collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud e Canapisa Crew : SIAMO IN PERICOLO

La denuncia viene dal collettivo antipsichiatrico
Antonin Artaud e da Canapisa e si articola riportando una serie d’importanti
dati che testimoniano come l’emergenza sia solo una strumento mediatico per
imporre altre questioni all’ordine del giorno invece di discutere sui reali
problemi della gente; con il permesso  dei vigili urbani. la classe politica tenta di svilire ogni opposizione
ponendo in essere una caccia alle streghe infinita che passa da Bin Laden e finisce
alla comunità Rom ed alla comunità senegalese.Mentre i vigili urbani provavano a bloccare il presidio (autorizzato) veniva distribuito un volantino in cui emergevano alcune importanti considerazioni:

"La tabella riportata (fonte: Ministero dell’Interno)
dimo
stra come i crimini in Italia siano in diminuzione; non è però questa l’immagine che i media (fedeli
all’insegnamento del nazista Goebbels «basta ripetere in continuazione una
bugia per farla diventare verità») ci propongono. Ogni giorno vengono diffuse
notizie
riguardanti fatti di
criminalità commessi da immigrati, consumatori di sostanze, persone
psichiatrizzate,
facendo leva sul comune
pregiudizio per giustificare l’esigenza di leggi securitarie; un’
"EMERGENZA
CRIMINE" che fa
crescere l’odio, la paura e l’intolleranza.

Il senso di insicurezza, derivato da una società per
pochi privilegiati che crea precarietà, viene così
deviato verso quel "pericolo", quel
"nemico" contro il quale puntare l’indice e agire; categorie
"colpevoli"
di fare paura sono di
volta in volta evidenziate: capri espiatori di un clima di disagio sociale che
ha però le
sue radici nella
struttura stessa della società.

Ecco che si alternano leggi sempre più
restrittive (anti-droga, anti-graffiti, anti-immigrazione, ecc), si
innalzano mura creando veri e propri ghetti, si
riempiono le carceri, aumenta il ricorso al TSO(Trattamento
Sanitario Obbligatorio), si diffonde a macchia d’olio
l’uso
di psicofarmaci, si chiudono gli spazi sociali di aggregazione; tutti quei comportamenti che esulano
dal modello sociale propagandato vengono colpiti,
criminalizzati o psichiatrizzati. A volte, le
persone vengono anche uccise.

Perugia, Aldo Bianzino, falegname di
44 anni, entra in carcere ÌI12 Ottobre per la coltivazione di alcune piante di
Cannabis; ne esce morto il 14 Ottobre. Secondo l’autopsia le lesioni interne
riscontrate sul suo
corpo sono compatibili
con l’omicidio. Aldo era in isolamento, le uniche persone con cui aveva
contatto
erano gli agenti
carcerari.

Bologna, nel mese di ottobre 7 ragazzi
sono stati arrestati perché sorpresi a fare scritte su un muro.
Processati per direttissima, i 7 writers sono stati
colpiti da pene tra i 5 e i 10 mesi di carcere e sono tuttora
in prigione; a nessuno di loro (neanche a quelli
incensurati) è stata concessa la condizionale. È la prima
volta in Italia che delle persone sono finite in
carcere per delle scritte su un muro.

Empoli, 12 giugno 2007 Roberto Melino, 24 anni, muore
in reparto psichiatrico per arresto
cardiocircolatorio;
il giovane era entrato il 4 giugno in TSV (Trattamento Sanitario Volontario),
tramutato dai medici in TSO alla richiesta di andare a casa; resta da chiarire
se la morte sia avvenuta per cause
naturali
o in seguito alla somministrazione di farmaci.

Questi sono solo alcuni degli ultimi
casi dell’isteria PROIBIZIONISTA e SECURITARIA che in questi ultimi anni ha fatto decine e decine di vittime nelle
carceri (ricordiamo Marcello Lonzi morto l’11 luglio
2003), nei Reparti Psichiatrici, nei CPT e negli OPG (Ospedali Psichiatrici
Giudiziari), e nelle strade, come successo al giovane Federico Aldovrandi morto
a Ferrara il 25 settembre 2005 x un
pestaggio ad opera della polizia
locale."
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