500 nuovi militari nel casertano. Stretta sui migranti e 10 nuovi cpt.

Roma_ Cinquecento soldati nella terra dei Casalesi. A cinque giorni dalla strage di Castel Volturno, il governo sceglie di inviare anche l’Esercito nel Casertano. Non bastano i 400 tra agenti, carabinieri e finanzieri giunti ieri mattina a Caserta. Presto sbarcherano nel territorio legato ai Casalesi anche i soldati. Resteranno nell’aria di crisi i prossimi tre mesi ma non è escluso che il provvedimento finisca per essere rinnovato a gennaio. Come rinnovato dovrebbe essere il decreto che da mesi ha affiancato alle forze dell’ordine tremila militari in tutta Italia. "I 500, andranno tutti nel Casertano", ha precisato il ministro della Difesa Ignazio La Russia. "Non li sceglieremo dai tremila che già controllano le nostre città: sarà un nuovo contingente destinato prevalentemente ai posti di controllo".

Maroni ha sottolineato la necessità di rendere più sicuro il territorio e, commentando l’arresto, avvenuto ieri, di uno dei presunti killer di Castelvolturno che beneficiava dei domiciliari, ha invocato un intervento ”per evitare che la magistratura possa concedere gli arresti domiciliari a chi è accusato di associazione mafiosa”

Il ministro ha anche annunciato una stretta sull’immigrazione, resa necessaria dall’aumento del 60% rispetto all’anno scorso del numero dei clandestini (14.200 da gennaio a settembre 2007 e 23.600 nello stesso periodo del 2008′). ”Si procederà subito alla realizzazione di dieci nuovi centri di individuazione e permanenza, gli ex ‘cpt’, con i relativi finanziamenti previsti per il 2008, il 2009 e il 2010”.

Diventeranno poi più severe le norme che riguardano le richeste di asilo in Italia e i ricongiungimenti familiari. Nel primo caso, sarà il ”ministro competente a stabilire un luogo di residenza nell’attesa che la domanda venga valutata”, il che comporterà ”un controllo maggiore di coloro che vengono in Italia e richiedono asilo”.

Per quanto riguarda i ricongiungimenti familiari, il governo ha deciso di rendere più difficile la procedura imponendo agli immigrati il costo del test Dna che accerti l’appartenenza allo stesso nucleo d’origine. ”Se l’autorità consolare non è in grado di accertare l’identità di chi chiede asilo, nel caso di parentela – ha spiegato Maroni – il console deve richiedere a chi chiede di entrare il test del dna, con spesa a carico del richiedente". Ma non è tutto. I ricongiungimenti saranno limitati al ”coniuge, i figli maggiorenni e i genitori” e il decorso del termine non porterà al silenzio-assenso e quindi la concessione automatica”.

fonti: Repubblica.it – AdnKronos.

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