Modena, sgomberata e demolita Libera

Anche nel 2008 Agosto sembra essere il mese in cui, protetti dal
solleone e dal deserto urbano, i pubblici poteri dichiarano guerra agli
spazi autogestiti. Pubblichiamo il report di Indymedia EmiliaRomagna e
il comunicato degli ex-occupanti che rilancia per settembre la
mobilitazione contro l’autodromo e per gli spazi autogestiti.

Stamani verso le 11.30 si sono avute le prime avvisaglie dello
sgombero, quando diverse macchine della digos sono arrivate in Via
Pomposiana e una pattuglia dei vigili ne ha chiuso l’accesso.
Nonostante il blocco molti compagni riescono a passare, e nel
pomeriggio quasi un centinaio di solidali sarà sotto il Libera a
fronteggiare la sbirraglia.
Verso le 2 i poliziotti riescono ad
entrare nell’edificio dall’ingresso posteriore, dopo avere spinto via i
compagni che cercavano di impedire l’irruzione, scagliandosi poi anche
contro chi sorvegliava l’entrata principale. Diversi compagni sono
strattonati e i poliziotti tentano più volte di fermare i fotografi
(inclusa la stampa accreditata). Una poliziotta lancia un tavolo nel
mucchio di compagni e fotografi. A breve la situazione si calma e
desistono dall’aggressione contro le persone all’ingresso. Ma ormai
sono entrati e noi siamo tutti fuori.

Alle 4 del pomeriggio la tensione è un pò calata rispetto a qualche
ora prima, quando gli sbirri hanno devastato l’interno di Libera. Viene
fatto arrivare il camion dei pompieri con la scala e il cestello per
salire sul tetto, dove 4 compagni resistono ad oltranza. Uno sbirro e
un pompiere restano quasi un ora penzolanti nel cestello a 2 metri da
Colbi incatenato. Per raggiungere il retro di Libera e posizionarsi, la
gru dei pompieri ha dovuto percorrere il lunghissimo viale di accesso
alla casa. Tutte le persone presenti sono corse impedirne l’avanzata.
Prima con barricate improvvisate (tirate via dalla polizia, addosso
alla gente) poi fronteggiandola metro per metro sotto gli spintoni, i
calci e le violenze di un’eterogenea sbirraglia a stento tenuta a freno
dal capo della digos (baffetti e giacchino scamosciato, il topos del
dirigente digotto anni ’90). Erano presenti un folto numero di vigili
urbani, corpo non titolato ad occuparsi di ordine pubblico. Hanno
contribuito a malmenare, sollevare di peso e gettare a terra chi
tentava di fermare l’avanzata della gru. Gia domani verrà sporta
denuncia contro di loro, sia per i singoli casi di violenza
documentati, sia per l’illegale presenza in loco. Alla fine la gru
passa, circondata dagli sbirri che la cordonano. Diversi i contusi tra
i manifestanti.

Inizia il balletto del cestello a fianco del tetto. Ci sono dentro
uno sbirro e un pompiere. Il primo seccherà inutilmente Colbi per un
ora, con blandizie e ragionamenti. Intanto sul tetto è salito un altro
carabiniere, che attacca anche lui a parlare senza ottenere nulla, e la
testa baffuta del capodigos spunta dall’abbaino. Resteranno li 2 ore
finchè abbandonati discorsi taglieranno le catene che assicuravano
Colbi, sollevandolo di peso nel cestello e calandolo giù. In breve
caleranno tutti dal tetto, assetati e arroventati dal sole. Gli
ombrelloni glieli hanno tirati via 2 ore prima e da ore impediscono
l’arrivo di acqua.

Ora è la volta di Benna, con il braccio ancorato dentro un bidone di
cemento da 200 kg, e delle 2 ragazze incatenate alla finestra accanto a
lui. Le 2 ragazze non vogliono lasciar tagliare le catene e non
vogliono andare via abbandonando Benna solo con gli sbirri. Ma uno di
questi, aiutato da una vigilessa, le afferra brutalmente. E’ una scena
schifosa. Una delle 2 ragazze, quasi in lacrime, urla perchè le stanno
toccando i seni e le parti intime. Tutte/i le/i compagne/i sono alle
finestre attorno che gridano la loro rabbia e il disprezzo contro
quelle bestie… impotenti ad aiutare le compagne. Iniziano a lanciare
acqua sulle carogne con il bell’effetto di intralciarli e
disorientarli. Lo sbirro che stà molestando la compagna, sbraita e
grida più volte alla sua truppa di sgomberare tutti dalle finestre.
Così la situazione precipita. Un funzionario esce e si mette a capo
dello schieramento urlando che lui è l’amministratore della violenza e
adesso ce la amministra. Parte il fronteggiamento che diventa una
carica in cui i picchiatori non si tengono più e menano manganellate.
Un ragazzo esce fuori con la testa spaccata, un fiotto di sangue sul
viso e i vestiti. Altri se la cavano con contusioni al busto e alle
braccia. Diversi fotografi e cameramen vengono malmenati. Di li a poco
inizeranno a rimuovere col flessibile e lo scalpello il cemento che
blocca Benna.

L’avvocato di Libera spiega brevemente il senso dello sgombero. Lo
stabile è da anni assegnato ad una associazione, il Collettivo degli
agitati, che è composto dagli abitanti di Libera. Questi si sono visti
assegnare unilateralmente l’edificio dalla giunta. Senza che nemmeno lo
avessero richiesto. Probabilmente le mire del comune, all’epoca, erano
di proporgli poi un cambio di sede. Sta di fatto che l’assegnazione
scade a novembre 2008 e fino ad allora gli abitanti occupano
legittimamente la casa. La giunta modenese dà ugualmente alla polizia
il mandato di sgombero. Ma non contro l’associazione: contro i singoli
abitanti che loro dire la occupano illegalmente… sta di fatto che i
soggetti coincidono. I presunti abusivi sono i legittimi abitanti. Ma
intanto lo sgombero viene effettuato.
LIBERA VIENE RASA AL SUOLO IN SERATA.


Comunicato di Libera dopo lo Sgombero/Demolizione

Non lasceremo la città in mano a chi usa metodi fascisti.

Con l’uso della forza alcuni burocrati della giunta modenese hanno
demolito lo spazio sociale autogestito, ecologico, anarchico Libera per
favorire la peggiore delle speculazioni. Modena ha perso così un pezzo
di campagna, un naturale corridoio ecologico, uno spazio di socialità
non mercificata per lasciare spazio al solito grigiore politico e umano
che le componente politiche ed economiche della città hanno sempre
espresso. Il cofferatismo che con la scusa di una legalità ideologica
ha cercato di eliminare le esperienze autogestite dal basso ha fatto
scuola anche a Modena.

I repubblichini della giunta, PD in testa, hanno alzato lo scontro
utilizzando la violenza, coinvolgendo anche la polizia municipale,
responsabile dell’operazione, e i vigili del fuoco, questo è
GRAVISSIMO. Le compagne e i compagni feriti sono tanti, picchiati
violentemente con la complicità della polizia municipale.

La sede di Libera è stata demolita immediatamente con tutto quello che c’era dentro.

Denunciamo anche lo squallore di vedere operai che demolivano la casa di altri operai.
La solidarietà da Modena e da tutta Italia è stata enorme.

Sapremo riprenderci dal basso quegli spazi occupati dai dittatori
della maggioranza, dai mafiosi della politica e dagli speculatori
conniventi. Libereremo spazi per sperimentare una socialità
antiautoritaria, difenderemo le terre di Marzaglia e l’ambiente contro
l’autodromo e lotteremo decisi contro i burocrati della politica.

Sabato 20 Settembre CORTEO NAZIONALE.
19, 20 e 21 Settembre tre giornate di azioni.
Altre azioni non verranno annunciate preventivamente.

Assemblea permanente di Libera
Collettivo libertario anarchico de "Gli Agitati".
Sezione modenese dell’USI-AIT
Gruppo anarchico Rivoluzio Gilioli

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