Un anno di Gramigna

Iniziamo con quello che in questi giorni è il più classico e scontato degli inizi: il 2008 è ormai agli sgoccioli, il 2009 alle porte. Il blog dell’Associazione Aut Aut è attivo da ormai più di un anno, conta 106 pagine piene di articoli e foto, è affollato di storie, cronache, opinioni, ripercorre momenti belli, brutti, noti, meno noti, ma mai, speriamo, banali.
 
Il progetto Gramigna è nato infatti da un gruppo di persone stanche di aprire i giornali locali e non trovare mai ciò che cercano. Stanche di leggere articoli venati di razzismo, intrisi di opportunismo e piaggeria nei confronti delle istituzioni. Stanche di assistere impotenti al tentativo di diffondere paura, sospetto, discriminazione attraverso una sapiente opera di occultamento dei problemi reali e di costruzione di false emergenze, prima tra tutte quella dell’ormai famosa “questione sicurezza”.
 
È da questa stanchezza, unita alla volontà, alla necessità di difendere il diritto all’informazione che il progetto Gramigna ha tratto la sua linfa vitale. Una linfa che ha permesso a questo blog, con tutti gli alti e bassi inevitabili per un progetto portato avanti da persone costrette a barcamenarsi spesso tra lavori precari e un’università che parcellizza sempre di più il tempo, di affrontare, come dicevamo, tantissime questioni e di farlo, in un certo senso, dall’interno. Molti di noi infatti sono attivamente presenti nelle mobilitazioni, nelle lotte, nelle esperienze che il blog cerca di documentare, e laddove ciò non accade, cerchiamo sempre di portare all’interno del blog l’esperienza diretta di chi vive e porta avanti i tanti percorsi che in questo anno hanno attraversato Pisa, l’Italia, il mondo.
 
Ciò significa che puntiamo all’obbiettività? Che pensiamo di poter raccontare le cose “come sono”? Tutt’altro. Come abbiamo avuto modo di chiarire attraverso un breve scambio epistolare con una giornalista della Nazione, siamo convinti che non esistano nudi fatti, che non esista l’oggettività. L’informazione è sempre di parte, e quella che tentiamo di fare noi non fa certo eccezione. Ciò che vorrebbe contraddistinguere il nostro progetto non è un’ambigua quanto pericolosa pretesa di neutralità, quanto piuttosto una consapevole ed esplicita rivendicazione di un punto di osservazione collocato in un luogo preciso, orientato verso certi oggetti e non verso altri, in una parola, schierato.
 
Schierato al fianco di chi lotta, di chi manifesta, di chi occupa le case, le università, i cinema, i centri sociali, le stazioni, di chi perde il proprio posto di lavoro per una crisi di cui da sempre è stato vittima e non artefice, di chi difende il proprio posto di lavoro con i denti, di chi sciopera, di chi si batte contro il tentativo di demolizione dell’istruzione pubblica, di chi si batte contro un esercito occupante, di chi è vittima innocente di guerre volute dai potenti, di chi combatte vecchi e nuovi fascismi, di chi passa il natale e tutto il resto dell’anno in baracche senza acqua e luce, di chi viene addirittura sfrattato da queste baracche, di chi per vivere porta un borsone, di chi è sotto sfratto, di chi, proprio adesso, è sotto le bombe israeliane. A tutti voi vanno i nostri auguri.
 
La Redazione
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