Migranti in fuga da Rosarno. La procura indaga sul ruolo della ‘ndrangheta.

Continua l’esodo di immigrati in fuga da Rosarno, la cittadina calabra teatro della ‘rivolta dei neri’ scoppiata giovedi’ scorso. Stanotte a centinaia sono stati fatti partire su treni e bus diretti al Nord Italia e ai centri d’accoglienza di Bari e Crotone. Oltre 1.200 le persone gia’ trasferite.
 
L’obiettivo della task force del Viminale e’ portar via tutti gli immigrati da Rosarno entro oggi. Sale intanto a una sessantina il bilanciodei feriti negli scontri. E momenti di tensione, con cariche delle forze dell’ordine, si sono verificati ieri sera a Roma tra polizia e appartenenti ai centri sociali ed immigrati durante una manifestazione contro i fatti di Rosarno: ferito un agente.
 
Notte di calma a RosarnoNon sono state segnalate aggressioni o situazioni di tensione nella notte appena trascorsa a Rosarno dove sembra, comunque, essere tornata la calma dopo la rivolta degli extracomunitari di giovedi’ e la reazione della popolazione. La notte e’ trascorsa in modo tranquillo dopo il completamento dei trasferimenti delle centinaia di persone ospitate nelle strutture di ricovero.
 
I numeri dell’esodoComplessivamente, sono state trasferite nei centri di Bari e Crotone 1.125 persone.Oltre a queste, hanno lasciato Rosarno circa 200 immigrati che se ne sono andati con i propri mezzi. Non si puo’ comunque escludere che vi siano ancora immigrati presenti sul territorio che potrebbero essere stati aiutati a nascondersi dagli stessi datori di lavoro.
 
La Rognetta verrà abbattutaOggi e’ previsto l’inizio dei lavori di demolizione dell’ex fabbrica Rognetta. Le condizioni meteorologiche, pero’, potrebbero creare qualche problema alle attivita’ diabbattimento della struttura.
Il racconto dei fuggiaschiHanno lasciato tutti la stazione di Lamezia Terme i circa 400 immigrati giuntinella serata di ieri da Rosarno e che, in parte, erano rimasti in attesa di raggiungere Puglia, Lazio e Lombardia.Negli occhi di tanti di loro molta delusione per quanto accaduto e tanta tristezza anche se, hanno detto, la Calabria "non e’ tutta uguale.
 
A Sibari, come in altre parti della regione, ad esempio – dice uno di loro chiuso nel suo giaccone e con in testa un cappellino nero con su scritto ‘Italia’ – e’ meglio che a Rosarno dove sin dall’inizio ci hanno trattato male". "Si parla di Calabria terra di accoglienza – gli fa eco un altro in giacca e pantalone mimetico da anni a Rosarno – ma, mi chiedo: dove sta l’accoglienza? State perdendo tutti i vostri valori".
 
Dopo i primi due scaglioni del gruppo fermo per diverse ore e tenuto sotto controllo da Polfer, Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza partiti intorno a mezzanotte, anche la parte rimanente ha potuto salire sui treni diretti verso diverse destinazioni come Milano, Napoli e Foggia verso nord e anche Palermo verso sud.
 
Nel gruppo c’erano anche sei persone che, ignorando che Lamezia si trovasse a nord rispetto a Rosarno ed alla Sicilia, si erano imbarcate sul treno regionale insieme agli altri per poi dirigersi a Palermo. Quando, giunti in stazione a Lamezia, si sono accorti dell’errore, era gia’ troppo tardi ed hanno aspettato nella sala d’attesa il treno che all’alba di stamani li sta portando in Sicilia.
 
La demolizione della RognettaI vigili del fuoco hanno iniziato a demolire le strutture fatiscenti dell’ex Rognetta, l’ex deposito alimentare alla periferia di Rosarno che era stato occupato dagli immigrati che hanno dato il via alla rivolta di giovedi’ scorso.Le ruspe hanno iniziato ad abbattere le strutture realizzate dagli immigrati all’esterno della fabbrica e nelle prossime ore verra’ demolito anche il capannone principale dove gli stranieri hanno realizzato decine di baracche con cartone, plastica e lamiera.
 
All’interno delle struttura gli immigrati, partiti in tutta fretta hanno lasciato tutto quel poco che avevano: decine di biciclette con cui raggiungevano i campi per raccoglierearance e mandarini, vestiti, pentole e utensili da cucina, bombole del gas. Nelle baracche ci sono ancora letti, coperte, resti di cibo, centinaia di scarpe e in qualche caso anche valigie che gli immigrati non hanno fatto in tempo a prendere.
 
[Tratto da Rainews24, "In fuga da Rosarno, ruspe nella bidonville", 10.01.2010] 
 
 
La ‘ndrangheta potrebbe avere deciso di «cavalcare» la protesta scoppiata a Rosarno, prima da parte degli immigrati, poi degli abitanti, per fini ancora tutti da chiarire. Al momento, dalle indagini non sono emersi elementi tali per affermare con certezza che sia così, ma di sicuro l’ipotesi – illustrata sul Sole24Ore.com da Roberto Galullo, che aveva descritto giovedì «una guerra tra poveri con la regia delle cosche» – è al vaglio degli investigatori che intendono chiarire perchè un fatto apparentemente casuale e privo di gravi conseguenze, come i due immigrati feriti da un fucile a pallini per un «motivo banale», possa avere provocato una reazione tanto violenta, alimentata, poi, dalla contro-reazione di alcuni abitanti di Rosarno.
 
Una violenza, poi, scoppiata proprio nel giorno in cui, a Reggio Calabria, i ministri Roberto Maroni ed Angelino Alfano, annunciavano nuove misure contro la ‘ndrangheta dopo la bomba esplosa alla Procura generale. L’inchiesta sui fatti di Rosarno è coordinata dal procuratore della Repubblica di Palmi, Giuseppe Creazzo, lo stesso che per primo indagò, come pm della Dda di Reggio Calabria, sull’omicidio del vice presidente del Consiglio regionale della Calabria Franco Fortugno. Entro la serata sono stati infine tutti recuperati gli immigrati che erano in abitazioni a Rosarno e nel circondario.
 
Carabinieri e polizia li hanno portati pian piano, nel corso della giornata, davanti all’ex Opera Sila, dove si stanno completando gli ultimi trasporti in autobus verso il centro di accoglienza di Bari. Le voci che si sono rincorse nel pomeriggio riguardo ad extracomunitari asserragliati in appartamenti o casolari sono state fermamente smentite dai responsabili dell’ordine pubblico sul posto. «Per evitare possibili ulteriori aggressioni agli immigrati – è stato spiegato – siamo andati a recuperare quelle persone che ce ne hanno fatto richiesta. Non c’è stato alcun problema».
 
Nel frattempo l’intera area della vecchia fabbrica di formaggio che affaccia sulla strada statale 18 interrotta da quasi 36 ore dal blocco degli abitanti di Rosarno è stata completamente sgomberata. Nessun fuoco acceso, solo cumuli di immondizia e i resti degli accampamenti di fortuna che sono stati per alcuni mesi la casa dei braccianti e dei raccoglitori di agrumi. La zona adesso sarà controllata dai carabinieri e dalla polizia. Si vogliono evitare possibili azioni dimostrative. A quel punto l’emergenza potrà dirsi finita.
 
I presidi dei cittadini sulle strade si stanno man mano svuotando.Durante la notte di venerdì 320 immigrati sono già stati portati nel centro di prima accoglienza di Isola Capo Rizzuto, nel crotonese. Una partenza avvenuta a bordo di sette pullman scortati da polizia e carabinieri e salutata dagli applausi di un gruppo di cittadini di Rosarno che stazionava nella zona. Giunti a Crotone gli immigrati hanno ricevuto i kit igienici e sono stati rifocillati con bevande calde prima dell’assegnazione dei posti.
 
Al loro arrivo, sono cominciate le operazioni di identificazione che stanno ancora procedendo. La situazione era sembrata peggiorare pericolosamente nel primo pomeriggio. Un immigrato era stato ferito con colpi di fucile caricato a pallini nelle campagne di Gioia Tauro, a pochi chilometri da Rosarno (Reggio Calabria). L’uomo è stato ricoverato all’ospedale della città; le sue condizioni non sarebbero gravi. L’espisodio è avvenuto nelle vicinanze dell’Opera Sila, a Rosarno, e è stato poi soccorso a Gioia Tauro.
 
L’uomo sarebbe stato colpito da due persone che erano a bordo di un motorino e sarebbe stato ferito alle gambe e a un braccio. Intanto, è salito il numero dei feriti dei due giorni di scontri e guerriglia vissuti da Rosarno. Complessivamente, secondo fonti investigative, sarebbero 66, tra immigrati, cittadini e forze di polizia, le persone che si sono fatte medicare o ricoverare negli ospedali di Gioia Tauro e Polistena. Si tratta, in particolare, di 30 extracomunitari, 17 abitanti del posto e 19 appartenenti alle forze di polizia.
 
Due i feriti gravi, anche se stabili. Sono i due immigrati feriti a sprangate ieri pomeriggio. Un altro ferito, pur lieve si è aggiunto alla lista nel tardo pomeriggio di sabato. Si tratta di un poliziotto colpito da un sasso lanciato dai manifestanti dei centri sociali che hanno promosso il presidio di solidarietà ai migranti di Rosarno e medicato dagli operatori del 118 all’angolo tra Via Urbana e Via De Pretis, a Roma. Non è stato necessario il ricovero in ospedale. I manifestanti, circa 200, si sono poi mossi in corteo da Piazza dell’Esquilino, dove si è arrivati al contatto con le forze di polizia, e sono giunti a Piazzale Tiburtino nel quartiere di San Lorenzo.
 
[Tratto da Il Sole24Ore, 09.01.2010] 
 
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