Pisa- Le Cooperative pisane dicono no al decreto legge in materia di sicurezza.

Le cooperative sociali di Pisa, che aderiscono alla Consulta della cittadinanza attiva della
Società della Salute di Pisa si oppongono al decreto legge in materia di
sicurezza, in una conferenza stampa presso il Centro di
Accoglienza di via Garibaldi .

Le cooperative sociali il
Cerchio, il Progetto, il Simbolo, il Delfino, il Ponte, Insieme che da anni
lavorano nella promozione dei diritti, della tutela e dell’accoglienza dei
migranti attraverso la gestione dei servizi e dei progetti della Società della
Salute, del Comune e della Provincia di Pisa fanno fronte comune contro la
deriva della politica verso i migranti.

Nel comunicato, le cooperative esprimono
il loro punto di vista su alcuni punti del decreto, entrato in vigore il 27
maggio scorso, tra le diverse misure annoverano quelle che assumono una
particolare rilevanza: i reati commessi da chi si trova illegalmente sul
territorio nazionale prevedono l’aggravante della clandestinità; la condanna a
pena detentiva superiore a due anni implica l’espulsione del territorio
nazionale; la permanenza massima presso i centri di identificazione ed
espulsione ( nuova denominazione dei cpt) è di diciotto mesi; affittare una
casa a clandestini prevede la pena detentiva da sei mesi a tre anni e la
confisca dell’immobile a carico dell’affittuario.

In merito a queste misure emanate
in materia di scurezza pubblica ed in relazione ai risvolti di carattere
etico-politico che ne derivano, le cooperative avvertono l’esigenza di
esprimere il loro punto di vista. si legge ancora, riteniamo pericoloso e
ambiguo collegare in modo univoco la crescente percezione di insicurezza all’impatto
che i fenomeni migratori hanno avuto e tutt’oggi hanno sulla vita delle nostre
città. Riteniamo rischioso rispondere alle esigenze di tutela e i cura dei
territori soltanto con in interventi repressivi che interpretano i problemi di
natura sociale come questioni puramente di ordine pubblico. Crediamo che le
uniche strade da percorrere per dare risposta alla domanda di sicurezza che
emerge dai nostri territori siano l’accoglienza e l’integrazione. Riteniamo
pertanto che l’attuale politica sulla sicurezza pubblica e sulla immigrazione
tratteggi un modello politico-culturale che nega la complessità delle
problematiche e dei mutamenti sociali e ne semplifica le risposte e le
soluzioni.

Il D.L. 23 maggio 208, n.92 (G.U.
26 maggio 2008, n. 12) condanna i più deboli ad essere ancora più deboli.

Da anni l’Amministrazione
comunale di Pisa ha adottato scelte politiche che si pongono lungo il solco
dell’inclusione e dell’integrazione dei cittadini migranti. Alla luce
dell’attuale dibattito, scrivono le cooperative, politico e culturale,
riteniamo che quelle politiche debbano essere ribadite e sostenute da tutti
coloro che a vario titolo sono attivi e impegnati. Ciò che si rende ancor più
necessario per scongiurare il rischio di tentazioni semplificatrici rispetto al
delicato e complesso fenomeno migratorio. In questi anni, nei progetti che
abbiamo realizzato, sono stai praticati efficaci modelli di intervento sulle
questioni di sicurezza sociale che emergevano dal nostro territorio, ispirati a
criteri opposti rispetto a quelli che ci sembrano fare da sfondo al pacchetto
sicurezza. Per affrontare, concludono, in modo costruttivo i contrasti di
culture di generazioni, di religione e costume, occorre offrire sedi e momenti
di confronto in cui le diversità possano esprimersi positivamente, nella
convinzione che la realizzazione dei percorsi di mediazione sociale e
l’attivazione di contesti comunitari dialoganti, aiutino realmente a governare
i problemi, a prevenire i conflitti e a costruire quartieri, città e territori
sicuri per tutti i cittadini.

 

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