Genova 2001 – 2007: incontro tra generazioni e sguardo al futuro in mezzo al fuoco della repressione di Stato

 

Pisa
– Martedì 13 Novembre, al Polo Carmignani si è svolta un’iniziativa di
preparazione al corteo di Genova, in programma Sabato 17.

Dopo
la proiezione del video  “OP” è
intervenuto l’avvocato Ezio Menzione che da sei anni segue il caso dei 25
compagni/e accusati di devastazione e saccheggio che rischiano un totale di
pena di 225 anni di galera.

Davanti
alla presenza di diverse decine di persone si è prima assistito alla visione
del filmato, non molto lungo ma chiaro ed esplicito. Grazie all’uso di
registrazioni dei comandi della polizia, di carte geografiche delle zone in cui
avvennero gli scontri e di parti di interrogatori alle forze dell’ordine il
video chiarisce e descrive perfettamente la giornata di venerdì, dimostrando
perfettamente responsabilità e violenze delle autorità. L’obbiettivo dichiarato
era mostrare chi in verità in quei giorni fece saltare l’ordine pubblico ed
secondo il mio parere questo filmato ci riesce benissimo.

La
parte più interessante è comunque stato l’intervento dell’avvocato Menzione. I
punti toccati sono stati molti e forse ne ha risentito un po’ l’approfondimento
ma  la discussione è rimasta lineare e di
facile comprensione. I processi aperti che riguardano Genova sono 3: due
riguardano le forze dell’ordine per i fatti della Scuola Diaz e della caserma
di Bolzaneto ed uno i 25 manifestanti, che però è il solo in cui si discute ciò
che successe nelle giornate della mobilitazione. I procedimenti  quindi che vedono indagati funzionari di
polizia rimangono ai margini di quelle tre giornate, leggermente separate. Le
accuse per i/le compagni/e vanno da un minimo di 6 anni ad un massimo di 16,
per tutti e 25 gli indagati; la prima domanda che sorge spontanea riguarda
proprio le esorbitanti richieste di condanna dell’accusa: perché la scelta di
reati come devastazione e saccheggio non più utilizzati dal dopoguerra?perché
anche all’interno di questi reati non sono state avanzate richieste più
contenibili, nonché più “credibili”, visto che in Italia 16 anni tra poco non
si danno neanche per omicidio volontario?

Le
ipotesi sono diverse e forse si intrecciano insieme:

-una
sorta di logica del bilanciamento preventivo visto che qualche funzionario di
Polizia sarà condannato; i loro reati però rientreranno o nell’indulto o
finiranno in prescrizione o nella condizionale, quindi possiamo parlare di
“Sbilanciamento preventivo”

-un
impostazione dell’accusa a tutela della proprietà privata e dell’ordine
pubblico, che quindi pretende pene esemplari che siano anche da monito per i
futuri manifestanti. In particolare vengono usate le azioni dei Black Block
come se tutti ne fossero a conoscenza ed avessero quindi un piano organizzato
di  distruzione dell’ordine pubblico.

In
realtà l’accusa si regge su dati oggettivi che non tengono conto di elementi
terra-terra, addirittura di molti compagni/e non son presenti fotogrammi con
azioni particolarmente violente ma basta la loro presenza per assicurare una
loro partecipazione alle “violenze”. Dobbiamo ricordare che tutti gli esercizi
commerciali  sono stati risarciti sia
dalle assicurazioni sia con i soldi stanziati dal Governo Berlusoni; non a caso
nessuno, eccetto la Cassa di       Risparmio
di Genova e lo Stato Italiano(che ha richiesto per danni morali 2,5 milioni di
euro) si è costituito parte civile. Inoltre in molti altri processi singoli
stesse situazioni sono state o assolte o hanno ricevuto condanne per reati
molto minori come resistenza e danneggiamento.

 La discussione è poi avanzata segnando due
punti importanti: l’organizzazione  di
Genova ingabbiata come uno stadio, e delle forze armate che hanno colpito con
indifferenza tutti i presenti. L’uso massiccio dei lacrimogeni è segno
anch’esso di una volontà di colpire generalizzata, verso chiunque, cosi come i
caroselli di blindati in mezzo alla folla. Inoltre fondamentale e collegare
questo processo a quello di Cosenza, che vede indagati i compagni del Sud
Ribelle. Un processo se vogliamo ancora più assurdo che potremmo definire
fascista nelle modalità e nelle accuse, quelle di sovvertimento dello stato.

Quello
che è successo a Genova è sotto gli occhi di tutti. Mentre le forze dell’ordine
hanno sicurezza della loro impunità, per i 
gradi alti ci sono state e ci saranno solamente brillanti promozioni,
questo processo mette in ballo un diritto politico universalmente riconosciuto.
Il movimento od i movimenti non possono perdere questa battaglia che riguarda
si il nostro passato ma soprattutto la nostre possibilità future.

 

 

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