Un sistema carcerario fuorilegge: 57.030 detenuti per 43mila posti

Riportiamo un contributo di Paolo Persichetti  sul sistema carcerario italiano uscito su Liberazione in cui denuncia la gravità della situazione. "Il sistema carcerario italiano
è fuorilegge. La capienza regolare, cioè il numero di posti disponibili sulla
base delle strutture architettoniche realmente esistenti è stato superato da tempo.
Siano ormai oltre il tutto esaurito, 57.030 detenuti (censimento del 16 ottobre
scorso) contro i 43.262 posti- cella previsti (quelli che nel regolamento penitenziario
del 2000 vengono definiti «camere di pernottamento », intendendo con ciò che
durante la giornata i reclusi non dovrebbero sostare nelle celle, come in
realtà avviene, ma restare aperti). Per questo motivo un grande numero di
istituti penitenziari operano di fatto al di fuori della legalità, cioè non
sono in grado di ottemperare alle norme che ne presiedono il quotidiano
funzionamento. Superfluo sottolineare che in questo modo si pongono al di fuori
dello stesso articolo 27 della costituzione. Posizione abbastanza scomoda e
paradossale per una istituzione dello Stato che incarna il luogo dove la Giustizia si traduce nei
suoi termini più concreti e materiali, l’esecuzione della sanzione, e perciò
stesso rivendica (vedendone affievolita la legittimità) una missione
correttiva. Negli anni passati si è pensato di risolvere il sovraffollamento
strutturale con una semplice circolare amministrativa che introduceva la
nozione di «capienza tollerabile». Un trucco contabile, una truffa vera e
propria, una specie di gioco di prestigio che riducendo i parametri minimi
vigenti all’interno dell’Unione europea, ovvero la soglia di vivibilità
stabilita in base ai metri quadri disponibili per detenuto, ha aumentato la
capienza. Così il numero dei posti è salito a 63.568; una soglia esplosiva, un
punto di collasso del sistema che secondo le proiezioni stesse del Dap verrà
raggiunto entro la fine dell’anno, se non decresce – e non decrescerà affatto con
i ddl Berselli e Garfagna già in discussione – il numero degli ingressi che
viaggia ormai al ritmo di 800- 1000 al mese. La capienza regolamentare è già
abbondantemente superata in tutte le regioni, ad eccezione della Valle D’Aosta.
In 4 regioni i penitenziari hanno addirittura superato la stessa soglia di
capienza tollerabile. In Campania a fronte di una ricevibilità regolamentare di
5.306 posti, tollerati 6.966, si è arrivati a 7.125 detenuti. In Emilia Romagna
si è giunti a 3.919 sui 2.270 previsti e 3.761 tollerati. In Veneto a 2.924 sui
1.917 previsti e 2.902 tollerati. Anche in Trentino tetto regolamentare e di
tolleranza abbondantemente oltrepassati. In Friuli, Liguria, Lombardia, Marche
e Sicilia la soglia di tolleranza è prossima allo sforamento (ancora un 10% di
posti virtuali disponibili) e poi sarà il crack. La situazione è talmente grave
che il neopresidente del tribunale di sorveglianza di Milano – come racconta il
Corriere della sera di ieri –, Pasquale Nobile De Santis, ha scritto al
ministro Angelino Alfano per denunciare le condizioni delle carceri di Busto Arsizio,
Varese, Monza e Milano san Vittore, dove il numero dei detenuti ha toccato le
1424 unità contro le 900 disponibili. Celle di 3 metri per 2 con letti a
castello a tre piani che raggiungono il soffitto, materassi sul pavimento, scarafaggi,
infiltrazioni d’acqua, docce col contagocce. Densità da carro bestiame, pulizia
da pollaio. In affanno il governo conferma le sue politiche sicuritarie
alimentate da quell’industria dell’incarceramento sociale, vera guerra dall’alto
contro immigrati, tossicodipendenti, giovani delle periferie (legge Bossi- Fini
sull’immigrazione, Fini-Giovanardi sulle droghe, ex Cirielli sulla recidiva)
che l’indulto ha solo momentaneamente tamponato. Annuncia l’ampliamento dei
padiglioni esistenti e la costruzione di nuove carceri. Ma ci vorranno anni.
Intanto la popolazione reclusa si gonfia e gli studenti sono scesi in piazza.
Ma non era già successo?"
 
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