Caso Aldrovandi, condannati tre poliziotti per presunti depistaggi e rinviato a giudizio un quarto

Il gup Monica Bighetti ha condannato tre poliziotti, e rinviato a
giudizio il quarto, nel processo ‘Aldrovandi bis’ sui presunti
depistaggi nelle indagini per la morte del diciottenne Federico
Aldrovandi, durante un intervento di polizia il 25 settembre 2005 a
Ferrara. Per la morte del ragazzo erano già stati condannati
l’estate scorsa altri quattro agenti della Questura di Ferrara. La
decisione sui depistaggi, che conferma l’ipotesi accusatoria
dell’intralcio alle indagini fin dal primo momento, è giunta, dopo quasi
tre ore di camera di consiglio, a conclusione dell’udienza preliminare.

Paolo Marino, dirigente dell’Upg all’epoca, è stato condannato a
un anno di reclusione (per lui il pm Nicola Proto aveva chiesto un anno
e quattro mesi) per omissione di atti d’ufficio, per aver indotto in
errore il pm di turno, non facendola intervenire sul posto. Dieci mesi
poi a Marcello Bulgarelli, responsabile quella mattina della centrale
operativa (l’accusa aveva chiesto due anni e sei mesi), per omissione e
favoreggiamento (caduta la falsa testimonianza); otto mesi inoltre a
Marco Pirani (chiesto un anno e mezzo), ispettore di polizia
giudiziaria, collaboratore del primo pm dell’inchiesta, Mariaemanuela
Guerra che poi lasciò per incompatibilità, accusato di non aver
trasmesso, se non dopo diversi mesi, il brogliaccio degli interventi di
quella mattina. Per il quarto poliziotto, Luca Casoni, unico a non
scegliere il giudizio abbreviato, il giudice ha fissato il processo per
il 21 aprile. E’ coinvolto per una telefonata con Bulgarelli che, quando
apprese da lui che il ragazzo era morto, chiese "in che modo" e Casoni
gli disse di interrompere la registrazione ("stacca").

(repubblica.it)

Questa voce è stata pubblicata in General. Contrassegna il permalink.