SudRibelle: richiesti 50 anni di condanne per gli attivisti …..E ora tutt* a Cosenza

COSENZA – Il processo tutto politico alla rete del Sud Ribelle voluto da un gruppo di magistrati in carriera ha scritto l’ennesima vergognosa pagina di storia. Secondo i pm il Sud Ribelle era un ”gruppo sovversivo che mirava a veicolare un
messaggio di violenza”. Per il pm Domenico Fiordalisi la ”Rete meridionale del
sud ribelle” sarebbe stata ”un’organizzazione con finalita’ eversive” che
avrebbe organizzato gli incidenti accaduti nel 2001 durante il Global Forum di
Napoli ed il G8 di Genova. E’ su questo presupposto che Fiordalisi ha chiesto
la condanna dei 13 militanti no global imputati nel processo in corso a
Cosenza, in Corte d’assise, cominciato il 2 dicembre del 2004.

Le condanne piu’ alte – sei anni di reclusione – il pm le ha chieste per
Francesco Caruso, oggi deputato di Rifondazione comunista; Luca Casarini,
leader delle ”tute bianche” e Francesco Cirillo. Per Caruso, Casarini e Cirillo
Fiordalisi ha chiesto anche tre anni di liberta’ vigilata.
Il pm ha chiesto inoltre la condanna a tre anni e sei mesi di reclusione per
Lidia Azzarita, Alfonso De Vito, Michele Santagata, Anna Curcio, Antonino
Campenni’, Salvatore Stasi e Peppe Fonzino e due anni e sei mesi per Vittoria
Oliva, Claudio Dionesalvi ed Emiliano Cirillo.
Proprio su Anna Curcio e’ venuta fuori nel pomeriggio una singolare
coincidenza: e’ imputata a Cosenza e testimone nel processo di Genova a carico
di esponenti delle forze dell’ordine per l’irruzione nella scuola Diaz in
occasione del G8.
Le richieste del pm segnano un momento significativo del processo sulla vicenda
cominciata il 15 novembre del 2002 con l’operazione dei Ros e della Polizia che
porto’ all’esecuzione di venti ordinanze di custodia cautelare.
Un’operazione cui il 23 novembre successivo fece seguito una grande
manifestazione di solidarieta’ nei confronti degli arrestati, con la
partecipazione di decine di migliaia di militanti no global ed una marcia
pacifica in citta’. A chiedere al gip l’emissione delle misure cautelari fu
proprio il pm Fiordalisi, all’epoca in forza alla Procura di Cosenza.
Fiordalisi ha sempre creduto e portato avanti la sua tesi accusatoria,
ribadendola oggi con le richieste di condanna. Secondo Fiordalisi, scopo del
gruppo non era soltanto quello di ”bloccare un vertice politico, ma anche
costituire un gruppo sovversivo”.
Fiordalisi, che ha parlato per oltre sette ore, ha basato la sua tesi
accusatoria sulle intercettazioni telefoniche ed ambientali dei militanti della
Rete del sud ribelle attraverso le quali sarebbero stati preparati gli
incidenti a Napoli e Genova.

Alle richieste di Fiordalisi Francesco Caruso ha replicato ”parlando di
richieste assurde, frutto avvelenato di un teorema altrettanto assurdo che
vorrebbe riscrivere la storia delle giornate del G8 di Genova nelle aule dei
tribunali. Gli ultimi imputati accusati di cospirazione politica sono Sandro
Pertini o prima ancora Giuseppe Mazzini: per questo sono onorato delle accuse”.

Duro anche il commento di Luca Casarini. ”Con la richiesta di condanne e le
motivazioni che ha addotto – ha detto il leader delle tute bianche – il pm
Fiordalisi si e’ iscritto alla schiera di coloro che non sono a servizio della
giustizia ma solo del potere”.

(Ansa)

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