all’Europarlamento sotto accusa tutti i centri di permanenza per immigrati. L’Europa boccia i Cpt italiani:
"Cibo scadente", "gabbie e sbarre opprimenti",
"mancanza d’igiene", "carenza d’assistenza medica e
legale". La fotografia, scattata a fine dicembre 2007 dalla
"Commissione per le libertà civili e la giustizia" dell’Europarlamento,
è una ferma condanna di tutti i centri di permanenza temporanea per immigrati:
in Italia e nel resto d’Europa.
I cpt, introdotti dalla legge
Turco-Napolitano e potenziati dalla Bossi-Fini (che ha allungato i tempi di
detenzione da trenta a sessanta giorni), servono a trattenere gli immigrati
irregolari in attesa d’espulsione. Nel 2005 vi sono transitate 16.163 persone.
Gli espulsi? Solo il 60%.
La macchina, infatti, non funziona:
nel 2006, su 124.383 clandestini individuati dalle forze dell’ordine, solo il
36,5% (45.449) è stato effettivamente rimpatriato (nel 1999 lo fu il 64,1%).
Non solo. I cpt italiani sono stati ripetutamente criticati da vari organismi
indipendenti: Medici senza frontiere, Amnesty International, Comitato europeo
per la prevenzione della tortura e Commissione De Mistura. Mancava la
bocciatura dell’Europarlamento. Che è arrivata puntuale.
Vari i punti critici segnalati dalla
Commissione Ue per le libertà civili. Nel centro di permanenza di Torino,
"il cibo è scadente e la struttura delle gabbie opprimente". Il cpt
di via Mattei a Bologna "attira particolarmente l’attenzione a causa
dell’avanzato stato di degrado della struttura, in molte parti bruciata e
sporca. Le stanze, anch’esse lasciate in un avanzato stato d’abbandono, sono composte
da letti in cemento, una televisione ingabbiata dietro una grata e una sbarra
sul soffitto, che, a detta del responsabile del centro, impedisce alla
popolazione trattenuta di sfondare il tetto e di nascondersi all’interno. La
struttura esterna è caratterizzata da una presenza continua e constante di
sbarre, non solo attorno alle persone, ma anche sulla testa (sono completamente
chiusi da tutti i lati)".
"Il cpt di Trapani – si legge
ancora nel rapporto – si trova nel centro della città, in una vecchia struttura
d’inizio ’900, utilizzata in passato come casa di cura per anziani. La capienza
totale del centro è di 57 posti, attualmente ne sono utilizzabili solo 26
perché una delle due ali è inagibile a causa di un incendio. La parte restante
mostra segni di forte degrado e abbandono, oltre a un sentimento di oppressione
e chiusura dovuto a grate e sbarre presenti ovunque. I servizi igienici
risultano carenti: 4 wc per le 26 persone presenti".
Al centro di Borgo Mezzanone a Foggia,
"durante la visita alla zona dei container ci siamo potuti intrattenere
con i migranti presenti, tra cui un gruppo di afgani e iracheni. Le principali
problematiche che ci hanno esposte sono: le condizioni di caldo estremo nei
container, perennemente esposti al sole, la mancanza di telefoni (7 per 500
persone) e l’assenza d’informazioni rispetto alla durata della permanenza nel
centro". Infine Lampedusa: "Il centro, situato a lato dell’aeroporto,
ha una capienza totale di 197 posti, che, secondo il direttore, si possono
trasformare in 300. Spesso arriva ad accogliere fino a 800 persone (…) Tutti
gli intervistati si lamentano della scarsità di acqua distribuita per bere e
del forte calore nei container, esposti totalmente al sole, chiusi, in una zona
in cui si superano abitualmente i 40 gradi centigradi".
In conclusione, il rapporto Ue
denuncia: "Il carattere patogeno della detenzione, causato principalmente
dalle strutture e dall’assenza di comunicazione (fino ad atteggiamenti di
disprezzo) dei responsabili con le persone trattenute; misure securitarie
sproporzionate per persone trattenute in un quadro amministrativo; nessuna
assistenza alle persone vulnerabili; servizio medico presente ma carente,
soprattutto nei centri altamente popolati; carenza del servizio d’interpreti e
traduttori; mancanza di un servizio d’assistenza legale". Per questo si
chiede con urgenza, "la ristrutturazione dei centri e l’eliminazione delle
gabbie; l’accesso permanente di Ong e giornalisti; il miglioramento dei servizi
igienici, medici e legali".
La risposta dell’Italia? Il governo
Prodi, con la legge Amato-Ferrero, proponeva di ridurre il numero dei cpt,
trasformandoli in strutture restrittive residuali e limitate ai clandestini
"irriducibili", che si sottraggono all’identificazione. Il centrodestra
pare invece essere di tutt’altra idea: "Aumenteremo il numero dei Centri
di permanenza temporanea per l’identificazione e l’espulsione degli
extracomunitari clandestini". Promette ora Silvio Berlusconi.
Repubblica
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