Nuove manovre giudiziarie attorno a Telecom Italia ? A pagare il conto saranno ancora una volta lavoratrici, lavoratori e cittadini.

Riceviamo e pubblichiamo il seguente intervento dei cobas lavoro privato.

Con la puntualità di un orologio atomico e nel pieno delle “trattative” sul nuovo assetto societario, si è scatenata una nuova e devastante azione giudiziaria su
Telecom Italia. Nel 2001 l’ex A.D. Colaninno fu costretto a lasciare il comando dell’azienda al gruppo Pirelli anche a seguito dell’indagine della magistratura sulle “anomale” plusvalenze realizzate grazie alle compra-vendita dell’italiana Seat pagine e la brasiliana Tele Globo e, “mollato l’osso” quelle indagini finirono nel dimenticatoio. Colaninno proseguì indisturbato la sua carriera di “capitano coraggioso” prima alla Piaggio e successivamente, incaricato dallo stesso governo
Berlusconi, nel 2008 di “massacratore” Alitalia.

Nel 2006-2007, Tronchetti Provera fu costretto a “gettare la spugna” dopo le indagini della magistratura sulla Security di Telecom Italia e il suo uomo di
fiducia Tavaroli. Anche Tronchetti Provera, una volta lasciata (e ben saccheggiata Telecom Italia), ha proseguito indisturbato la sua formidabile carriera di manager/imprenditore, tanto da essere indicato tra i possibile candidati alla successione di Cesare Geronzi alla
presidenza di Mediobanca.

Ora, a pochi giorni dalla riunione del CdA (25 febbraio p.v.) e dalla presentazione del nuovo piano strategico alla comunità finanziaria (26 febbraio p.v.), è stato arrestato l’ex A. D. Mazzitelli (fino all’ottobre ’09 A.D. di T.I Sparkle e successivamente al comando di PathNet, altra azienda del gruppo) e indagato, tra gli altri, Riccardo Ruggiero ex A.D. di Telecom Italia, per quella che viene definita dalla magistratura una “frode colossale” ai danni delle casse dello Stato e “strage di legalità”, addirittura in collegamento, tramite il senatore PdL Di Girolamo, con la ‘ndrangheta calabrese.

Non è nostra intenzione, per il momento, approfondire gli aspetti giudiziari della vicenda, ma intendiamo fare due riflessioni. La prima riguarda la stupefacente coincidenza delle modalità con cui sono avvenuti gli avvicendamenti al vertice e nel controllo societario di Telecom Italia negli ultimi 10 anni, tutti forzatamente “accompagnati” da azioni giudiziarie coinvolgenti direttamente gli A.D. o persone e gruppi vicini a loro.

Da settimane si rumoreggiava sulla fusione con Telefonica o, al contrario, sulla volontà della compagine governativa di mantenere il controllo su un Asset strategico come la rete di TLC. Negli ultimi giorni è emerso anche il “piano B”, ovvero la vendita a
pezzi di quel che resta di Telecom Italia. Quest’ultima irruzione dell’autorità giudiziaria quanto contribuirà a mandare in soffitta definitivamente l’ipotesi Telefonica?! Quanto aiuterà coloro che mirano a distruggere definitivamente Telecom Italia in stile Alitalia (altro che spezzatino stile SIP-ITALCABLE-ASST), per incassare lucrose plusvalenze finanziarie attraverso la svendita di pezzi di azienda, lasciando magari a casa la maggior parte dei suoi 60 MILA dipendenti?!

L’indagine in corso e l’annunciato commissariamento di Sparkle potranno determinare l’effetto domino su Telecom Italia: discesa delle quotazioni in borsa, tramonto/ritiro della ipotesi spagnola, default finanziario del gruppo?! Del resto, da mesi, sono tanti gli avvoltoi che svolazzano attorno alla carcassa maleodorante della “nostra” azienda, nella speranza di metter mano, a prezzi stracciati, sull’infrastruttura di rete e/o sul suo portafoglio clienti. La seconda riflessione riguarda un’altra stupefacente coincidenza, in questo caso tutta interna a Telecom Italia. Nel comunicato stampa del 23 febbraio 2010, con riferimento alle indagini in corso, Telecom Italia dichiara di essere parte lesa e precisa testualmente che … “Il riferimento è a una vicenda nota e a suo tempo fatta oggetto di verifiche e interventi
di audit, rispetto alla quale nelle note al bilancio consolidato per l’esercizio 2007 Telecom Italia ebbe a rappresentare che Telecom Italia Sparkle era stata interessata da richieste di informazioni da parte dell’Autorità Giudiziaria”.

Ma se era una vicenda nota dal 2007 come mai il “nuovo” vertice di Telecom ha mantenuto, fino a poche settimane fa, saldamente al comando di Telecom Italia Sparkle l’A.D. Mazzitelli e i restanti dirigenti coinvolti?! Come mai di fronte ad una situazione di tale gravità l’azienda è rimasta immobile, senza neanche provvedere, al fine di salvaguardare gli interessi aziendali, ad una sospensione cautelare di questi dirigenti, mentre, anche per fatti assolutamente banali, diversi lavoratori senza incarichi di tale responsabilità sono stati sanzionati, senza alcuna premura, con il licenziamento?! Anche nello scandalo dei dossier illegali Telecom Italia si dichiarò parte lesa, anche Tavaroli fu trattato con i guanti bianchi e lasciato, praticamente fino al tintinnare delle manette, saldamente al comando della Security aziendale, nonostante le indagini della magistratura fossero note da molto tempo prima.

Si tratta di imperdonabile disattenzione, insano masochismo o cos’altro?! Ovviamente le nostre sono domande per le quali non si attendono risposte. Ci interessa
piuttosto mettere in evidenza che, qualora andassero in porto i progetti di polverizzazione della nostra azienda gli unici ad uscirne massacrati saranno, ancora una volta, lavoratrici e lavoratori e non certamente il vertice aziendale, gli speculatori della “finanza creativa” e i “TLC Boys” che da sempre stanno dietro le quinte delle
vicende di Telecom Italia. La distruzione di Telecom Italia significherà, inoltre, la perdita di un asset strategico per tutto il Paese sotto il profilo della sicurezza, dello sviluppo economico, della democrazia e della diffusione orizzontale delle conoscenze. Da non confondere con le ipocrite preoccupazioni sulla cosiddetta italianità della Rete Telecom, vista la pessima prova che hanno dato di sé gli “italianissimi” imprenditori che si sono avvicendanti ai vertici aziendali, paventate da politici e partiti che progettano in Italia di vendere tutti i beni comuni a partire dall’acqua che beviamo.

Per questo si deve impedire qualsiasi ipotesi di spezzettamento dell’azienda e ricostruire una azienda delle TLC UNICA e PUBBLICA realmente al servizio di tutti i cittadini.

COBAS LAVORO PRIVATO

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