Pisa
– Da 10 anni assistiamo basiti ai processi di privatizzazione legati alla
produzione e distribuzione dei servizi idrici.
L’acqua, bene pubblico,
diventa strumento di profitto per privati, che tramite l’esternalizzazioni
acquisiscono quote importanti delle società e poteri decisionali sulle
politiche e sulle scelte strategiche. I motivi di queste scelte sono tutti
politici ed economici.
Politici perché la
privatizzazione dei servizi è un processo che nasce da lontano e si sviluppa da
circa 15 anni con il beneplacito della classe politica. Economico perché l’acqua è un business che fa muovere milioni di euro, e non ha alternative. Ha
entrate sempre maggiori e finanziamenti cospicui. Solo nel 2006 Acque spa ha
avuto utile netto d’esercizio di euro 6.830.265 (+ 2.530.652 sul 2005), che
rappresenta indubbiamente un risultato ampiamente positivo. Si pensi che,
sempre nel 2006 Acque Spa ha ridistribuito tra i soci circa 4 milioni di euro. Il
Budget del 2007 definitivamente approvato nel mese di Febbraio 2006, prevede un
margine operativo lordo a euro 33 milioni di € (di contro a 26,4 mil.di € del
consuntivo 2006) ed un utile ante imposte di 9,8 milioni di €. E intanto le
bollette sono aumentate. Acque S.p.A. è chiamata ad attuare un piano ventennale
di investimenti
di circa 651 milioni di Euro.
Acque S.p.A. è sorta dalla
concentrazione di Gea S.p.A. di Pisa (PI), Publiservizi S.p.A. di Empoli (FI),
Cerbaie S.p.A. di Pontedera (PI), Coad S.p.A. di Pescia (PT), Aquapur S.p.A.di
Capannori (LU). Ad Acque S.p.A. l’Autorità dell’Ambito Territoriale Ottimale – Ato 2ha affidato, a partire dal 1 gennaio 2002, la
gestione del servizio idrico integrato del Basso Valdarno.
Un territorio nel cuore della Toscana a cavallo di 5 Province, distribuito su 57 Comuni,
su cui abitano oltre 720.000 abitanti. Il 2006 non ha visto
variazioni nella composizione della compagine sociale. Le società che sono
espressione dei comuni del territorio servito (Aquapur S.p.A., Cerbaie S.p.A.,
Gea S.p.A. Publiservizi S.p.A., Consorzio CO.A.D.) ed i comuni di Crespina e
Chiesina Uzzanese, detengono complessivamente il 55% del capitale sociale,
mentre il rimanente 45% è posseduto dalla società ABAB S.p.A., formata dal
raggruppamento aggiudicatario della gara svoltasi nel 2003 per la selezione del
partner privato, costituito da Acea S.p.A., Suez Environnement S.A.,
MPS S.p.A., Vianini Lavori S.p.A., Degrémont S.p.A., C.T.C.
s.c.a r.l..
Acque S.p.A. si
occupa della captazione, del trattamento e della distribuzione di acqua
potabile.
Il territorio servito comprende 55 Comuni. L’acqua è
prelevata da oltre 200 tra sorgenti o prese d’acqua superficiali e
da quasi 500
pozzi. La rete di distribuzione è costituita da circa 5000 Km di tubazioni.
In attuazione del
piano d’ambito, Acque S.p.A. è impegnata a realizzare nel settore acquedotto
circa 295
milioni di Euro di investimenti finalizzati alla:
razionalizzazione del sistema di approvvigionamento, ricorrendo anche ad
un maggior utilizzo delle acque superficiali, (attualmente inferiore al
5%), in modo da ridurre il fenomeno della subsidenza presente nelle aree
dei campi pozzi più sfruttati; realizzazione di un adeguato sistema di connessioni
idrauliche; ammodernamento dei sistemi di distribuzione locale. Acque S.p.A. è
impegnata, salvo casi di forza maggiore ed eventi straordinari, a garantire un
servizio continuo e regolare, ad assicurare la cura ed il monitoraggio delle
falde e delle sorgenti, a promuovere studi per la ricerca di nuove fonti di
approvvigionamento e a sviluppare le iniziative più idonee per il risparmio
idrico.
La qualità dell’acqua viene monitorata
dal laboratorio chimico aziendale con oltre 70.000 analisi annue, che si aggiungono ai controlli
effettuati dagli organismi preposti delle AUSL.Il sistema di scatole cinesi
costruito ad arte per smembrare il sistema pubblico in vigore fino al 2001 ha fatto sì che si
costituissero delle aziende controllate da Acque. Con esclusione della
costituzione della società C.C.S. Call Center Solutions srl, che gestisce per
conto di Acque SpA e di altre public utilities della Toscana, le attività di
call center, non sono intervenute nel corso del 2006 variazioni di rilievo
nella composizione del gruppo Acque S.p.A. La nuova società è legata ad Acque
tramite la collegata B.S. Billing Solutions srl, che detiene il 100% del
capitale di CCS srl. Si sono così create Acque industriali,Acque ingegneria,
Acque servizi, Billing solutions srl (40%) Acqua ser (10%), Tiforma (1,73%) e
Tirreno acque (25%). Tutti questi servizi prima erano pubblici ed hanno utili
per milioni di euro. E allora se l’acqua non è un investimento a perdere perché
proseguire sulla strada della concentrazione aziendale che porrebbe come unico
gestore proprio la multinazionale dell’acqua Acea? L’opinione pubblica ha il
diritto di sapere il perché di quest’alleanza con l’Acea, municipalizzata di
Roma ed assai vicina quindi a Veltroni, ha diritto di sapere perché un ente gestore
pubblico che non ha problemi di tipo economico (prima l’obiettivo era la
“parità” di bilancio, tutto il resto veniva investito sul servizio, non come
ora che permette dividendi fra soci….privati ), debba essere smembrato e
svenduto a privati SPA.
Fatturato |
€ |
Investimenti previsti |
€ 651.078.000 |
Comuni serviti |
57 |
Abitanti |
720.343 |
Utenti |
280.520 |
Dipendenti |
373 |
Reti acqua |
km 5.033 |
Reti fognarie |
km 2.667 |
Impianti di depurazione |
150 |
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