Espulsione", sono una aberrazione giuridica: strutture in cui cittadini
extracomunitari vengono detenuti non per aver commesso dei crimini, ma
per la semplice mancanza del permesso di soggiorno.
Vi è una vasta e ormai decennale documentazione su cosa sono e come
funzionano i Centri di detenzione per immigrati irregolari, fatta di
testimonianze, filmati, reportage giornalistici, documenti di giuristi e
parlamentari, relazioni di Amnesty International, Medici Senza Frontiere
e persino di organi istituzionali: alloggi inadeguati, condizioni
igieniche carenti, mancata tutela del diritto d’asilo di chi fugge da
guerre e dittature; mortificazioni della dignità della persona, pestaggi
e abusi. Con i nuovi provvedimenti del Governo il periodo di detenzione
massima è stato inoltre prolungato fino a 18 mesi. In tutto ciò, i
CPT/CIE si sono dimostrati persino costosi e inefficaci per gli stessi
scopi per i quali sono stati ideati.
Con le assurde leggi italiane sull’immigrazione è praticamente
impossibile entrare legalmente in Italia: altrettanto lo è ottenere il
permesso di soggiorno, e anche mantenerlo è assai difficile. Quasi tutti
gli stessi immigrati regolari, spesso citati in contrapposizione ai
"clandestini", hanno passato periodi più o meno lunghi di
"clandestinità", e rischiano di tornarvi – e possono finire in un CIE –
se perdono il lavoro o se si impigliano nelle maglie della burocrazia;
anche se magari vivono, lavorano e hanno famiglia in Italia da anni.
La storia della nostra regione è una storia di accoglienza, di
migrazioni, di culture che si incontrano. La compatta opposizione dei
cittadini e della società civile ha finora mantenuto la Toscana immune
dalla vergogna di un CPT/CIE sul proprio territorio.
Oggi Enrico Rossi, candidato del centro-sinistra alla presidenza della
Regione, si dichiara possibilista sull’apertura di un CIE; purché "ad
alcune condizioni", magari "gestito dal volontariato"…
Una eventuale "umanizzazione" dei CIE, peraltro tutta da vedere, non
risolve il problema della loro disumanità di fondo: luoghi in cui si
viene privati della libertà per una semplice irregolarità
amministrativa, con i quali viene sancito una sorta di apartheid legale,
una giurisdizione separata per chi ha la sola colpa di essere nato in un
altro paese.
Ci lascia inoltre sgomenti che l’idea di Rossi sia stata accettata e
sottoscritta, in nome dell’accordo elettorale, anche da quelle forze
politiche che fino a ieri dicevano con noi "no ai lager per immigrati",
"no ai CPT senza se e senza ma". Sembra quasi che anche a sinistra si
pensi di poter approfittare del clima di razzismo diffuso; o che, in
fondo, gli immigrati non votano e non interessano a nessuno, anzi…
Il 28 e 29 marzo siamo chiamati alle urne per le elezioni regionali; ma,
prima ancora, siamo chiamati a fare i conti con la nostra coscienza. Con
l’accordo sui CIE il centro-sinistra toscano ha varcato un limite, e noi
non siamo disposti a tollerarlo.
Pertanto noi, cittadini che hanno a cuore la democrazia, i diritti
civili, la solidarietà, non voteremo per Enrico Rossi né per i partiti
che lo sostengono.
Per aderire inviare una e-mail a nocietoscana@gmail.com con nome,
professione e comune toscano di residenza.