Da napoli a bruxelles per dire no alla riclassificazione dell’incenerimento.

Bruxelles – 28 febbraio 08 –E’ in atto un tentativo delle lobbies della "monnezza" di equiparare l’incenerimento al riciclaggio. Per discutere di ciò si è tenuto un importante
seminario (25-27 febbraio)  organizzato
dal global alliance incinerator
alternatives, che
 ha visto
la partecipazione di rappresentanti provenienti da 16 paesi e soprattutto
dall’europa (ma erano presenti delegati dagli usa, dall’india e dal libano)
discutere in primo luogo dell’imminente nuova legislazione sui rifiuti che il
parlamento voterà a brevissimo e che il consiglio dei ministri (formato dai
rappresentanti dei governi dell’Ue, che avrà l’ultima parola) “chiuderà “ al
massimo a giugno.

Questo seminario ha soprattutto posto l’attenzione sul
tentativo che la lobby dell’incenerimento (massicciamente presente a bruxelles)
sta facendo per far riclassificare l’incenerimento come attivita’ di recupero
equiparabile al riciclaggio e sottratta alla categoria residuale dello
smaltimento. Per questo durante le interruzioni programmate del meeting le
diverse delegazioni nazionali hanno incontrato i rispettivi parlamentari per
sensibilizzarli sulla necessita’ di mantenere l’attuale “gerarchia” di
trattamento dei rifiuti rinforzandola con targets obbligatori di riduzione dei
rifiuti e di riciclaggio e comunque per mantenere l’incenerimento interno alle
logiche di smaltimento. Per quanto riguarda la rete nazionale rifiuti zero ben
nutrita grazie alla presenza dei rappresentanti del comitato contro
l’inceneritore di acerra e delle donne del 29 agosto (realtà “storicamente”
parte della rete nazionale) essa è riuscita ad organizzare un incontro presso
il parlamento europeo vedi foto su
www.ambientefuturo.org con un
gruppo di parlamentari coinvolti nella commissione che sta discutendo del
provvedimento. All’incontro era presente anche il referente europeo di gaia joan
marc simon e la rappresentante del cnid francese ( l’organizzazione che in
francia coordina le battaglie contro gli inceneritori). I parlamentari italiani
presenti sono stati roberto musacchio della sinistra europea (che
ha giocato un ruolo molto positivo nel collaborare alla riuscita
dell’incontro),guido sacconi del gruppo socialista europeo e quello che
più conta “relatore ombra” della normativa in discussione/approvazione. Monica
frassoni, pur non presente ha garantito la presenza del gruppo verde
attraverso il suo assistente parlamentare che segue da vicino l’iter in
oggetto. A sottolineare il valore dell’incontro a cui ha potuto accedere tutta
l’ampia delegazione ( formata da almeno 15 persone) anche la presenza della
parlamentare irlandese barbara de brun, l’altra “relatrice ombra” del
provvedimento appartenente alla gue.

Dal punto di vista del “merito” della discussione occorre
dire senza mezzi termini che le cose “non sono messe bene”. Infatti come
ha detto la parlamentare irlandese “vice-relatrice” dopo che nel febbraio-marzo
dell’anno scorso il parlamento europeo aveva respinto la posizione del
consiglio dei ministri che aveva “promosso” l’incenerimento (sotto la spinta
congiunta di germania e francia, l’italia si era astenuta) attraverso un voto
di “misurata” maggioranza, ora la situazione appare più difficile. Infatti dopo
che di nuovo il consiglio dei ministri ha reiterato la sua posizione
riconfermando in novembre la volontà di riclassificare l’incenerimento, il
parlamento europeo,questa volta,  per “impallinare” la posizione dei
governi dovrebbe bocciare il provvedimento con maggioranza “qualificata” (50%+1
dei parlamentari) cosa che appare difficile se non impossibile. Comunque non è
detto chi i giochi siano fatti perché in votazione sono già presenti un gran
numero di emendamenti che non solo chiedono il ripristino della “vecchia” gerarchia
di gestione dei rifiuti ma che rilanciano anche sugli obiettivi di riduzione,
su targets obbligatori di riciclaggio e di raccolta differenziata e sulla
obbligatorieta’ dell’applicazione della valutazione del ciclo di vita dei
prodotti. E qui si inseriscono le valutazioni di guido sacconi, ritenuto “parlamentare
chiave” nella votazione da parte dell’influentissimo gruppo socialista. Le
sue posizioni che successivamente gaia valuterà con preoccupazione
portano il suo gruppo a non presentare  emendamenti lasciando intendere
che questa volta il suo gruppo potrebbe votare anche la riclassificazione
dell’incenerimento “in cambio” di targets obbligatori e più elevati per il
riciclaggio. Sacconi, comunque ha detto anche che il suo gruppo e’ disposto a
votare tutti gli emendamenti tendenti a chiudere la porta alla
riclassificazione in questione. Per completezza informativa, la relatrice
ufficiale, l’inglese carolina jackson si situa su di una posizione che
“accetta” la riclassificazione, a parole, solo per ottenere obbiettivi più
elevati di rd. Come si può notare la partita è intricata ma decisiva.
Non tanto per la effettiva possibilità da parte degli inceneritori di
raggiungere il traguardo di “efficienza energetica” che li equiparerebbe al
recupero di materia. Infatti la “formula di efficienza” allegata al
provvedimento prevede un recupero energetico da parte degli inceneritori che
per esempio in italia nessun inceneritore riuscirebbe a raggiungere (anche nel
recupero combinato di calore e di energia). Ma per l’effetto “immagine (
l’ormai “famoso” green washing) “ che la lobby inceneritorista potrebbe
“portare a casa” riuscendo (solo a patto del raggiungimento della “soglia”della
“formula di efficienza”forse raggiungibile solo da alcuni impianti tedeschi) ad
accreditare almeno in teoria, l’incenerimento quale parente stretto del
riciclaggio. Il tutto sarebbe ovviamente un imbroglio pericolosissimo.
Infatti, come ben spiega un depliant diffuso da gaia e dall’associazione
internazionale health without harm
www.noharm.org/europe
diventerebbe una “disputa” se bruciare la carta raccolta in modo differenziato
in inceneritori con tale resa energetica  oppure se riciclarla. Tutti
sanno che anche con impianti ad alta resa energetica non c’è paragone tra
l’energia salvata con il riciclaggio rispetto a quella ottenuta bruciando
(almeno di 2 volte inferiore). E questo a prescindere dai rischi sanitari
connessi agli inceneritori. Comunque occorre impiegare questi giorni
(probabilmente il voto ci sarà entro non più di 10 giorni) per sensibilizzare i
parlamentari europei del nostro paese sul nostro territorio chiamandoli,
indipendentemente dagli schieramenti (anche nella destra ci sono parlamentari,
perlomeno in altri paesi, contrari all’incenerimento).

 Ancora: napoli  e acerra chiamano
l’europa.

 L’incontro al parlamento europeo però è servito a
fare il punto anche sulla situazione campana. La folta delegazione acerrana
presente all’interno della rete nazionale rifiuti zero e di gaia ha
consegnato ai parlamentari presenti un dossier completo di tutta la
documentazione che ha “punteggiato”il percorso “truccato” della realizzazione
(non ancora ultimata del mega inceneritore). In particolare è stato tommaso
esposito anche in qualità di rappresentante della rete rifiuti zero a
stigmatizzare “il colpo di mano” del governo prodi che con la “famosa”
ordinanza del 6 febbraio che riconosce il cip 6 agli inceneritori campani
(compreso a quello nemmeno progettato di salerno) ha superato ogni limite alla
decenza di una partita del tutto indecente. E’ questo atto, infatti, il
naturale “coronamento” di un “affaire”che chiama in causa pesantemente tutta la
classe politica campana ma anche nazionale e non solo bassolino e che ha fatto
carte false per mettere nelle mani di impregilo , di romiti e in definitiva
della fiat la torta ghiotta dell’affare rifiuti: altro che camorra, che pure si
e’ infiltrata nell’affare (vedi la vicenda dei terreni venduti a “peso d’oro”
per lo stoccaggio delle “eco-balle”).!  Quindi l’aver portato anche questo
aspetto sia nel meeting di gaia ma soprattutto nel “palazzo” rappresenta un
buon lavoro che per esempio potrà avere un seguito anche con la presentazione
al parlamento europeo di una petizione che obbligatoriamente dovrà
trovare risposta non oltre un anno. Diciamo che il lavoro su più fronti
,sostenuto dalle realtà locali e dalla rete nazionale rifiuti zero che ormai ha
assunto la “questione campana” quale “questione nazionale” da diversi anni,
comincia a farsi notare e a creare alcune importanti controtendenze. Naturalmente
il lavoro e la lotta continuano.

Infine torniamo a sottolineare il documento (che a breve
metteremo a disposizione tradotto) di health without harm e di gaia anche per
quanto riguarda la pubblicazione di un agile articolo intitolato “piccolo
particellato, grosso problema” che in modo semplice denuncia
scientificamente il rapporto tra incenerimento e nanopolveri. Cosi’ come ci
ricorda che in seguito all’ appello di parigi del 2006 da parte dei medici
francesi contro l’incenerimento il cpme ( standing committee of
european doctors) composto da tutte le associazioni dell’unione europea
(che rappresenta oltre due milioni di medici) si è associato alla richiesta di
una moratoria nella costruzione di nuovi inceneritori. Capito
professor Veronesi?

Questa voce è stata pubblicata in General. Contrassegna il permalink.