Tutto inizia nella notte di
sabato dodici gennaio al campo rom di coltano,
dove le due etnie più numerose macedoni e kosovari si scontrano con bastoni, coltelli, molotov e
pistole per una banale lite dicono loro, per la spartizione di traffici
illeciti dice la magistratura.
Nei giorni a seguire sono
ventisette i provvedimenti di custodia 19 macedoni e 8 kosovari accusati di
detenzione e porto abusivo di armi, una
piccolissima parte rispetto a tutta la comunià rom presente sul nostro
territorio. Dopo gli arresti tutti in
coro hanno chiesto il pugno duro e sopratutto l’esclusione delle sedici persone
che sono inserite nel programma “Le città sottili”.
L’obiettivo generale del
programma è quello di costruire percorsi di inclusione sociale ed abitativa
della comunità rom in un’ottica di integrazione con il sistema territoriale dei
servizi. Gli obiettivi principali: favorire il processo di inclusione del
cittadino rom, uscire dalle ottiche dell’assistenzialismo, creare i presupposti
per la mediazione sociale, eliminare il concetto di “campo nomadi” , dare una
risposta concreta al problema delle case.
A Pisa sono presenti da anni,
cinque insediamenti.
Si tratta di luoghi dove centinaia di persone
vivono in condizioni di alta marginalità dove vi è una presenza di gruppi
provenienti da diversi paesi (le provenienze Macedonia 68% Kossovo 12% Bosnia
11% Serbia 4% Montenegro 3% Italia 2%) e all’interno dei quali vi sono numerose
problematiche quali: socio-culturali, igenico-sanitarie, uso e abuso di droghe,
difficoltà di reperimento di un lavoro, diffusione di attività criminose,
ecc.
All’interno del programma ci sono
tre progetti:
- Amen bask
dza, i principi base sono garantire l’accesso ai diritti fondamentali
del bambino, il diritto alla salute
ed alla protezione, diritto all’istruzione, diritto al gioco ed allo svago.
Le principali attività sono iscrizioni scolastiche, accompagnamento sugli
scuolabus, monitoraggio rispetto alle condizioni psico-fisiche dei
bambini, supporto ai bambini nelle scuole,
animazione (negli insediamenti),
supporto allo studio (negli insediamenti) - Progetti
inserimento abitativo questo progetto ha l’obbiettivo del superamento
dei campi e dell’ inclusione sociale. Le principali attività sono: supporto, accompagnamento e mediazione, monitoraggio delle condizioni di salute, monitoraggio
livello di inclusione nel territorio, attivazione nodi della rete sociale, ecc.
(i numeri: alloggi privati totali 77 e 310 nuclei). - Anglunipé
i si rivolge a famiglie e singoli individui degli insediamenti. Le
principali attività sono: mappatura
e censimento degli insediamenti rom, lavoro di relazione con le famiglie rom, raccolta ed analisi dei bisogni, informazione, invio ed accompagnamento ai
servizi, mediazione, sportello di
ascolto, ecc.
Tutte queste misure hanno fatto
si che la maggior parte dei beneficiari migliorasse la propria condizione di
vita e che si integrasse, di tutto questo i giornali non ne parlano anzi si
divertono a pubblicare gli indirizzi di queste persone e a fomentare l’odio
razziale e a gridare alle espulsioni indiscriminate.
È solo affrontando in una chiave
complessiva delle problematiche socio-ambientali dei Rom in Italia che si
riuscirà finalmente a dare una riposta che non sia di pura e semplice
repressione. Riconoscere i diritti naturali della persona è infatti, da sempre,
la maniera più efficace per abbattere esponenzialmente i tassi di criminalità,
degrado e "sfruttamento" minorile e promuovere l’integrazione
sociale, nel pieno rispetto reciproco, dei portatori di una cultura diversa in
mezzo a noi. Solo quando questo elementare concetto, che implica però
un’assunzione partecipata di responsabilità, si sarà fatto strada tra la
popolazione e le istituzioni sarà possibile porre termine al “genocidio
culturale” e segnare qualche passo in avanti nell’integrazione dei Rom nel
nostro paese.
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