Comunicato degli utenti e lavoratori della biblioteca di Economia, riuniti in assemblea.

Riceviamo e pubblichiamo di seguito un comunicato approvato da utenti e lavoratori precari della Biblioteca di Economia al termine di una assemblea svoltasi mercoledì 3 marzo.

Gli utenti e i lavoratori precari della Biblioteca della Facoltà di Economia riuniti in assemblea, alla presenza del Preside della Facoltà Augello e del Vicedirettore della Biblioteca stessa, condividono il disagio provocato dalla diminuzione dei finanziamenti che comporta una riduzione di tutti i servizi erogati dalle biblioteche di Ateneo e, in particolare, della diminuzione dell’orario delle stesse.
Ad oggi, la Biblioteca della Facoltà di Economia si trova a dover affrontare un taglio drastico negli orari, passando nel giro di due mesi da una chiusura alle ore 23:00 ad una anticipata alle 18:00. Inoltre si aggiunge a questa situazione il mancato rinnovo di numerosi abbonamenti di riviste. Questi tagli hanno provocato una serie di azioni di protesta da parte degli studenti dettate dalla preoccupazione riguardo alle elementari condizioni di studio e di ricerca nella nostra Università.
Gli scriventi sottolineano che le Biblioteche dell’Università debbano considerarsi una ricchezza comune per l’Ateneo e per la cittadinanza e anche un servizio che gli studenti contribuiscono a finanziare con le tasse. Si ritiene che la drammatica situazione del sistema bibliotecario mostri ancora una volta quanto il diritto allo studio per gli studenti e i diritti dei lavoratori siano due termini non separabili e che insieme rappresentano le principali figure a pagare il conto delle politiche governative e delle scelte operative della gestione finanziaria irresponsabile dell’attuale Amministrazione Centrale.
A fronte di tutto ciò si chiede l’avvio tempestivo di un percorso, di carattere pubblico, sulla tematica che porti le istituzioni ad assumersi le proprie responsabilità e di impegnarsi, in tempi brevi, al reperimento di risorse da destinare al sistema bibliotecario. Inoltre riteniamo indispensabile una discussione in merito in tutti gli organi dell’Ateneo, partendo dai Consigli di Facoltà per arrivare al Senato Accademico. 
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