Fascisti imbrattano di nuovo lo spazio antagonista Newroz e l’aula autogestita Am1

Ancora una volta, nel giro di due mesi, qualcuno agisce nell’oscurità, verso le 4, forse le 5 di mattina.
Si muove velocemente senza farsi vedere e scappa appena possibile con la speranza che nessuno lo noti, un topo, un topo di quelli che stanno nelle fogne, che non agiscono allo scoperto e escono solo con il buio più profondo. Sembra strano che ogni qualvolta che in città si alza il conflitto, il livello di scontro, questo qualcuno si prodighi in queste azioni vili e vigliacche.
Il fatto:
La scorsa notte, un paio di fascisti , sono entrati nel giardino dello spazio antagonista Newroz, hanno disegnato croci celtiche, con scritto "siamo stati qui", come se questo per loro fosse l’obbiettivo, entrare in un giardino di notte…complimenti!
Croci celtiche anche sull’esterno tese ad imbrattare il muro della "Porta Garibaldi" e i graffiti della facciata dello spazio antagonista.
La cosa più fastidiosa per tutti è sicuramente vedere il ritratto di Andrea, un compagno morto due anni fa in vacanza a Matera, sfregiato, per dimostrare tutta l’infamia che sta dietro questa azione.
Scritte riapparse anche di fronte all’ aula Am1, autogestita dal Coordinamento dei Collettivi universitari, con croci celtiche ad imbrattare il graffito antifascista fatto dopo le ultime scritte di un mese fà.
Una firma, "Fiamme Nere", che in maniera vigliacca nasconde gli autori, li nasconde perchè altrimenti a tutti sarebbe chiaro il mandante vista la riconducibilità della firma F.N. con la celtica, al noto partito nazi-fascista Forza Nuova.
Sicuramente non sono tutti del territorio, è chiaro ormai che qualcuno vieni da fuori, si fà un paio di giri, coadiuvato da qualche "pisano" e poi scappa a casa.
Se si volesse pensare male e leggere gli ultimi quarant’anni di storia italiana, alcune risposte sarebbero chiare.
Negli ultimi mesi a fronte di un movimento che alza il livello di conflittualità in città su questioni chiave dell’assetto societario, come la questione della difesa dell’istruzione pubblica e la difesa dei diritti dei migranti, ogni qualvolta c’è uno scontro tra movimento e istituzioni, difese dalla questura, arriva puntualmente una provocazione infame e diretta a quei soggetti in città che con le loro sedi storiche sono più visibili e evidentemente sono pure i più riconducibilli alle mobilitazioni in corso.
Questo probabilmente non è un caso, ma non sta a noi trarre conclusioni, c’è solo da sperare che la strategia della tensione sia solo un tenero ricordo, per personaggi della caratura di Kossiga e che non siano queste delle avvisaglie di una nuova compartecipazione nella gestione dell’ordine pubblico tra questura e "fiamme nere".

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