Sicurezza in casa: Morire per una stufa a gas. In Toscana, a Pisa, nel 2008.

Pisa – Una tragedia annunciata. Morire per una stufa difettosa nel secolo della nanotecnologia non può essere definita certo una casualità. Se poi la stufa appartiene ad un pensionato di 64 anni, ed il defunto è un migrante venuto in Italia a lavorare con tutta la sua famiglia, la questione assume caratteri diversi. La marginalità di categorie sociali purtroppo non garantite nei loro diritti elementari emerge ancora più grave. Poteva essere una strage e solo per miracolo i figli e la moglie di Stelica Tindeche sono vivi.  Sono ricoverati in ospedale ma non sono in pericolo di vita. A perdere la vita e’ stato Stelica Tindeche, camionista. Si sono salvati, invece, i suoi familiari, la moglie di 32 anni, anche lei romena, e i loro bambini, di 6 e 12 anni. I vigili del fuoco li hanno estratti vivi dalle macerie.

C’e’ anche un quarto ferito, un uomo di 64 anni, italiano, che ha riportato ustioni alle mani e al volto. Secondo quanto ricostruito la fuga di gas sarebbe originata proprio dall’appartamento del 64enne, che abitava al piano di sopra della famiglia rumena. La deflagrazione e’ avvenuta intorno alle 20. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, che hanno estratto i corpi dalle macerie, uno dopo l’altro. Tutti vivi, tranne l’ultimo: per Stelica Tindeche non c’era piu’ niente da fare.

Questa voce è stata pubblicata in Cronaca Pisana, Diritto alla Casa, Migranti. Contrassegna il permalink.