Allibiti e sconcertati: questo è il nostro stato d’animo dopo aver letto le poche e striminzite paginette con cui il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso della OLT contro la sentenza del TAR Toscana che aveva annullato l’autorizzazione alla realizzazione del rigassificatore offshore al largo delle coste livornesi. Allibiti nel leggere la pochezza e la contraddittorietà delle argomentazioni che possiamo così riassumere: 1) il ricorso dei cittadini era "irricevibile" perché erano passati più di 60 giorni fra la data di autorizzazione e la presentazione del ricorso popolare; evidentemente il TAR Toscana è composto da giudici talmente sprovveduti da non saper neppure fare due conti. Peccato che i 60 giorni non partono dal 26 febbraio ma dal 16 marzo, data di pubblicazione dell’autorizzazione sulla Gazzetta Ufficiale, come gli stessi giudice della Consiglio di Stato hanno fatto rilevare nella sentenza parallela riguardo il ricorso della OLT contro Greenpeace. Ma allora i 60 giorni partono dal 26 febbraio (sentenza cittadini livornesi) o dal 16 marzo (sentenza Greenpeace)? I giudici del Consiglio di stato si rendono conto di quello che scrivono nelle loro eccellenti sentenze oppure scrivono, così, tanto per scrivere? 2) Il ricorso non sarebbe stato comunque neppure presentabile perché i cittadini non hanno "nessun stabile collegamento" con l’impianto contestato. Questo vuol dire che poiché il rigassificatore si trova in alto mare, l’iter autorizzativo avrebbe potuto essere anche pieno di pecche e vizi sostanziali e formali ma "nessun cittadino" avrebbe comunque potuto opporsi. Evidentemente gli eccellenti giudici del Consiglio di Stato pensano che il ricorso avrebbero dovuto farlo le stelle marine che campeggiano nelle bandiere del nostro Comitato! O forse le balene che dovrebbero trovare anche in quelle acque il loro "santuario". La prima lezione di questa sconcertante sentenza è che in mare, cioè in uno spazio che è di tutti, si può fare ciò che si vuole, basta avere gli appoggi politici giusti, e i cittadini non hanno alcuna possibilità di far valere i loro diritti né di far rilevare errori ed omissioni (proprio quello che accaduto per l’impianto della OLT come aveva sentenziato il TAR Toscana). La seconda è che le popolazioni che si battono per la salvaguardia della propria salute e dell’ambiente non devono aver voce negli iter autorizzativi. Questo punto di vista riecheggia quello di tanti politici e imprenditori infastiditi dalle battaglie delle popolazioni. Alla luce di tutto questo è lecito domandarsi se il Consiglio di stato fa giustizia o fa politica.
Con queste argomentazioni, cioè con artifici giuridici formali che riteniamo impresentabili, il Consiglio di Stato è riuscito ad evitare di entrare nel merito delle argomentazioni che avevano spinto il TAR Toscana ad accogliere il ricorso dei cittadini: il problema è stato risolto alla radice semplicemente ignorandolo. Evidentemente gli eccellenti giudici del Consiglio di Stato avevano qualche problemuccio a smontare le argomentazioni dei loro colleghi, tutt’altro che sprovveduti, del TAR Toscana.
Con queste argomentazioni, cioè con artifici giuridici formali che riteniamo impresentabili, il Consiglio di Stato è riuscito ad evitare di entrare nel merito delle argomentazioni che avevano spinto il TAR Toscana ad accogliere il ricorso dei cittadini: il problema è stato risolto alla radice semplicemente ignorandolo. Evidentemente gli eccellenti giudici del Consiglio di Stato avevano qualche problemuccio a smontare le argomentazioni dei loro colleghi, tutt’altro che sprovveduti, del TAR Toscana.
Se non fosse una cosa seria ci sarebbe da ridere.
E invece, purtroppo, è una cosa seria.
Ci riserviamo comunque di approfondire la sentenza nelle prossime ore.
Comitato contro il rigassificatore di Livorno