’Azione Cattolica, "AC").
In fondo, dopo una meravigliosa citazione del nostro pontefice, su "libertà e verita devono andare sempre insieme" – la sua verità ovviamente -, si legge che all’iniziativa  parteciperanno anche il Centro culturale San Ranieri, Laboratorio 99, Associazione culturale "la compagnia del lago" di Bientina e dal Circolo culturale "Amici del timone" di Viareggio.

I pisani leggendo "laboratorio 99" capiranno già di cosa si tratta, ovvero un gruppo capitanato dal consigliere (pdl) Petrucci che, per una volta, in via del tutto straordinaria, esce dalla sede/covo di neonazisti di via Lalli – che casualmente si trova davanti alla questura . per ritrovarsi con gli amici di alleanza cattolica.

AC esiste da circa trent’anni e ha appena 200-300 membri. Ai margini della Chiesa ufficiale, per motivi che presto saranno chiari, non è mai stata sotto i riflettori. Fino a poco tempo fa, si trattava di un’organizzazione assai povera, senza alcuna influenza.

Le cose sono cambiate: il successo politico nel 1994 della destra, un agglomerato di partiti che ha ottenuto milioni di voti senza avere una classe dirigente per gestirli, ha aperto prospettive straordinarie per AC che aveva formato i propri seguaci come una "élite" intellettuale.
Intellettuali come il direttore della rivista "cristianità" Giovanni Cantoni, che venerdì sarà uno dei protagonisti e che è anche il fondatore di AC.
Insomma un’elite di integralisti cattolici, che soprattutto nel nord Italia non disdegnano di lavorare al fianco della lega o di alcuni gruppi neo-nazisti, anche se il vero sodalizio lo tenevano con la vecchia e cara Alleanza Nazionale.

Per capire meglio di chi parliamo: i militanti di Alleanza Cattolica hanno fondato nel tempo tre organizzazioni, il CESNUR (centro studi nuove religioni), l’IDIS (Istituto per la dottrina e l’informazione sociale) e l’ISIN (Istituto di studi sulle Insorgenze). 
Si può dire che l’IDIS sia il principale think-tank della destra italiana e deriva le sue idee in gran parte da due fonti: l’ideologia di Plinio Corrêa de Oliveira (vedremo in seguito) e i "conservatori" statunitensi. 

Le "Insorgenze" di cui si occupa l’IDIS furono le insurrrezioni anti-napoleoniche in Italia alla fine del Settecento. Un episodio completamente e ingiustamente rimosso dalla storia italiana. Ma ovviamente lo scopo di questo Istituto è altamente ideologico: si tratta di creare un mito storico alternativo al Risorgimento laico di Cavour e di Garibaldi e alla Resistenza "comunista". Come il CESNUR, l’ISIN ha anche studiosi seri, non sempre consci del progetto in cui sono stati inseriti. 
Storica affermazione di Giovanni Cantoni, dirigente di AC, è: "se forse la Liberté e la Fraternité sono accettabili, la Egalité non lo è."  

AC è anche attiva tra la cosiddetta "destra radicale" e ha nel suo curriculum interessanti volantini risalenti già agli anni settanta, in cui si grida al pericolo comunista e si chiede al popolo di non votare i social-comunisti, chiudendo con slogan del tipo: "Aiutati che Dio ti aiuta!.

L’accesso di esponenti di AC alle alte sfere della coalizione berlusconiana è però molto più consolidata: un esempio illustre è quello di Alfredo Mantovano, membro di AC e già coordinatore nazionale di AN per le politiche dello Stato e delle famiglia, poi sottosegretario del Ministero dell’Interno. L’influenza acquisita da AC nella coalizione di Berlusconi andrebbe infatti messa in relazione con l’inatteso successo politico registrato da quest’ultima dal 1994 in avanti.

Come già accennato, i milioni di voti catalizzati da un insieme di partiti sprovvisti di una classe dirigente adeguata a gestirli, avrebbe aperto nuove straordinarie prospettive ad AC, la cui stretta cerchia di aderenti, formatisi come élite intellettuale, si sarebbe trovata nel posto giusto al momento giusto. Emerge così un progetto maturato lontano dai clamori televisivi e dalla retorica sguaiata della politica, un progetto che deve molto all’elaborazione apostolica di AC, in grado di offrire un retroterra comune a una nuova e aggressiva destra confessionale, dagli ambienti di governo ai settori più radicali.

La stessa esistenza di AC è votata proprio al controllo della produzione intellettuale conservatrice e alla creazione della sua classe dirigente, «operai della restaurazione sociale». L’obbiettivo fondante dell’organizzazione, «instaurazione della regalità di Cristo anche sulle società umane», infatti, si esprimerebbe nel ripristino delle gerarchie tradizionali, nel contesto di una società d’ordine, dove la religione ritornerebbe ad assumere un ruolo preponderante di controllo sociale e legittimazione del potere politico ed economico.

Importante in questo senso l’impronta controrivoluzionaria che connota l’opera di AC, dove con il termine “rivoluzione” si farebbe riferimento a un processo in tre fasi di secolarizzazione e sovvertimento del preteso ordine naturale: la fase protestante assolutista (con il Rinascimento e la Riforma), quella liberale illuminista (con la Rivoluzione francese) e il comunismo rivoluzionario (il grande nemico del ventesimo secolo).

Questa lettura interpretativa della storia e del progresso umano discende direttamente dal pensiero del teologo Plinio Corrêa de Oliveira, fondatore della Società Brasiliana di Difesa di Tradizione, Famiglia e Proprietà (TFP), di cui AC è emanazione italiana: «Se la rivoluzione è il disordine, la contro-rivoluzione è la restaurazione dell’ordine. E per ordine intendiamo la pace di Cristo nel regno di Cristo. Ossia la società cristiana austera e gerarchica, sacrale nei suoi fondamenti, antiugualitaria e antiliberale».

Anche TFP ha sempre declinato la sua dottrina nella pratica e ricercato convergenze con i centri di potere economico e politico, prediligendo in ciò le destre moderate. Nel 1964, TFP si mobilita in appoggio al golpe dell’esercito brasiliano e, in seguito, stringe alleanza con Patria y Libertad, organizzazione finanziata dalla CIA in previsione del rovesciamento del governo cileno di Allende.
Il movimento fu promotore di una campagna a scapito della riforma agraria in Brasile, presentata come punta avanzata della penetrazione comunista, e, per questo, finanziato dai grandi proprietari terrieri.

TFP appare quindi come un movimento religioso con precise finalità politiche, impegnato nella salvaguardia dei privilegi secolari del latifondismo e, più in generale, delle classi dominanti. Ma TFP finisce anche per diventare punto di riferimento teorico per i nuovi conservatori statunitensi. Già nel 1988, su iniziativa di TFP, alcune personalità di spicco dello schieramento repubblicano si recavano in visita a San Paolo per partecipare a una conferenza insieme a Corrêa de Oliveira.

Tra loro anche Paul Weyrich, di cui Theocracy Watch ha segnalato la prossimità ideologica al cosiddetto pensiero dominionista, che teorizza l’affermazione religiosa sulla legge dello stato.
Tutto le info che potete approfondire sono state tratte dal sito dei compagni del PAci Paciana di Bergamo e dai testi di Miguel Martinez sul CESNUR e Introvigne.

Per quel che riguarda laboratorio 99 e il consigliere Petrucci, compresi i suoi rapporti con i neo-nazisti che coltiva in via Lalli, potete attingere da un nostro precedente lavoro

Venerdì sera questi sono gli attori che andranno in scena nella nostra città. Non potete più dire che non lo sapevate o che non sapevate chi erano.

Vinz

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