Morti di stato, ovvero assassinati dallo stato nelle galere e nelle strade

Pubblichiamo l’appello di Maria Ciuffi per la partecipazione al corteo dei familiari delle vittime dello stato, che si svolgerà a Livorno sabato 16 gennaio. Maria Ciuffi, tra le organizzatrici della manifestazione, è la madre di Marcello Lonzi, detenuto ucciso nel carcere Le sughere di Livorno nel 2003.

 

NELLE CARCERI ITALIANE SI MUORE?

 

Venerdì 18 dicembre il
giovane Uzoma Emeka, 32 anni nigeriano, muore in circostanze misteriose nel
carcere di Castrogno (Teramo); tre mesi prima aveva assistito al pestaggio da
parte delle guardie di un altro detenuto. Come accade sempre in questi casi le
"autorità" spiegano gli omicidi con la solita frase "decesso
per cause naturali" ma è sufficiente vedere le foto del corpo di
Marcello Lonzi per capire che non c’è assolutamente niente di naturale – eppure
dopo più di sei anni, un’archiviazione, una riapertura del caso e un iter di
esami e perizie costosissime – per Marcello Lonzi si attende a breve una
risposta proprio dalla Procura di Livorno. Purtroppo la lista dei morti nelle
carceri italiane è lunga e non ha mai fine (nel 2009 sono stati 175 i morti, il
numero più alto registrato dal 2000 ad oggi per un totale di 1564 persone in
neanche 10 anni), è un bollettino di guerra, quella stessa guerra che lo Stato
Italiano conduce contro i proletari anche mediante le galere. Recentemente la
morte di Stefano Cucchi che stranamente ha interessato parecchio stampa e tv,
gli stessi che non si sono per nulla occupati della recente archiviazione per
la morte di Aldo Bianzino, avvenuta nel carcere di Perugia. Federico Aldrovandi pestato a morte una notte mentre
tornava a casa da solo e non dimentichiamo neanche Carlo Giuliani ucciso dal potere
che veniva duramente contestato nelle giornate del G8 di Genova nel 2001. E
quante sono le morti che nessuno rivendica, quelle facilmente occultabili,
quelle di tanti e tante immigrate che non avendo il permesso di soggiorno
scompaiono come se non fossero mai esistiti? E nei CIE (Centri di
Identificazione ed Espulsione), cioè galere speciali per soli immigrati/e, sono
botte e suicidi, quindi omicidi da parte dello Stato, messi a tacere e
considerati effetti collaterali della guerra contro l’immigrazione.

Noi non dimentichiamo
né perdoniamo gli assassini in divisa.

NELLE CARCERI ITALIANE SI MUORE PERCHE’ SI VIENE UCCISI.

SABATO
16 GENNAIO 2010


Manifestazione a
Livorno


Concentramento ore 11.00 in Piazza della
Repubblica
 

Apriranno il corteo alcune mamme
dei giovani assassinati e sottolineano che non sono
gradite bandiere di partito né passerelle per personaggi politici.

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