È finalmente arrivata l’estate.
Ma non si capisce dal caldo o dall’uscita del film dei Vanzina. I tedeschi e i giapponesi per la prima volta durante tutto l’anno si affacciano aldilà di piazza dei miracoli arrivando perfino sui lungarni, colpiti dal fatto che una città esiste, oltre la torre.
Quello che ci catapulta bruscamente nel bel mezzo dell’estate, nel bel mezzo del giugno pisano, è la polemica sulla cosiddetta “movida”. Già negli scorsi anni la polemica è stata molto feroce, raggiungendo caratteri grotteschi e i massimi esponenti, nonché professionisti della calunnia a danno del movimento estivo, sono in fila: Sindaco, Prefetto e “comitati per il quieto vivere”.
Se il prefetto l’anno scorso aveva gridato: “Pisa sembra Beirut!” diventando la barzelletta più in voga delle calde serate, il Sindaco non ha mai smesso la sua campagna contro un generico “degrado” che coinvolge pure questa ribattezzata movida estiva, ovvero la vita notturna dei giovani (e non solo). La situazioni infatti è drammatica, tra telecamere, vigili e ordinanze anti-alcolici e anti-degrado, più che a Beirut sembra di essere a Teheran.
Se si volesse fare un parallelo con altre città della penisola caratterizzate da un numero così alto di ordinanze e divieti, l’unica che regge il confronto con Pisa è Verona, dove il sindaco è il famoso leghista Tosi. A quanto pare Filippeschi ha capito, visti gli ormai ripetuti successi elettorali della Lega, che l’elettorato si è spostato verso le formazioni politiche dichiaratemente xenofobe, quindi per rimanere sul trono del vincitore, tocca fare leva sugli istinti più bassi degli onesti e italici cittadini. D’altronde basta pensare che nessuno più di Filippeschi ha utilizzato il famoso decreto Maroni che investe di pieni poteri i Sindaci, permettendogli di fare ordinanze fantosiosamente e squisitamente repressive e razziste.
La novità di quest’anno è “Pisa by Night”, l’opuscolo (l’originale) diramato dall’amministrazione comunale. L’incredibile mini depliant illustra il patto tra l’amministrazione, confcommercio e la confesercenti (storico e indissolubile alleato del sindaco soprattutto dopo la cacciata dei negri, pericolosi venditori abusivi, dal Duomo). Questo patto, che stabilisce alcune “regole di civile convivenza” ,è evidentemente un accordo tra i locali del centro e l’amministrazione: i primi potranno continuare a vendere ghiaccio al sapore di qualche cocktail esotico, alla modica cifra di cinque euro e chiudere un’ora più tardi rispetto agli orari previsti dalla normativa nazionale; i secondi potranno sbandierare mediaticamente che la concessione è stata data perchè tra persone civili e corrette si prendono accordi di convivenza. Insomma il fine sembra quello di non ledere gli interessi economici dei bottegai. La città che vive le caldi sere pisane deve solo prendere atto. Per il resto, le vignette originali si commentano da sole e qualcuno ha già pensato bene di "ritoccarle" a proprio gusto (vedi sotto).
E’ imporante ricordare tutto questo dal momento che domani ci sarà un consiglio comunale e sul banco arriverà una proposta del “comitato della cittadella, per la qualità della vita”. Tale comitato presenta questa proposta con un elenco di iniziative e allegate 800 firme. Si propone il decentramento delle iniziative musicali e un maggior controllo sull’emissione dei decibell, nonché la richiesta di assoluto silenzio dopo la mezzanotte nei prefestivi e dope le undici e mezzo nei preferiali, tenendo a specificare che sabato non è festivo. Si chiede inoltre maggior pattugliamento da parte della municipale e maggiori controlli da parte delle forze dell’ordine.
Perchè Pisa e i pisani non sono all’altezza di vivere la propria città? Questa è la domanda. Perchè si chiede di cacciare i giovani e la loro socialità dal centro, perchè si vuole creare una città di divieti dove l’unica alternativa che rimane è quella di scappare altrove? Se qualcuno adora la vita da eremita perchè non si trasferisce in montagna? Molti di noi sono abituati a vivere nelle periferie, dove le case costano molto meno, dove il silenzio assordante della sera, tra il cemento e l’asfalto, crea angoscia e ti ricaccia in un individualismo deprimente, preludio alla morte di qualsiasi socialità, costretti a pensare nella solitudine alla propria esistenza precaria e senza futuro. Il centro invece è vita, in qualche modo speranza e soprattuto socialità e scambio, spesso proficuo, di idee e emozioni. Incanalare questo flusso in semplici schemi commerciali o chiuderlo nella spirale del “bevi, consuma e a nanna presto”, porta alla morte di una città che come tutto il paese, è vecchia e offre sempre di meno ai giovani.
C’è un’Università che fa scappare i giovani cervelli proponendogli contratti gratuiti (un ossimoro?) e una città che nega gli spazi sociali e perseguita ogni forma di socialità libera, attaccando manifestazioni (Canapisa), centri sociali (Rebeldia sotto sfratto) e adesso anche la libera convivialità per le strade del centro, ultimo mezzo rimasto prima di chiudersi in casa a serrande abbassate, infastiditi da tutto e da tutti.
Nonostante in una città come Pisa il comportamento della giunta colpisca in primis gli studenti, considerati come frutti da spremere e poi buttar via, bisogna star bene attenti a non cadere nella trappola ordita da chi tenta di creare una contrapposizione artificiosa tra giovani riottosi e lavoratori responsabili. Da quando il bisogno di socialità, di uscire, di incotrarsi , di non abbandonarsi alla routine del produci-consuma-crepa, è prerogativa dei giovani? Davvero la folla di persone che ogni sera attraversa le strade della nostra città è composta da nullafacenti che dedicano la loro vita a divertirsi, preferibilmente sballandosi e urlando a squarciagola?
Quella che si delinea non è una lotta generazionale, ma una battaglia tra chi vive confinato nel proprio individualismo per colpa, troppo spesso, di tempi di vita imposti e male accettati e chi ancora ha voglia di provare se non ad essere, perlomeno a sentirsi, libero.
L’appello dunque non va ad un sindaco opportunista che sceglie deliberatamente di ignorare le istanze delle migliaia di studenti fuori sede, magari perchè questi non compongono nessun bacino elettorale, ma alla città che rischia di farsi complice della distruzione del centro. Una asfissiante retorica rischia infatti, in questo caso come in tanti altri, di spostare l’attenzione dagli aspetti reali di un problema a aspetti laterali e strumentali. Se infatti è indubbio che chi vive in centro debba fare i conti con disagi ignoti a chi vive in periferia, è vero anche che i responsabili di tali disagi non sono tanto, o solo, gli animatori della "movida pisana", bensì una cricca di amministratori completamente incapaci di organizzare una politica culturale e ricreativa all’altezza di una città da sempre viva ed animata come Pisa.
Perchè non valorizzare il talento, la voglia di fare di tanti giovani, dando credito ad iniziative che propongono modelli di socialità non mercificata? Perchè non aprire tanti luoghi sfitti che potrebbero ospitare iniziative in grado di distribuire meglio i flussi di persone? Perchè non utilizzare la Leopolda, uno spazio costato miliardi e chiuso per 364 giorni all’anno, di cui il Comune ha il coraggio di vantarsi, per attività quotidiane come mostre serali, esposizioni, teatro? Senza dubbio le risposte a queste domande implicano tempo, riflessione, soldi. Molto più semplice e veloce, dunque, avvalorare un modello di socialità completamente asservito al profitto, e vuoto di qualsiasi contenuto, salvo poi lamentarsi degli aspetti negativi di questo modello, correndo ai ripari con la politica del divieto.
Attenzione perchè i voli low cost sono sempre di più e un giorno vi sveglierete in un cimitero… avete presente Pisa d’agosto? Chi non si può permettere le ferie trema all’idea di vederla.
Per le vignette ringraziamo il genio che si cela dietro: http://subvertising.noblogs.org/ ;
Il documento/proposta del comitato della cittadella, è tratto dal quotidiano online: http://www.pisanotizie.it ;
La guida alle ordinanze veronesi da: http://veronainforme.noblogs.org/ scaricabile anche da: http://lombroso.noblogs.org/
Vinz and J. Bonnot