No al razzismo, regolarizzazione generalizzata di tutti i cittadini migranti presenti oggi in Italia, ritiro del pacchetto sicurezza, No ai respingimenti e agli accordi bilaterali che li prevedono, rottura netta del legame tra il permesso di soggiorno e il contratto di lavoro, diritto di asilo per i rifugiati e i profughi, diritto al lavoro, alla salute, alla casa e all’istruzione per tutti, mantenimento del permesso di soggiorno per chi ha perso il lavoro.
No all’apertura di Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE) a Pisa e in Toscana e loro chiusura definitiva in tutto il paese, abolizione dell’ordinanza “antiborsoni”, rifinanziamento del progetto “città sottili”, difesa del posto di lavoro per tutti i lavoratori e le lavoratrici, blocco degli investimenti per telecamere e abbellimenti nel centro storico, uso delle risorse risparmiate per abbattere i costi sociali (casa, luce, gas, acqua, trasporti, posteggi) che gravano sulle spalle di lavoratori, precari, disoccupati.
La rivolta di Rosarno ha drammaticamente portato alla ribalta i perversi ingranaggi del sistema che sta dietro lo sfruttamento degli immigrati: ricatti costanti per far loro accettare lavoro in nero, paghe miserrime e condizioni di lavoro bestiali, vessazioni da parte dei caporali, ricoveri fatiscenti totalmente privi di servizi igienici, luce ed acqua, nessuna assistenza sanitaria.
Non ci voleva molto a capire che questi ingredienti coniugati con le politiche liberiste degli anni passati – che hanno fortemente compresso i diritti di tutti i lavoratori, che hanno privatizzato e precarizzato servizi e saperi, con una crisi economica feroce, che distrugge posti di lavoro, che genera insicurezza e nessuna prospettiva futura specie nel sud – avrebbero potuto sfociare in scontri e conflitti sociali duri.
Anche a livello locale la nostra le istituzioni della nostra città si sono adeguate alle politiche nazionali, approvando il cosiddetto “decreto antiborsoni” che discrimina per il colore della pelle e sposta semplicemente il problema dell’abusivismo dalle aree turistiche ad altre zone della città, tagliando i fondi per il progetto “città sottili” ed usando la mano forte contro gli emarginati attraverso politiche securitarie del tutto simili a quelle approvate da tanti sindaci leghisti.
I dati locali della disoccupazione, anch’essi in linea con quelli nazionali, ci dicono di una espulsione massiccia di mano d’opera straniera. Centinaia di lavoratori perdono il posto senza avere gli stessi diritti degli altri cittadini e con la prospettiva dell’espulsione, grazie al cosiddetto “pacchetto sicurezza” voluto dal governo Berlusconi ed approvato recentemente dal Parlamento italiano.
La difesa degli immigrati cacciati da Rosarno, come pure di tutti i lavoratori stranieri residenti nel nostro paese, non è un esercizio di buonismo umanitario ma una necessità : il rispetto dei loro diritti è condizione per impedire che vengano usati per indebolire i diritti di tutti i lavoratori.
Contro questa drammatica situazione, che fa somigliare sempre più il nostro paese ad un contemporaneo Sudafrica dell’Apartheid, chiamiamo tutti alla mobilitazione per il primo marzo 2010
COORDINAMENTO ANTIRAZZISTA PER I DIRITTI E IL LAVORO – PISA
Associazione And Sopi, Associazione Domu Tengueth, Associazione Federazione Latinoamerica, Sportello Immigrati RdB Pisa, Circolo agorà, COBAS Pisa, Coordinamento Antirazzista Antifascista pisano, Socialismo Rivoluzionario, Rete dei Comunisti, Sinistra Critica, PCL.
LE 1er MARS: UN JOUR SANS NOUS
CARAVANE DES DROITS, CONTRE LE TRAVAIL AU NOIR, POUR
LA REGULARISATION DE
TOUS LES TRAVAILLEURS EMIGRES.
A’ 10.00 heures– p.zza XX settembre
DEVANT
LA MAIRIE DE PISE
·
Non au racisme
·
Pour la régularisation généralisée de tous les sans papiers
présents
en Italie
·
Abolition
du “pacchetto sicurezza”
·
Oui à l’accueil et non aux accords bilatéraux qui ne le favorisent
pas.
·
Pour la rupture totale du lien entre le permis de séjour
et le
contract de travail.
·
Droit d’asile aux réfugiés et aux déplacés
·
Pour la fermeture définitive des
Centres d’identification et
d’expulsion
·
Non à l’ouverture de Centres d’identification et d’expulsion
à Pise et en Toscane
·
Droit au travail, à la santé, au logement et à l’èducation pour
tous
·
Maintien du permis de séjour pour celui qui a perdu le
travail
·
Abolition de “l’ordinanza antiborsoni”
·
Refinancement du projet “città sottili”
·
Défense du poste de travail pour tous les travailleurs
et
travailleuses