Intervista a Maria Ciuffi in vista della manifestazione del 16 gennaio sulle morti di stato

«C’è una cosa che ti voglio dire: qualcuno ha voluto descrivermi come “politica”, come se facessi “politica” mettendo avanti mio figlio. Io ho già risposto a questa persona che mi ha detto così: io non faccio “politica”; la mia politica è mio figlio, e nella mia bandiera c’è scritto “verità e giustizia per mio figlio”. Dopo, il resto, non mi interessa più.»
 
Incontro Maria al volo, con i manifesti sottobraccio, mentre, alle sette di sera, si sposta tra le realtà e le associazioni pisane per organizzare la manifestazione del 16 gennaio prossimo. Iniziamo a parlare nella sua Panda, mentre fuori piove.
 

Maria, come siamo giunti alla manifestazione che ci sarà sabato 16 gennaio a Livorno? Come è stato possibile mettere insieme tutte queste persone che fino a oggi hanno avuto pochissima voce e pochissimo risalto sui giornali?
 
È successo questo, che… Prendiamo il mio caso. Il mio caso va avanti da quasi sette anni, e sette anni mi sembra un periodo piuttosto lungo. Allora è successo che io con altre mamme si è deciso di farci sentire, perché tanto, isolate, non si ottiene niente, e allora vediamo se unite si otterrà qualcosa. Ho i miei dubbi lo stesso, però provare non nuoce. E poi c’è una cosa da dire: che non c’è solo Marcello, ma ci sono altri casi di omicidi di Stato le cui indagini si sono fermate. C’è ad esempio la mamma di Niki Gatti Aprile, Ornella, il cui figlio è morto a Sollicciano, che mi ha detto che l’inchiesta per la morte del figlio non è arrivata nemmeno alle indagini preliminari: si è fermata prima, hanno archiviato tutto e, per quello che ho potuto capire io, non ha fatto nemmeno un passo avanti… E anche lei è disperata, non si sa… Quello che si sa di certo è che la morte di Stefano Cucchi (che è una morte assurda anche questa, e i parenti cercano verità e giustizia anche per lui) ha suscitato abbastanza clamore, tanto da far venire fuori tutti noi… Anche se qualcuno ha detto, e lo devo dire questo: come mai per Stefano tanto clamore e per gli altri no? Perché ci sono anche gli altri morti… Però io devo anche dire, insomma, che se non era per Stefano Cucchi, tutti gli altri omicidi non sarebbero venuti fuori come sono venuti fuori, ecco…
 
E invece per quanto riguarda il tuo caso, il caso di Marcello, a che punto siamo?
 

Per quanto riguarda Marcello, ci sono due indagati per omicidio colposo. Le indagini preliminari, con l’emissione di avvisi di garanzia, si dovevano chiudere a novembre, a novembre è stato tutto rimandato a dicembre. Il 30 dicembre doveva essere consegnata una perizia… Oggi siamo al 12 gennaio e ancora nessuna perizia è arrivato sul tavolo del Pm. Che poi si tratta di una perizia che penso e trovo inutile, perché è una perizia che il Pm ha fatto fare tramite le foto. Voglio dire, in precedenza è stata fatta fare una riesumazione, non vedo cosa possa venire fuori di nuovo ad analizzare ancora le fotografie del corpo di Marcello. Ad ora non è prevista una data per la chiusura. Il Pm ha detto che non appena arriva, leggerà questa perizia e chiuderà il fascicolo. Ma qui siamo ancora in altomare, qui è tutto un rimandare e rimandare… Avete visto anche voi: sono sette anni che io lotto, continui, ma corro, corro, e alla fine cosa ho ottenuto? Niente! Quello che mi dispiace è che vorrei che non venisse insabbiato niente, che non ci sia un ennesimo insabbiamento, o che venga fuori una sorta di “protezione” per alcuni. Una cosa che io ho detto al Pm è stata: perché lei non ha indagato il medico legale Bassi Luciani, che ha rilevato nella prima autopsia la frattura della sola seconda costola, mentre successivamente è stato definitivamente accertato che la costole fratturate erano dalla seconda all’ottava? Mi è stato risposto che si era trattato di una svista. Bene, per me non si tratta di una svista, quello è un falso e andava indagato come reato. Ora vediamo come andrà a finire, non lo so…
 
È prevista una grossa partecipazione per la manifestazione di sabato che, mi sembra, è la prima su questi argomenti…
 
Si è la prima, in effetti… Dico la verità: non me la sarei aspettata tanta solidarietà. Sia da parte dei familiari, che veramente da soli si sono fatti avanti e mi hanno cercato, che da parte di tutti voi giovani. Sono previsti arrivi a Livorno da tutta Italia: da Milano, Torino, Padova, Roma, ragazzi da Foggia, e poi da tutta la Toscana. Di questo devo veramente dire grazie.
 
Tu hai avuto già modo di parlare con le altre mamme, genitori, parenti, coinvolti in questa lotta per la giustizia?
 
Si, con tutte, e non una volta, ma già cinque o sei volte ci siamo sentite per telefono. E, dico la verità, qualcuno è molto arrabbiato come me. Poi, dopo la manifestazione che finirà al Comune, ci sarà modo che ogni mamma dica quello che ha da dire davanti a tutti, e potrà parlare con un microfono del proprio caso, del proprio figlio. E lì ne potremo sentire delle belle.
 

Ti preme aggiungere qualcos’altro?
 
Spero che a Livorno vada tutto bene. Ho visto che da tanti anni, sono ormai sette anni che si va avanti, c’è stata tanta solidarietà nei miei confronti, e questo non me l’aspettavo, veramente… Così tanto non l’avrei creduto. E voglio ringraziare tutti.
 
A cura di Desmond G.
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