Due cortei a Pisa, due fiumi in piena. Cronaca di uno sciopero

Stamani Pisa ha visto sfilare due cortei per le strade del centro. Entrambi partiti da piazza sant’Antonio, un primo corteo era unicamente della Cgil, molti i lavoratori da tutta la provincia anche alcuni migranti. In cima al corteo il sindaco di Pisa Marco Filippeschi, nello striscione di apertura c’era scritto “contro la crisi” firmato Cgil.
Una mezz’ora dopo dalla solita piazza è partito il corteo dei movimenti contro la crisi, di quelli che la crisi non la vogliono pagare, ma incominciano ad avere ben chiaro a chi vogliono farla pagare.
Vogliono farla pagare a chi l’ha creata la crisi, ai veri responsabili, che con l’appoggio dei governi fino ad oggi hanno speculato sui bisogni delle persone e cha adesso trovano l’intervento pubblico un buon mezzo per socializzare le loro perdite, pronti a salvare almeno una parte dei loro profitti.
Molte le persone scese in piazza nonostante la pioggia, la Cgil ha svolto un corteo enorme dove per far affluire i lavoratori erano stati organizzati i pullman da tutta la provincia.Il corteo dei movimenti ha visto la presenza di tutto il mondo della formazione, studenti universitari, medi, comitato genitori e insegnanti per la difesa della scuola pubblica e precari del mondo universitario con ricercatori, tecnici amministrativi e esternalizzati.Importante la presenza all’interno di questo corteo anche dei lavoratori dell’indotto piaggio e di molti altri lavoratori a rischio cassa integrazione (per i più fortunati), dei Cobas e dell’assemblea antirazzista che ha portato in piazza i migranti.
Questo corteo, che è quello a cui abbiamo partecipato, ha significato un passo fondamentale per la città e per i movimenti che l’attraversano, la famosa “Onda”, per la prima volta, si è trovata in piazza insieme a tutte quelle categorie sociali che insieme ai precari e agli studenti stanno già pagando la crisi e chiedono misure sociali adeguate che non si concretizzano certo nell’elemosina di stato prevista dal governo attuale, che continua invece a sborsare miliardi per banche e imprenditori nostrani.
Il corteo si è snodato per le vie del centro, ma la destinazione non era la stessa della Cgil, infatti mentre quest’ultimi finivano con un comizio sindacale in piazza San Paolo all’Orto, gli altri si sono diretti a gran voce fino alla prefettura per far arrivare il loro grido fino al palazzo del governo.
A metà corteo un’azione compiuta da Università 2.0. ha animato la mattinata.All’altezza del ponte di mezzo molti ragazzi con fumogeni e molto altro materiale si sono diretti per un breve momento davanti al rettorato, lì hanno incatenato il portone e hanno montato una rete metallica con supporti cementati di fronte all’ingresso in modo da blindare il palazzo “Alla Giornata”.
In mezzo ai fumogeni i ragazzi hnno spiegato che questo era il modo per rispondere provocatoriamente alla blindatura del cda d’Ateneo e alla stessa blindatura di quel palazzo del giorno 25 novembre, quando un’università completamente militarizzata per ordine del rettore ha preferito bastonare gli studenti piuttosto che renderli partecipi di un bilancio che ancora oggi presenta zone oscure su cui non si sono ancora avute risposte.In piazza della prefettura una folta delegazione è stata ricevuta dal prefetto, all’interno del palazzo dunque ogni categoria ha spiegato il perché ha partecipato alla giornata di sciopero e ognuno ha spiegato la propria situazione, per la maggior parte molto drammatiche, soprattutto per i lavoratori che lavorano per gli appalti della Ceva (indotto Piaggio) che rischiano di finire a casa senza ammortizzatori.
Importante anche la presenza di un rom che parla di un trattamento disumano per questi ultimi, della drammaticità dei campi che stanno venendo smantellati senza che la politica trovi soluzioni, ma anzi che su queste “cacciate” cerca consensi a mezzo stampa, parla di un’integrazione che non esiste nell’impossibilità di trovare lavoro perché rom.Infine gli studenti regalano la Onda card al prefetto, la risposta alla social card di Tremonti, che promettono si vedrà spesso in città prossimamente, protagonista di pratiche di riappropriazione. Dopo l’incontro ognuno torna alle proprie iniziative più forti di prima, stasera gli studenti di Università 2.0 si ritroveranno per una festa di autofinanziamento all’Ariston Occupato.
Oggi Pisa si è svegliata con un fiume in piena, non solo l’Arno infatti sembrava voler travolgere la nostra città, ma un’intero movimento composto da un’insieme di soggetti sociali non uniti per scopi strumentali, ma convinti del fatto che la barca è purtroppo la stessa e la volontà è quella di non affondare.
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