Il Movimento sem terra (Mst) è uno dei movimenti di lotta
organizzata più grandi in Brasile: raggruppa 370mila famiglie che
chiedono la riforma agraria e la ridistribuzione del latifondo
brasiliano. ll movimento ha rappresentato gran parte del consenso
elettorale di Lula, ma negli ultimi mesi l’idillio tra il presidente
sindacalista e la sua base sembra essere finito.
Recentemente, infatti, Lula ha definito “vandaliche” le azioni di
protesta che tentano di espropriare le terre in mano ai latifondisti.
Il Movimento ha portato la questione davanti all’Organizzazione
internazionale del lavoro a Ginevra e ha denunciato la
criminalizzazione del movimento da parte del presidente che, secondo
l’Mst, vuole spostare l’attenzione dell’opinione pubblica da una delle
principali questioni di giustizia in Brasile: la ridistribuzione del
latifondo e la riforma agraria.
“Anche
la Banca mondiale ha denunciato la concentrazione delle terre
coltivabili nelle mani di pochi in Brasile, dove l’1 per cento della
popolazione controlla la gran parte dell’attività agricola del paese.
La lobby dell’agrobusiness tiene sotto scacco almeno 250 deputati su
513. Inoltre negli ultimi anni anche il presidente operaio ha
dimostrato una certa disponibilità verso le richieste dei latifondisti
che hanno coinciso con il desiderio del presidente di fare del Brasile
un grande esportatore di etanolo. E quando il ministro dell’agricoltura
è entrato in collisione con la ministra dell’ambiente, Marina Silva, è stata la seconda a dare le dimissioni”, racconta il quotidiano svizzero Le Temps.
“L’occupazione delle terre dei grandi proprietari è un fatto noto”,
afferma Beat Tuto Wehrle dell’organizzazione svizzera E-changer, che ha
vissuto 22 anni in Brasile, ma negli ultimi tempi il governo e le
istituzioni stanno dando segno di insofferenza verso la lotta del
movimento dei contadini. “A livello federale e a livello locale, si
moltiplicano le accuse e quindici giorni fa il Congresso ha approvato
l’istituzione di una commissione d’inchiesta sull’impiego di denaro
pubblico da parte dell’Mst”. Gilberto Thums, funzionario del ministero
dell’istruzione nello stato del Rio Grande do Sul, ha definito l’Mst
come una “guerriglia illegale” e ha dichiarato di voler chiudere le
scuole rurali del movimento, il cui valore è stato più volte lodato
anche dall’Unicef.
tratto da www.internazionale.it