Associazione JOYRIDE: Due righe sui fatti….

Riceviamo e pubblichiamo. Volevamo scrivere due righe sui fatti accaduti Sabato scorso, 6 Marzo 2010. La cronaca vuole che, presso il sottopasso di Via Quarantola, un writer con un suo "pezzo" ha coperto il "pezzo" di Ericailcane.

Alcune
persone che abitano il quartiere e/o che passavano di là, vuoi colpite
nella sensibilità, vuoi perché amavano il dipinto di Erica, gridano
allarme e lanciano un appello su internet affinché si fermi
"l’imbrattatore".

Ne segue un giro di commenti, pareri, polemiche e spiegazioni sul gesto e sul risultato.

 

Da
una parte il mondo dei writers spiega che non si è trattato nè di
"sfregio”, nè di "imbrattamento" " (anzi per loro e’ un gesto di
rispetto, un tributo al lavoro fatto), e dall’altra parte singole
persone o gruppi che vedono nella cosa solo un gesto che alla fine ha
completamente rovinato un capolavoro della graffiti-writing.

 

Noi,
dal nostro punto di vista, abbiamo perfettamente capito la "logica" e
il "codice" dei writers e prendiamo atto che aver "liberato" un
sottopasso dal grigiume del cemento e averlo dedicato alla graffiti-writing (creando anche di fatto una "Hall of Fame")
ci ha introdotti a piè pari in un mondo che, come ne esistono a decine,
ha le sue "tradizioni". Purtroppo però noi in primis non abbiamo
gradito che venisse coperto un lavoro che già a Pisa era un richiamo e
un riferimento per la street-art.

Per questo non possiamo ignorare chi urla allo sfregio e all’imbrattamento perché se anche chi ama il writing e la street-art vede nel risultato finale l’aver definitivamente rovinato un masterpiece e
tolto alla vista un goduria come lo era il dipinto di Erica, la cosa
non puo’ che essere condivisa e capita; tanto più che si parla di
persone vicine e che amano questo mondo.

 

Arriviamo al punto.

 

Gradiremmo
che il mondo dei writers capisse il lavoro che un Associazione come la
nostra fà e ha fatto; ovvero cercare di veicolare e far uscire alla
luce l’Arte, con la A maiuscola come lo è il graffiti-writing,
e cercare di far capire alla città che non si tratta solo di
"ragazzetti che imbrattano i muri", ma di veri Artisti che sarebbe
giusto far esprimere in tutte le pareti grigie urbane. Purtroppo il
gesto di sabato non ci aiuta in questo lavoro. Proprio perché il graffiti-writing
è un arte in continua mutazione e movimento sarebbe auspicabile che
anche le "regole" e il "codice" del writer, nella sua testa, mutassero
e si evolvessero verso più intelligenti modi di esprimersi.

Il mondo writers non capisce che una "Hall of Fame" possa anche diventare una "galleria d’arte"? Molti che amano il graffiti-writing invece vorrebbero godere di più "gallerie d’arte" all’aperto come QUESTA. Del resto ci sono tante pareti grigie in città…

Associazione Joyride

 

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