Presentato il dossier sulla sicurezza nelle scuole dalla Rete dei precari

Pisa – Questo pomeriggio, in una conferenza stampa convocata per le 16 di fronte all’Ufficio Scolastico Provinciale di Pisa, la Rete dei precari della scuola con i Cobas scuola e Gilda degli insegnanti (i sindacati che hanno appoggiato la proposta) hanno presentato il "Rapporto sulla sicurezza delle aule scolastiche in relazione al numero massimo di alunni per classe negli istituti superiori di Pisa".
In vista del provvedimento governativo targato Gelmini, che prevede un aumento degli alunni per classe, l’inchiesta, curata dai precari della Rete, prende in considerazione le dimensioni delle aule ordinarie degli istituti scolastici basandosi sui dati e sulle planimetrie rese pubbliche dagli uffici della Provincia, confrontandole con il parametro minimo di sicurezza, fissato per legge di 1,96 m² per alunno, per calcolare così la capienza massima delle aule.
«In ogni caso», si sottolinea nel rapporto, «in ogni aula non possono esserci più di 28 alunni», contro i 30 (35 con deroga) che il provvedimento permetterebbe. Sui 20 istituti presi in esame, la metà esatta si dimostra non conforme ai parametri del governo. La Rete dei precari chiede che almeno in queste 10 scuole si formino classi prime con meno di 27 alunni, per assicurare condizioni di sicurezza.
«In altre province tale battaglia è già stata vinta, come ad esempio al liceo Herriquez di Livorno», precisa Daniele Ippolito, della Rete dei precari.
Il rapporto esce in questo momento dell’anno, un fase molto delicata perché si vanno a definire gli organici, cioè gli insegnanti a disposizione di ogni scuola. Dal momento che si preannunciano grossi tagli l’accorpamento delle classi e l’aumento degli alunni per ciascuna classe dovrebbero sopperire alla diminuzione drastica degli insegnanti che va profilandosi. Giovanni Bruno (Cobas Scuola) sottolinea tale questione, legandola anche al fatto che vengono spesso attribuite ai docenti ore aggiuntive alle 18 massime settimanali stabilite per contratto, facendo scattare l’esubero di altri insegnanti che vengono così trasferiti se di ruolo, oppure semplicemente non chiamati a lavorare se supplenti precari.
Leila D’Angelo (Gilda degli insegnanti) afferma che in questi casi il primo passo da farsi è un tentativo di conciliazione tra il dipendente pubblico “in soprannumero” e Pubblica Amministrazione.
Verso le 16.30 la dirigente Maria Gloria Bracci Marinai riceve la delegazione ma resta molto elusiva sulle questioni presentate: esimendosi subito dall’incombenza, scarica qualsiasi responsabilità sulla sicurezza sui singoli dirigenti scolastici, e solleva un “problema politico” legato all’organico e ai tagli imposti dal governo, per cui in un senso o nell’altro bisogna “tirare una coperta” che risulta sempre troppo corta. Ma i presenti non ci stanno, e fanno capire che la rivendicazione esposta va ben oltre una “questione politica” venendo a mancare, stando così le cose, la sicurezza negli spazi scolastici, per gli adulti come per i ragazzi.
La Rete dei Precari comunque comunica fin da subito l’immediata intenzione di inviare ai dirigenti degli istituti in causa il rapporto elaborato.
 

 

 
Zeliha P.

Desmond G. 

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