Governo e padroni ancora contro i lavoratori, per schiacciarne ogni residuo diritto. Non possiamo restare a guardare!

Di seguito il volantino diffuso dai Cobas sul "collegato lavoro":
Il governo e la sua maggioranza parlamentare, da sempre in linea con gl’interessi della Confindustria e di tutte le altre associazioni padronali, hanno infine approvato il cosiddetto “COLLEGATO LAVORO”, una nuova legge trita-diritti del lavoro, che renderà precari e ricattabili noi tutti e tutte e le generazioni future di lavoratori e lavoratrici.

In modo indiretto, ma non per questo meno concreto, verrà fatto fuori, insieme ad altri diritti, anche l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, quello che permette al padronato delle aziende con più di 15 dipendenti di licenziare solo in presenza della cosiddetta “giusta causa”.

Se nel 2002 governo e maggioranza parlamentare attaccarono quest’articolo frontalmente (lo volevano cancellare senza tanti complimenti, ma non ci riuscirono, perché furono messi alle corde da milioni di lavoratori, che insorsero contro l’attacco a questo diritto fondamentale), oggi mirano allo stesso risultato:

1) dando a ogni azienda la possibilità di stipulare col singolo lavoratore un “contratto” individuale (meglio sarebbe chiamarlo capestro), in cui il lavoratore, in condizione di estrema debolezza, sia costretto ad accettare una clausola cosiddetta “compromissoria”, che comporta la rinuncia ai diritti stabiliti dai contratti collettivi e dalle leggi, come quello dell’art. 18 (o quello del ricorso al tribunale per una controversia del lavoro, ecc.);

2) facendo risolvere le controversie non più dal tribunale, ma da una commissione di “arbitri” svincolati dal rispetto delle norme legislative e contrattuali.

Col risultato che, per esempio in caso di licenziamento illegittimo, non si avrà più il reintegro nel posto di lavoro del lavoratore ingiustamente licenziato e il recupero delle mensilità perse, ma la conferma del licenziamento e solo qualche mensilità a titolo di … elemosina;

3) contando sulla complicità piena di Cisl, Uil e Ugl, a questo punto non definibili più sindacati, ma bande di leccapiedi governativi e confindustriali (lo furono anche nel 2002).

Inoltre, faranno una brutta fine altri diritti, come quello a trasformare rapporti precari di lavoro (contratti a termine, interinalato, co.co.pro.) in contratti stabili.

Con la conseguenza che le aziende avranno sempre più la possibilità di avvalersi di personale precario, privandolo di ogni diritto, ricattandolo e utilizzandolo per assediare e rendere ricattabili gli stessi lavoratori a tempo indeterminato.

Per dilatare oltre ogni misura le fasce di lavoro precario, sarà ridotto di un anno il percorso dell’obbligo scolastico, consentendo alle aziende di assumere apprendisti (cioè lavoratori a termine) all’età di 15 anni.

E sarà ridotto al minimo il numero dei lavoratori da considerare impegnati in “lavori usuranti” (quelli che anticipano il pensionamento): ciò, in attesa che ci sia un altro aumento dell’età pensionabile, come ministri e sottosegretari di questo governo di rapina minacciano a giorni alterni, e mentre è ancora in marcia la controriforma varata dal governo Prodi.

Fermiamoli!

CONFEDERAZIONE COBAS

r.i.p., via S. Lorenzo 38, Pisa, marzo 2010 – tel.: 050 8312172; fax 050 8310084; e-mail: confcobaspisa@alice.it; www.confederazionecobaspisa.it

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