dovrebbero ormai sapere bene che quello delle ordinanze pisane è uno tra i temi
che più abbiamo approfondito. Sabato 13 marzo presenteremo il primo volume
edito dalla Aut Aut edizioni, dedicato proprio a questo tema. Si tratta del
coronamento di un lavoro lungo e costante, iniziato ormai più di un anno fa con
la cronaca e gli approfondimenti dedicati dal nostro blog alle lotte che hanno
accompagnato l’approvazione e la successiva messa in pratica delle ordinanze
volte a intervenire sul tema “sicurezza” a Pisa.
Terminato un intenso periodo di
lotte, che ha visto presidi con centinaia di persone, manifestazioni, appelli
firmati da noti intellettuali, cene sociali, iniziative, occupazioni e tanto
altro, la nostra attenzione rispetto a questo argomento si è tradotta
principalmente in una sorta di monitoraggio nei confronti dei giornali
cittadini: come abbiamo più volte sottolineato, siamo infatti convinti che il
ruolo svolto dalla stampa locale (e nazionale) nei confronti delle “politiche
della sicurezza” sia di cruciale importanza.
Di cruciale importanza infatti è
il quotidiano lavorio operato da solerti giornalisti per assuefare i propri
lettori a termini come “vù-cumprà”, “vù-sostà”, “vu’ parcheggià” (!), per
mostrare un complesso fenomeno sociale come una sorta di battaglia tra buoni e
cattivi, tra tutori dell’ordine e uomini neri (o zingari-ladri-di-bambini), per
scongiurare sapientemente ogni sforzo di riflessione da parte dei lettori,
incoraggiando invece i bassi istinti, le reazioni di pancia. La paura.
Ecco che oggi, sulle pagine della
Nazione, possiamo leggere un titolo come “La città in rivolta” (?) e possiamo
trovare le affermazioni dello sceriffo dei vigili urbani che vuole dotare i
propri uomini di spray urticanti, per meglio contrastare l’abusivismo. Il
Tirreno naturalmente non è da meno. I fatti dietro tutto questo? Nel pomeriggio
di domenica, durante un controllo volto a contrastare l’abusivismo commerciale,
sembra che due vigili siano stati aggrediti da un gruppo di senegalesi
determinato a scongiurare il sequestro del borsone di un loro connazionale.
Nella serata di lunedì invece pare che un bengalese fermato per un’infrazione
al codice stradale abbia dato in escandescenze ferendo un vigile. Due fatti
significativi, senza dubbio, ma significativi di cosa? Del fatto che è in atto
una sorta di guerra che rende Pisa campo di battaglia per gli aspri scontri tra
forze dell’ordine e immigrati? O piuttosto che anche nella nostra città
esplodono contraddizioni profonde, che attraversano ormai l’Italia da Nord a
Sud? Contraddizioni legate ad una legge sull’immigrazione nata per garantire il
lavoro nero, per fornire una massa di diseredati pronti a svolgere qualsiasi lavoro
a qualsiasi condizione, utile a industriali ma anche a politicanti vari, che
nei migranti, negli ultimi, trovano un utile bersaglio verso cui indirizzare
paura e incertezza, distogliendo l’attenzione dai problemi reali, e
indirizzandola contro un nemico tanto debole quanto pronto all’uso.
J. Bonnot