Pisa – In Toscana esistono 204
consultori (in media 1,1 ogni 20mila abitanti). Nel 2006 con la delibera 259, la Regione ha stanziato 3,1
milioni di euro puntando su adolescenti e donne immigrate (che rappresentano il
37% delle IVG) . In tutto il centro-nord si registra un aumento notevoli dei
ginecologi obiettori di coscienza: la regione Marche conta il 78,4% di
obiettori rispetto ad una media nazionale del 60%). Proprio per ovviare all’aumento dei medici che non
praticano l’aborto per una questione etica, la regione toscana ha deciso di
avviare percorsi formativi specifici per 500 operatori dei consultori. Il
problema rimane però in piedi. Dati alla mano nelle regioni del centro Italia
il rapporto di abortività è sceso del 50% rispetto al 1985 e gli ultimi dati
parlano di 25mila aborti volontari. Nonostante i medici “eticamente schierati”,
la 194 sembra tenere, e forse per questo che le lobby conservatrici hanno
avviato la campagna contro l’aborto e la contraccezione.
Non parlano di prevenzione o di
educazione, ma solo di bigotta verità.
La legge 194, «pur scontando
ritardi e omissioni applicative, a distanza di 30 anni dimostra tutta la
solidità e la modernità del suo impianto tecnico-scientifico, giuridico e
morale. Occorre supportarla». Parola della Federazione degli Ordini dei medici
(Fnomceo), che si schiera decisamente a favore della legge sull’aborto, tornata
a essere oggetto di dibattito e di "scontro" politico e non solo, in
un documento su diversi temi bioetici messo a punto oggi durante la riunione
del Consiglio nazionale della Fnomceo a Roma.
I rappresentanti dei camici bianchi sono anche a favore della pillola abortiva
Ru486, non ancora autorizzata in Italia: va data piena attuazione alla legge,
sottolineano, «compreso l’articolo 15, laddove raccomanda ’l’uso delle tecniche
più moderne, più rispettose dell’integrità psicofisica della donna e meno
rischiose per l’interruzione di gravidanza». Nel documento della Fnomceo si
evidenzia come si debba sostenere la legge 194 «incrementando l’educazione alla
procreazione responsabile, il supporto economico e sociale alla maternità
soprattutto in quelle fasce di popolazione dove il ricorso all’interruzione
volontaria di gravidanza resta alta, quali ad esempio adolescenti ed
immigrate».
Nel testo si parla anche di pillola del giorno dopo, il contraccettivo
d’emergenza che troppo spesso è difficile riuscire ad avere. «Non può
incontrare surrettizie limitazioni – afferma la Fnomceo – che ostacolino
la fruizione del diritto della donna che intenda prevenire una gravidanza
indesiderata e un probabile successivo ricorso all’aborto». In sostanza, «pur
riaffermando con forza il diritto del medico alla clausola di coscienza
prevista all’articolo 22 del Codice deontologico», i vertici dei camici bianchi
italiani non possono non richiamare l’attenzione sull’obbligo, previsto dallo
stesso codice, per il medico di «fornire al cittadino ogni utile informazione e
chiarimento». E ancora, «la tensione tra il diritto del medico alla clausola di
coscienza, e quello del cittadino alla fruizione della prestazione riconosciuta
come disponibile, non fa venir meno l’obbligo anche deontologico dei medici ad
adoperarsi al fine di tutelare l’accesso alla prestazione nei tempi
appropriati».
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