Palestina: Il confine con l’Egitto non regge la disperazione di un popolo affamato.

E Israele sta a guardare i risultati delle sue azioni. Ma quando si colpiscono i civili non è terrorismo?

Gaza
– Continua la fuga da Gaza di migliaia di palestinesi verso l’Egitto. Secondo
le Nazioni Unite sono almeno 350 mila le persone che hanno passato la frontiera
in cerca di cibo e benzina. La situazione al confine è molto tesa.  Le donne di Gaza hanno provato ad aprire un
altro valico lungo il confine e sono state respinte, dopo ore di sassaiole
contro la polizia egiziana, alcuni uomini incappucciati, probabilmente di
Hamas, hanno nuovamente sfondato il muro di confine con  ruspe e mine. Mubarak, presidente egiziano,
dopo avere chiuso una prima volta il valico il 24 gennaio,  sotto pressione internazionale, ha dato
ordine ai suoi soldati di non sparare dinnanzi al nuovo sfondamento.  Mentre all’Onu, USA e Israele affondano la
mozione libica che prevedeva la riapertura dei valichi anche a nord per far
entrare tutti i generi di prima necessità. Migliaia di palestinesi stremati
dall’isolamento continuano a passare il confine.

Per
quanto tempo l’Egitto sarà capace di gestire la situazione al confine?  Non vuole intervenire ma teme le
ripercussioni internazionali della sua scelta già contestata da Israele, che
non accetta che sull’isolamento da lei imposto si inseriscano altri stati
sovrani.

L’unica
novità nel panorama mediorientale è data dal fatto che la diplomazia  egiziana è riuscita ad organizzare un
incontro tra Hamas e Al Fatah al Cairo per la giornata di oggi. Probabilmente è
il prezzo che deve pagare Hamas per non far morire i palestinesi di fame, visto
che l’entità israeliana non offre soluzioni al conflitto.

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