Oggi c’è stato sciopero generale e provinciale a Massa, contro la grave crisi economica e occupazionale del territorio apuano; sono state chiamate a partecipare tutte le categorie, il commercio, i privati, il pubblico, i pensionati, i giovani, i precari, gli studenti, l’intera popolazione. In tutto il territorio, il quadro è sconfortante, il caso Eaton è solo l’ultimo e più eclatante tassello.
La manifestazione di stamani si è svolta nel migliore dei modi, moltissime le persone che hanno sfilato partendo dalla Eaton e arrivando fino in centro città dove si sono susseguiti vari interventi dal palco. I numeri altissimi, insoliti per una cittadina di modeste dimensioni come Massa, ma non cè da stupirsi, tutta la città si è stretta attorno ai suoi operai in un momento difficile come questo.
Circa duemila, ma per chi ha visto il serpentone districarsi tra le strade della città, sembrava ci fosse molta più gente, inutile però sparare cifre incredibili, lo lasciamo fare a chi ne ha bisogno per dimostrare che ha un consenso che invece gli sfugge e non si vergogna di parlare di 2 milioni e mezzo mentre l’onestà vede 500 mila.
Una partecipazione imponente per questa zona in profonda crisi economica, con una giunta di "sinistra" tutta in piazza schierata al fianco dei lavoratori, insieme a tutti i sindacati che nonostante il momento riescono almeno a livello locale a dimostrare un po’ di unità.
In prima fila gli operai della Eaton, dietro gli altri metalmeccanici, a maggioranza Fiom e i lavoratori della lunigianese Ica, con un consistente gruppo tutto al femminile. Tante le categorie di lavoratori presenti, non mancavano bandiere del PD (o cappelli) e di Rifondazione, con un po’ tutta la Sinistra Arcobaleno. Perfino il segretario di R.C. Ferrero era presente al corteo, vari poi i gruppi politici, tra cui le "C.a.r.c." e alcuni anarchici carrarini aderenti allo storico gruppo "Germinal".
Molto significativo lo spezzone studentesco, alta la partecipazione degli studenti "dell’Onda Apuana" che nell’ultimo periodo si sono impegnati per connettere le istanze del mondo studentesco con quelle degli operai, presenti anche una cinquantina di studenti universitari da Pisa, appartenenti al progetto Università 2.0. Gli studenti pisani svegli già dalle 7.00, hanno preso il treno a Pisa alle 7.38 e arrivati a Massa un’ora dopo, sono stati trasportati grazie ad un servizio speciale di corriere fino ai cancelli della Eaton.
Lo striscione che apriva il loro spezzone scriveva: "Noi la crisi non la paghiamo, studenti e operai uniti!"
Gli studenti pisani hanno inoltre rivendicato, il diritto ad una qualità della vita, che passi per un’abbattimento dei costi di accesso a servizi, come i trasporti e per una riappropriazione delle forme di reddito indiretto, per questo hanno viaggiato senza fare il biglietto all’andata e applicando un’autoriduzione al ritorno (biglietto per 20 persone per un regionale, quando 40 persone hanno viaggiato su un intercity plus). Questo nonostante alla stazione di Massa ci fossero due camionette della polizia e alcuni carabinieri che presidiavano la stazione, forse perchè era trapelata la voce che qualcuno dal corteo voleva arrivare a bloccare i treni sui binari.
Il grido levatosi dalle strade di Massa oggi mandava un messaggio forte e chiaro, non è possibile che un’azienda venga su un territorio a sfruttare risorse e a spremere lavoratori e dopo, finiti i bei guadagni, tutto venga buttato a mare, lavoratori compresi, calcolando solo logiche di profitto. La Eaton adesso, in cerca di manodopera facilmente sfruttabile e sottopagata, sposta parte della produzione in Polonia, dove siamo sicuri troveranno anche molti imprenditori nostrani, là già da tempo.
Continuano le trattative a livello nazionale per trovare fondi che garantiscano ai lavoratori che verranno licenziati una cassa integrazione ordinaria e quidi accettabili livellli di reddito, oltre ai prepensionamenti, insomma ammortizzatori sociali seri per evitare la fame a molte famiglie.
La tragedia è inevitabile per i lavoratori dell’indotto, per questi non ci saranno garanzie né ammortizzatori, qualcuno spera in piani di re-industrializzazione, ma la situazione non è delle migliori.
La preoccupazione riguarda anche le aree della Eaton dopo la dismissione della fabbrica, si teme che in queste aree possano avvenire forti speculazioni dopo il trasferimento, a meno che la città non si batta per quelle aree come luoghi di proprietà collettiva, dove far nascere progetti per il territorio e la sua comunità.
vedi anche: Studenti al fianco dei lavoratori, corteo contro la chiusura della Eaton a Massa