Rebeldìa restituisce alla città il Bastione San Gallo. Tra Storia e degrado

Pisa
– Continua l’altra campagna del Progetto Rebeldìa, che nella giornata di ieri
(16 marzo) ha denunciato lo stato di degrado di uno dei posti più affascinanti
della città: il Bastione San Gallo. Riportiamo il comunicato:

Svegliati
Pisa Restituiamo Alla Città Il Bastione San Gallo.

 Il Progetto Rebeldìa, Legambiente-Pisa e la
LIPU ripuliscono e restituiscono alla città oggi domenica 16 marzo uno dei
luoghi più belli di Pisa: il bastione San Gallo, lasciato colpevolmente
dall’amministrazione comunale in pieno stato di abbandonato e degrado. Il
Bastione San Gallo per intere generazioni è stato un luogo di socialità, di
aggregazione, di spettacoli e di incontro: da anni invece è una discarica a
cielo aperto, dove l’immondizia e le siringhe la fanno da padrone. In questi
mesi sui quotidiani cittadini si discute di degrado e di sicurezza della città,
di grandi opere e di riqualificazione urbanistica con i progetti del Santa
Chiara e delle caserme, nel frattempo però spazi sempre più grandi della città
rimangono inutilizzati e abbandonati In una città in cui è fortissimo il bisogno
di spazi sociali, di spazi verdi, perché un simile patrimonio che è di tutti
non solo non viene utilizzando, ma si lascia marcire? A noi piace pensare e
costruire un’altra città. Vogliamo pensare ad una Pisa con una casa per tutti,
dotata di spazi pubblici non commerciali, ricca di verde pubblico, liberata
dalle auto private, con strutture sociali e culturali aperte a tutti i
cittadini. Per queste ragioni abbiamo deciso di fare questa azione di denuncia
e di riappropriazione ripulendo il Bastione San Gallo. Poniamo quindi con forza
a chi dovrà governare Pisa una domanda sul futuro di questa area affinché sia
nel più breve tempo possibile restituita pienamente a tutta la città così come
le decine di spazi pubblici e privati abbandonati e sfitti. Pensiamo che questo
sia il modo migliore per combattere il vero degrado. L’alta campagna per la
città che non c’è colpisce ancora…. Legambiente Pisa – LIPU – Progetto
Rebeldia

Cenni
storici: Quando, nel 1406, i Fiorentini conquistarono
Pisa, il circuito delle mura medievali fu potenziato con la costruzione di un
grande baluardo quadrangolare, la Cittadella Vecchia, in prossimità del Ponte a
Mare. A tale opera partecipò, probabilmente, anche Filippo Brunelleschi che
sappiamo essere stato a Pisa nel 1424 per sovrintendere alla fortificazione del
tratto di mura in prossimità della Porta a Lucca. Pochi anni dopo, nel 1440, il
sistema difensivo pisano fu ulteriormente potenziato con la realizzazione di una
seconda piazzaforte, la Cittadella Nuova, collocata sul lato opposto della
città. Dopo la seconda conquista di Pisa nel 1509, il progetto del sistema di
fortificazioni fu affidato prima ad Antonio e poi a Giuliano da Sangallo.
Nel 1512 la Fortezza Nuova, grande bastione verso l’Arno
che ampliava la "Cittadella Nuova", fu terminata. La struttura non
venne sostanzialmente modificata da Cosimo I, che provvide a rafforzare il
tracciato difensivo con la costruzione di nuovi bastioni nelle zone di Porta
Calcesana e Porta a Mare.

Al
centro dei bastioni della fortificazione della Cittadella Nuova progettata
dall’architetto fiorentino, si trova un ampio giardino realizzato agli inizi
del XIX da Giovanni Caluri per l’armatore livornese Domenico Scotto. La
famiglia Scotto, dopo aver acquistato nel 1798 la fortezza che Pietro Leopoldo
di Lorena aveva messo in vendita diede avvio ai lavori per la costruzione di un
palazzo corredato da un ampio spazio verde. Il gigantesco platano che troneggia
in mezzo al giardino fu piantato in occasione di uno spettacolo teatrale di
Carlo Goldoni. Negli anni Trenta del secolo scorso l’area diventa giardino
pubblico comunale ed è usata saltuariamente per mostre e rappresentazioni
teatrali.

Ubicato all’interno della "Cittadella Nuova", il
Giardino ospitava nel Settecento le riunioni della Colonia Alfea (l’Arcadia
pisana). Tra gli elementi scultorei che lo adornavano, la statua ottocentesca
del matematico pisano Leonardo Fibonacci è stata ricollocata oggi nel
Camposanto monumentale. Dagli anni Trenta del Novecento è diventato parco
pubblico.

Ora ospita siringhe, sporcizia e ratti. Ma il comune che fa? Per anni lo ha gestito in maniera clientelare (amici degli amici), o con affitti da capogiro che di fatto ne hanno reso impossibile l’utilizzo. Le responsabilità dell’amministrazione Fontanelli sono evidenti, come altrettanto evidenti sono le responsabilità di tutti quegli enti che dovrebbero tutelare gli edifici di rilevanza storica. Come si può pensare a volantini e scitte murarie senza intervenire su questo scempio? Misteri pisani.

 

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