UNIVANT: CONTRO L’UNIVERSITA’ CHE SI CONSUMA

Pisa – Mercoledì
14 novembre l’Università di Pisa ha convocato una commissione composta da
qualche professore, qualche “rappresentante degli studenti” e dal Rettore.
Questa seduta doveva avere il compito di decidere sulla concessione degli
Spazi dell’Università
agli studenti, ai Collettivi, alle Associazioni e
sulle modalità con cui tali concessioni avverranno e per questo è stato
occupanto il Rettorato chiedendo un cambio di rotta delle politiche di quest’amministrazione.
Università Antagonista interpreta i fatti denunciando come in realtà la
politica dell’Università sulla questione spazi è già stata decisa da tempo ed è
sintetizzabile nella volontà esplicita di imbrigliare in un regolamento con
molti se e molti ma l’utilizzo di Spazi per iniziative non accademiche
. La
cruda politica dell’Università, mal celata da improbabili forme di
rappresentanza, mira in realtà ad annullare e neutralizzare le soggettività di
chi ci studia e di chi ci lavora. A fronte di un continuo aumento delle tasse

·
gli spazi a disposizione
degli studenti diminuiscono

·
la didattica, a partire
dal sistema dei crediti, è sempre più scadente e contaminata dagli interessi
dei privati

·
i servizi sono discontinui
e spesso scadenti per via delle
esternalizzazioni, che rendono l’Università una delle prime fabbriche di
precariato in città

E questo
modello di sviluppo che alimenta crisi e disagio è lo stesso che viene adottato
più in generale nella gestione politica del contesto urbano pisano:

il centro città si
trasforma ogni giorno di più in VETRINA
del benessere di pochi;
non-luogo di esposizione, di transito, di consumo;

  • migliaia di case e
    numerosi spazi vengono lasciati sfitte ed inutilizzati
    e
    mentre la città si spopola dei
    corpi sociali popolari, s’impenna il prezzo delle case e si alimenta
    l’esodo nelle periferie, create ad hoc dalle grandi aziende
    costruttrici tramite le grandi
    speculazioni del cemento (vedi Cisanello);
  • il Comune sempre di più
    osteggia e impedisce le manifestazioni politiche e culturali delle
    soggettività critiche e antagoniste e per esplicita volontà del Sindaco, le
    piazze e le strade diventano esclusivamente luoghi adibiti a fini commerciali
    ;
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